393 Cascata Sbarco di Fanes


Cascate Sbarco di Fanes © Copyright By Salvatore Stringari

mille spruzzi d’acqua, Cascata Sbarco di Fanes

di Salvatore Stringari

ATTENZIONE le Cascate, le Forre, i Canyon, per essere affrontate in sicurezza bisogna tenere presente che sono strettamente legate alle condizioni meteorologiche, in prossimità di un peggioramento meteorologico il pericolo aumenta drasticamente, l’attenzione va posta principalmente ad un alluvione improvvisa, innalzamento del livello di acqua nella gola o nella forra o canyon con il pericolo di rotolamento dei sassi sia quelli posti sopra la testa che nel torrente o dalla Cascata.

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 25-07-2010

Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Fanes Sennes
Cartina: Tabacco foglio 03 Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane
Segnavia: CAI 10-401
Tipologia sentiero e difficoltà: Sentiero Escursionistico Attrezzato: (E.E.) Sentiero con infissi (funi corrimano e brevi scale) che però non snaturano la continuità del percorso EE – itinerario per Escursionisti Esperti.
Quota partenza: 1320 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1830 m.s.l.m
Dislivello: m. 510
Tempi di percorrenza: 5 ore
Giro: Circolare Anello
Punti di appoggio: nessun punto di appoggio sul percorso
Acqua, sorgenti:
Località: Fiàmes
Copertura cellulare: dato non rilevato
Parcheggio/i:
Partecipanti: autori

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

cercando tra i ricordi e sfogliando gli album delle foto… pubblichiamo questo racconto…  questa è la terza escursione che facciamo insieme, dopo il bivacco Dalla Chiesa, il Casel Sora ‘l Sass, scegliamo questo itinerario spettacolare che per sentiero, a tratti attrezzato, ci conduce tra rocce, acque copiose e cascate fino alla confluenza delle valli di Fanes e Travenanzes.

mille spruzzi d’acqua,

superiamo Cortina, ci dirigiamo verso Fiàmes e parcheggiamo all’ingresso della casa del Parco Nazionale delle Dolomiti d’Ampezzo in zona Ponte Felizòn. Il percorso è ad anello, ben segnalato, noi scegliamo il senso antiorario. Iniziamo prendendo la stradina segnavia CAI 10-401 che si addentra pianeggiante nella valle, passiamo sotto le rocce di Podestagno (sulla sommità anticamente sorgeva un fortilizio, oggi ne restano i ruderi), camminiamo fino ad attraversare un ponte di legno e continuiamo alla nostra destra (sulla sinistra orografica del torrente Fanes) tralasciando la stradina a sinistra con indicazioni Ponte Outo. Attraversiamo i bellissimi prati del Pian de Loa, alla nostra sinistra il Col Rosà, alla destra il Monte Taburlo. Alcuni grandi abeti troneggiano solitari con la loro immensa chioma che si abbassa fino a toccare terra, sono le “Ra Ciòces” conifere maestose che, come le chiocce, proteggono e preservano dalla neve e dal freddo il terreno attorno a loro. Saliamo nel bosco fino a raggiungere un belvedere proprio sopra la grande forra in cui s’incontrano i torrenti che formano le cascate Fanes e Travenanzes. Dal culmine roccioso scendiamo per il canalone ripido, ben sistemato con tronchi posti a formare un sentiero a zig zag, raggiunto il fondo ci dirigiamo verso il tratto attrezzato. Assicurati al cavo d’acciaio saliamo facilmente le rocce, passiamo una piccola forcella e raggiungiamo la Cascata bassa di Fanes.

Cascate Sbarco di Fanes © Copyright By Salvatore Stringari

Cascata Sbarco di Fanes

E’ emozionante poter passare proprio dietro al grande salto d’acqua, alcuni spruzzi ci raggiungono ma è una “doccia” piacevole! Il tratto è ben attrezzato e lo superiamo senza problemi per poi risalire per una bella cengia, sempre protetti, fino alla sommità opposta della forra. Qui troviamo un area sosta attrezzata con panchina, invece di riposare scendiamo un poco per la stradina fino al Ponte Outo (Ponte Alto) sospeso sopra una forra di impressionante, selvaggia bellezza. Il rombo del torrente Travenanzes, sotto di noi di 80 metri, è possente. Una leggenda racconta di un cavaliere che, rincorso dai nemici, saltò col suo cavallo questo abisso, portandosi in salvo. Leggenda a parte, tutto il luogo è straordinario, pieno di gole, anfratti e cateratte. Ritorniamo sui nostri passi e proseguiamo per scorciatoia (cartelli) verso la Cascata di Fanes di Sopra. Saliamo brevemente lungo il sentiero, attraversiamo il Rio Fanes su un ponticello, continuiamo a salire tornando ad attraversare il torrente, proseguiamo lungo il rio che scorre in mezzo al bosco fino a arrivare in vista della seconda grande cascata.  Anche qui una fune metallica ci permette di passare in cengia dietro al magnifico salto d’acqua, lo “Sbarco di Fanes” per poi risalire, aiutati da un altro tratto attrezzato, una breve parete di roccia, guadagnando un punto panoramico sopra la cascata.

Cascate Sbarco di Fanes © Copyright By Salvatore Stringari

E’ possibile evitare questo tratto percorrendo un sentiero a sinistra, ma i pochi metri di “ferrata” sono veramente emozionanti. Potremmo considerare conclusa l’avventura ritornando al Ponte Outo ma raggiunta la stradina continuiamo a salire fino a arrivare a un magnifico pianoro, Pian dei Straerte, solcato dal torrente Fanes che ora non precipita rumorosamente con salti spumeggianti ma scorre pacificamente serpeggiando fra i prati paludosi della Val di Fanes, tra il Monte Taburlo e la Croda del Valon Bianco. Raggiungiamo un bel laghetto (Lago di Fanes, m.1830 circa) sorvolato da leggerissime libellule e finalmente facciamo una pausa, ben meritata. Dopo la sosta torniamo indietro fino al Ponte Outo e proseguiamo per la stradina sterrata (CAI 10-401) che scende tra i boschi sulla destra orografica del torrente. Ai lati della strada, in mezzo agli abeti, sono ancora visibili i lunghi solchi delle trincee della Grande Guerra, quasi sommerse dalla vegetazione ma ancora testimoni dei tragici eventi. Camminiamo fino a tornare al punto di partenza e raggiungere la nostra auto.

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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3 pensieri riguardo “393 Cascata Sbarco di Fanes

  1. Bellissima escursione, sia d’estate che d’inverno. D’altra parte, ogni ascensione fatta sulle singole cime del Fanes sono strepitose, soprattutto d’inverno. Ho in mente il piz Lavarella o il più semplice Col Bechei. E perché no il Lungo tratto del Vallon Bianco e il suo Castelletto. Grazie di avermi fatto rivivere dei bei momenti

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