558 Tenersi per mano omissis

forse mi sottovaluti
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Tenersi per mano omissis

di: Salvatore Stringari

Tenersi per mano

Data: 2 Novembre 2020

sono alcuni giorni che non stiamo più assieme

…mi scuso con i lettori di questo blog, nei giorni scorsi avevo pubblicato alcuni post ma poi sono stati eliminati perché avevo fatto degli errori di pubblicazione ma non li avevo salvati come solitamente faccio con Windows office (word) quindi i miei pensieri sono andati persi…sono per me giorni tristi e dolorosi dover elaborare un’altra volta dopo 10 anni un sentimento che finisce all’improvviso da parte delle mia compagna è dura, dura perché non ci sono motivi validi. Non mi ama più e se ami qualcuno lo devi lasciare libero di volare..

Vi lascio questo nuovo articolo augurando la buona serata a tutti…

a lei che nel 2010 scrisse queste parole

[Omissis] ed ecco, non ho trovato un compagno più giovane di me di una decina di anni? E me lo tengo stretto, anche per mano.
Sarà una cosa stupida, ma che felicità. [Omissis]

Tenersi per mano…

La mano ha geografie segrete, tenerezze senza parole e promesse di sicurezza, rifugio, fedeltà… [omissis] La mano è confidenza completa, abbandono, fiducia.

Non per niente nel bisogno “si tende una mano” si usa dire “ti do una mano” “vuoi una mano?” è nel pericolo che si afferra la mano della salvezza, se c’è.

Me ne fo’ un baffo che non sia signorile e denunci la nostra poco regale nascita in una piccola città di provincia e la nostra poca cultura.
Lascio volentieri alle classi alte la prerogativa dell’indifferenza o al massimo del braccetto, affettuoso ma impersonale,
la mano è bella ed è bello, proprio bello solo nelle coppie molto anziane, che si sostengono l’un l’altro.

[Omissis] Niente smancerie. [Omissis]

Sa cosa ho fatto? Ho fotocopiato, ritagliato e cellophanato la bustina e la porto con noi, critica testimone del nostro deprecabile mano nella mano.
L’ho fatta leggere a lui, le risparmio i commenti in trentino (eh sì, ci sono più di 100 Km fra noi, ma non ci ferma nessuno). E qui è cominciato il gioco: mano nella mano davanti alle fontane, ai pozzi, ai castelli, ai musei e ai romitori che visitiamo con la benedizione della bustina che sporge i suoi occhietti disgustati dallo zaino e disapprova le foto con autoscatto e i “Ti amo” sussurrati all’orecchio. Orrore. Se ci aggiungiamo le rose rosse acquistate per 10 volte il giusto prezzo da orientali sorridenti e gentili, i fiori e lillà rubati ai cancelli…prima o poi la bustina schiatterà dall’indignazione. Da buoni montanari evitiamo solo le limonate, passando leggeri tra torme di ragazzi/e con piercing e tatuaggi che slumacano, stazionano e si stravaccano in centro, bevuti e fatti, beata gioventù, e si divertono a pisciare (i maschi) sulle cancellate e sui portoni della brava gente. Noi per qualche bacetto evitiamo il pubblico e aspettiamo di salire almeno a quota 2600 s.l.m. dopo una scarpinata di 5 ore e sull’ultimo avamposto di prato (c’è sempre uno scampolo morbido e vellutato, grande quanto un letto francese, prima delle crode più aspre) lì ci permettiamo un bacio, prima della discesa di altre 5 ore.
Ora abbiamo in programma: a) il ponte di Bassano fatto b) il balcone di Giulietta????? in sospeso

[Omissis:..] E se prenderete per mano la vostra compagna o moglie vedrete che risultati. [Omissis:..]

[Omissis] è qui che… l’ha stretta per superare un passaggio per lei difficile, dietro la Tofana di Rozes, non ha più lasciato l’arto che gli fu porto. [Omissis]

Paola lascia quella mano che ha stretto per ben 10 anni… nell’Ottobre 2020, senza un perché, senza un motivo e io che l’amo come quel primo giorno trascorso sulla Tofana sono qui con la testa vuota, una mano che stritola lo stomaco e mi toglie il fiato, mi dicono tutti gli amici che passerà, si è vero, è già passata una volta nel 2008 ci sono voluti 2 anni a uscire da quel precedente rapporto, fino a quando nel 2010 ti sei fidata della mia mano…

non sto rimuginando sto solo ricordando e rileggendo le tue parole: non ci ferma nessuno! ti ha fermato cosa! ti sei arresa senza parlare prima con me!… improvvisamente quei 100 km sono diventati per te un ostacolo da non riuscire a sorpassarlo!

l’originale

Belluno, 15/08/2010

Buongiorno gentile Signor Umberto,

Ho letto la sua simpatica bustina del 29/7/10 “Tenersi per mano” e non ho potuto fare a meno di scriverle, anche se non tempestivamente: noi delle classi basse abbiamo poco tempo per le attività concettuali. Mi perdonerà se questa è già la seconda volta, ma sono passati più o meno venti anni dalla prima, allora avevo appena divorato “Il nome della rosa” e complice la mia febbre a 40° (non per colpa del libro, semplice influenza) le scrissi una lettera logorroica e delirante. Giustamente il suo segretario mi freddò con un ringraziamento generico tipo “risposta tramite circolare alle missive di Snoopy”, se ha presente il fumetto. Questa è la seconda e mi dilungherò un pochino, ma sono stata provocata dall’argomento. Mi riconosco: ho più di cinquant’anni sonati, vivo in una piccola città di fronte alle Dolomiti venete, una separazione alle spalle, venti anni di solitudine in cui ho rafforzato la convinzione “meglio sola che male accompagnato”, una figlia grande prossima alla tesi, ed ecco, non ho trovato un compagno più giovane di me di una decina di anni? E me lo tengo stretto, anche per mano. Sarà una cosa stupida, ma che felicità. Se non l’ha mai provata, non sa cosa perde. La mano ha geografie segrete, tenerezze senza parole e promesse di sicurezza, rifugio, fedeltà. So che non posso competere con Lei, né tantomeno convincere un funambolo della parola, non ho potuto continuare gli studi, io, a diciotto anni noi del proletariato si va a lavorare, a 15 il mio compagno, anche se eravamo bravi, anche se abbiamo pianto dalla delusione; ma abbraccio la mia causa. La mano è confidenza completa, abbandono, fiducia. Non per niente nel bisogno “si tende una mano” si usa dire “ti do una mano” “vuoi una mano?” e nel pericolo si afferra la mano della salvezza, se c’è. Io la sua mano l’ho stretta per superare un passaggio per me difficile, dietro la Tofana di Rozes, galeotta fu la croda, non ho più lasciato l’arto che mi fu porto. Me ne fo’ un baffo che non sia signorile e denunci la nostra poco regale nascita in una piccola città di provincia e la nostra poca cultura.. Lascio volentieri alle classi alte la prerogativa dell’indifferenza o al massimo del braccetto, affettuoso ma impersonale, bello, proprio bello solo nelle coppie molto anziane, che si sostengono l’un l’altro. Certo anche i miei si danno e si davano il braccetto, ma non mi ricordo abbiano mai potuto esprimere i loro sentimenti, la suocera, la mia nonna paterna, sorvegliava con aspro cipiglio. Niente smancerie. Sa cosa ho fatto? Ho fotocopiato, ritagliato e cellophanato la bustina e la porto con noi, critica testimone del nostro deprecabile mano nella mano. L’ho fatta leggere a lui, le risparmio i commenti in trentino (eh sì, ci sono più di 100 Km fra noi, ma non ci ferma nessuno). E qui è cominciato il gioco: mano nella mano davanti alle fontane, ai pozzi, ai castelli, ai musei e ai romitori che visitiamo con la benedizione della bustina che sporge i suoi occhietti disgustati dallo zaino e disapprova le foto con autoscatto e i “Ti amo” sussurrati all’orecchio. Orrore. Se ci aggiungiamo le rose rosse acquistate per 10 volte il giusto prezzo da orientali sorridenti e gentili, i fiori e lillà rubati ai cancelli…prima o poi la bustina schiatterà dall’indignazione. Da buoni montanari evitiamo solo le limonate, passando leggeri tra torme di ragazzi/e con piercing e tatuaggi che slumacano, stazionano e si stravaccano in centro, bevuti e fatti, beata gioventù, e si divertono a pisciare (i maschi) sulle cancellate e sui portoni della brava gente. Noi per qualche bacetto evitiamo il pubblico e aspettiamo di salire almeno a quota 2600 s.l.m. dopo una scarpinata di 5 ore e sull’ultimo avamposto di prato (c’è sempre uno scampolo morbido e vellutato, grande quanto un letto francese, prima delle crode più aspre) lì ci permettiamo un bacio, prima della discesa di altre 5 ore. Ora abbiamo in programma: a) il ponte di Bassano b) il balcone di Giulietta c) ????? Noi del ceto medio-basso purtroppo non abbiamo la semantica fantasia dei ceti alti, ma accettiamo volentieri suggerimenti per luoghi-abbraccio suggestivi, che so, qualche rocca, torre, campanile, lago ameno ancora più turpemente proletar-fantozzian-adatti alla bisogna. Naturalmente porteremo la bustina con noi. Le vogliamo bene! E se prenderà per mano la sua compagna-moglie vedrà che risultati.
Buon futuro. Paola Gardin 

Autore/i: Salvatore Stringari
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