
Ferrata Susatti e Ferrata Foletti
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 09-04-2017
Cima: Capi
Gruppo Montuoso: Monti del Garda
Sotto gruppo: La Rocca Cima Capi
Cartina: 061 Tabacco Alto Garda- Ledro Monte Baldo Nord
Sentiero numero: S.A.T/C.A.I.470-460-417
Tipologia sentiero e difficoltà:* Escursionisti Esperti Attrezzati (E.E.A) Itinerario che conduce l’alpinista su pareti rocciose o su creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e/o scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Richiede adeguata preparazione ed attrezzatura quale casco, imbrago e dissipatore E.E.A – itinerario per escursionisti esperti con attrezzatura. Poco difficile – PD = tracciato più articolato con canali e camini, con passaggi verticali e a tratti esposto; normalmente attrezzato con cavo o catena, con pioli e/o scale metalliche fisse.
Quota di partenza: 416 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1089 m.s.l.m
Dislivello: 492 m.
Tempi di percorrenza*: 4.00 h in giornata
Giro: Anello
Punti di appoggio: baita-bivacco Arcioni e in paese
Acqua/Sorgenti: non rilevate
Località: Biacesa
Copertura cellulare: Sì
Parcheggio/i: Sì a Biacesa
Partecipanti: Paola e Salvatore, Paola e Paolo
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
l’uso del casco in ferrata è obbligatorio, abbiamo visto comitive con bambini che non indossavano né casco né imbrago. La ferrata è facile, ma un attimo di disattenzione, anche un solo sasso fatto cadere da un estraneo al proprio gruppo familiare, può costare caro. Detto questo, la zona del Garda è sempre magnifica e visto dall’alto il lago è ancora più bello! Sebbene l’inizio sia stato difficoltoso per l’incontro con una gara ciclistica che ci ha bloccati in quel di Nago e per l’aver sbagliato strada (ahi la memoria) andando a finire a Pregasina anziché a Biacesa, alla fine siamo riusciti ad incontrarci con due amici e imboccare il sentiero per la Ferrata Susatti- Cima Capi e Ferrata Foletti. Salvatore era fra tre Paoli (Paola Rossa e Paolo, Paola G.) gruppetto ideale per una bellissima giornata! Anche se non siamo riusciti a fare le gallerie di guerra per Cima Rocca… ma ci riproveremo.
Ferrata Susatti e Ferrata Foletti
partiamo dal piccolo parcheggio nel centro del paese di Biacesa, seguiamo le indicazioni per Cima Capi e raggiungiamo un bivio prendendo il “Senter dei Bech” (ben segnalato anche con cartello con divertente montone) percorriamo tutto il versante sud della Rocca Cima Capi. Come ci innalziamo il panorama si apre sempre di più sul lago e sui monti circostanti, arrivati ad una piazzola indossiamo casco e imbrago e poi iniziamo la ferrata.

Incontriamo tracce della prima guerra mondiale con trincee e fortificazioni ormai quasi distrutte dal tempo, il panorama è sempre magnifico ma chissà se allora ne erano confortati. La ferrata non presenta difficoltà, si sale su rocce ormai levigate dall’uso, ma sempre con pendenza discreta. Arriviamo senza problemi a Cima Capi, già molto affollata, dopo qualche foto e la firma sul libro di vetta proseguiamo sul sentiero in cresta fino al raccordo (cartelli) con la ferrata Foletti. Ora la ferrata non è più verticale ma presenta un lungo bel tratto in traverso, dove mancano gli appoggi sono presenti pioli o staffe.

In breve raggiungiamo il bivacco Arcioni che con nostra gradita sorpresa non è un semplice ricovero di latta con brandine ma una vera piccola baita-bivacco gestita da un gruppo di volontari. Sentiamo di meritare una fresca birra per accompagnare i nostri panini imbottiti e facciamo due chiacchiere con uno dei “gestori-volontari” che tengono aperto questo magnifico ristoro con vista Cima Capi e Lago di Garda. Si è fatto un po’ tardi per cui decidiamo di non proseguire in ferrata fino a Cima Rocca per le gallerie, ci andremo un’altra volta, speriamo. Scendiamo lungo il sentiero n 460 (Ci sarebbe anche un sentiero attrezzato, ma preferiamo la mulattiera comoda) con una breve digressione alla Chiesetta di San Giovanni, poco distante il bivacco e una visita ad una bella e interessante mostra fotografica sulla Prima Guerra Mondiale in questi luoghi, allestita nelle caverne e gallerie sottostanti, le stesse che furono adoperate per fini bellici. La stradina-mulattiera ci riporta al bivio di stamattina, col buffo cartello del Senter dei Bech e da qui raggiungiamo il parcheggio.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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Correzione testo di Paola Gardin.
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