600 Eremitaggi in Val di Non


lago di Santa Giustina Val di Non © Copyright By Salvatore Stringari

Eremo di San Gallo, di San Biagio, di Santa Emerenziana

di Salvatore Stringari

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 14-03-2021

Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Roén Corno di Tres
Cartina: Tabacco foglio 064 Val di Non Le Maddalene Cles Roén Mendola
Segnavia: associazioni e privati
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E, itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche). 
Quota partenza: 628 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 526 m.s.l.m
Dislivello: m. 102
Tempi di percorrenza*: due ore / in giornata 
Giro: A/R
Punti di appoggio: nessuno
Acqua, sorgenti: no
Località: Cagnò, Romallo, Tuenno
Copertura cellulare:
Parcheggio/i: sì privato alla Terrazza dei Sapori, privato all’Eremo di San Biagio, pubblico quello di S. Emerenziana
Tappe del percorso: Cagnò Terrazza dei Sapori, Eremo San Gallo e ritorno per la stessa. Romallo e ritorno. Tuenno e ritorno.
Partecipanti: Sandra, Daniela, l’autore Salvatore

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

Da domani, per contrastare l’epidemia Covid, la zona rossa verrà estesa a tutta Italia, il contagio non accenna a diminuire e ci ritroveremo ancora in isolamento come un anno fa… Per chiudere in bellezza e in allegria, dopo il bel giro a Malga Bodrina noi oggi andiamo a visitare tre Eremi in Val di Non.

L’eremo di San Gallo

Anche oggi sono in compagnia delle mie amiche Sandra e Daniela, da Mezzocorona raggiungiamo Cles e da qui il paese di Cagnò, per la nostra escursione, quasi un pellegrinaggio, iniziamo dall’Eremo di San Gallo: il sentiero parte nelle vicinanze della Terrazza dei Sapori, una rivendita di prodotti tipici, il parcheggio sarebbe ad uso del locale, cerchiamo di lascare l’auto nel lato nord, più distante e defilato. Scendiamo per una trattorabile cementificata che serve ai poderi, in Val di Non come è noto i meleti sono piantati sfruttando ogni spazio disponibile, quindi anche sulle ripide sponde del lago sottostante. Dopo 6 tornanti in discesa risaliamo brevemente e raggiungiamo una cengia che offre una bella vista sulla forra del rio Novella che ci porta prima a un punto panoramico, poi ai ruderi dell’Eremo di San Gallo. Lungo il percorso troviamo diversi cartelli descrittivi, molto interessanti, da cui ricavo parecchie informazioni sul luogo. L’eremo fu fondato intorno al VI-VII secolo dai discepoli dei monaci Irlandesi che erano al seguito del Santo, su uno sperone roccioso tra Cagnò e Scanna.

Eremo di San Gallo © Copyright By Salvatore Stringari

Fu luogo di presenza religiosa per quasi un millennio e poi abbandonato fino al 1491 quando il Vescovo Udalrico diede il permesso del romitaggio al sacerdote Nicolò Bulichen da Longavilla, della diocesi di Metz. Fu retto poi da altri dieci prelati fino alla demolizione avvenuta nel 1774, ma già nel 1766 era stato dichiarato inagibile. Ho riassunto la storia di questo Eremo che vi invito a visitare anche se oggi l’unica parete rimasta in piedi è quella di testa, appoggiata alla roccia, nulla più di una cavità affrescata, ma il luogo merita questa passeggiata, poco distante, scendendo verso il torrente Pescara, si trovano altre due grotte. Facciamo ritorno a ritroso fino al paese di Cagnò, prendiamo l’auto e ci avviamo a visitare l’Eremo di San Biagio.  

Eremo di San Biagio

Fatti pochi chilometri raggiungiamo facilmente Romallo di San Biagio, qui si trova l’eremo che sorge su di uno sperone proprio sopra la forra del Rio Novella. “Si tratta di un complesso di edifici eretti a partire dal XIII secolo, il cui nucleo più antico è costituito da una cappella romanica dedicata alla Beata Vergine Maria, con volte sorrette da sei colonnine monolitiche.

Eremo di San Biagio © Copyright By Salvatore Stringari

A lato della porta d’ingresso è visibile un affresco raffigurante San Cristoforo, protettore dei pellegrini. La prima notizia certa risale al 1307 e riguarda una controversia sorta tra il pievano di Revò e tre monache che abitavano a San Biagio…” il resto del testo che illustra la travagliata storia dell’eremo lo metto tra le note a piè pagina, per chi fosse curioso. Il complesso è proprietà privata, ma prenotando è possibile visitarlo gratuitamente, magari aggiungendo la visita, guidata e sempre gratuita, alle tenute e alle cantine dell’azienda agricola proprietaria, ci sembra di intuire dal cartello… Oggi non riusciamo a visitarlo all’interno, non abbiamo prenotato e la pandemia covid probabilmente non ci consentirebbe di fare neanche la visita guidata ai poderi, ci accontentiamo di alcune foto per poi raggiungere la nostra terza meta.

Chiesa di Santa Emerenziana

La chiesa di Santa Emerenziana è posta all’imbocco della Val di Tovel sotto il monte Corno a Tuenno. La costruzione risale all’XI-XII secolo. (a Cles e Tuenno Eremo Santa Emerenziana) Dopo l’eremo di San Biagio, purtroppo chiuso, facciamo ritorniamo verso Cles e da qui in auto prendiamo la strada che porta al Lago di Tovel, nella valle omonima. Seguendo le indicazioni per il lago giungiamo ad un capitello con un parcheggio e una piccola area verde attrezzata. Prima di affrontare l’ultima passeggiata fino alla chiesa, ci fermiamo a fare pausa pranzo al sacco. Panini per tutti, ognuno il suo, e per me birra portata a sorpresa da Daniela, poi i buonissimi “crostoi” (chiacchiere), fatti da Sandra e non poteva mancare il caffè, almeno per quest’ultimo l’onore di offrirlo è mio. Dopo questo pranzetto improvvisato ci apprestiamo a lasciare il tavolo del nostro “ristorante” e andiamo alla ricerca del sentiero per la chiesa di Santa Emerenziana, a dire il vero lo troviamo subito, ci sono molte indicazioni in loco e l’eremo è ben visibile, si trova su di un colle in mezzo a una corona di montagne, in lontananza vediamo una cascata che sembra uscire dal ventre del Monte Corno.

Eremo di Santa Emerenziana © Copyright By Salvatore Stringari

Percorriamo la strada che porta al lago di Tovel, quello che un tempo diventava rosso, poi la lasciamo per salire sul dosso dove sorge la chiesa percorrendo la  Via Crucis con formelle in terra cotta realizzate dalla scuola d’arte di Cles. Il luogo invita al silenzio, il parco di cui è corredato questo eremo è grande e bellissimo. Purtroppo anche questo edificio sacro è chiuso e non possiamo visitarne l’interno.

Che dire di più, è giunto il tempo di fare rientro, per buona parte del percorso torniamo ad ammirare dall’alto i versanti che scendono ripidi verso il lago artificiale di Santa Giustina che in questo periodo è eccezionalmente basso, tanto da scoprire le pareti rocciose, desolatamente prive di vegetazione. La vista è però molto spettacolare e suggestiva. Torniamo al parcheggio e terminiamo così la nostra esplorazione di oggi a tre antichi luoghi sacri, per un bel pezzo fino al 6 aprile saremo in Zona Rossa, niente escursioni in compagnia… Ma ritorneremo ai nostri amati monti!

in conclusione alcune note:

Eremo di San Gallo,

la sua storia è antichissima, luogo di culto preistorico, poi romano come si deduce dal “cognomen” Gallus, che indica la presenza etnica dei Galli. In epoca cristiana prese importanza per il culto di San Gallo Abate, monaco irlandese vissuto tra il VI e il VII secolo d.C. fondatore del Monastero Di San Gallo in Svizzera. L’animale associato a questo monaco è l’orso, a cui il Santo levò una spina, del resto l’orso è legato a tanti altri solitari eremiti, San Romedio, San Lucano ecc. la cui socialità era per necessità più rivolta agli animali selvaggi che agli umani. La tradizione narra che il vino di San Gallo guarisca dalla febbre, ma forse è una leggenda messa in circolazione dai vignaioli della Val di Non. L’eremo fu eretto in un luogo aspro e selvaggio, era un passaggio obbligato della “via de Fer” un antico sentiero che dal Castelaz di Cagnò attraverso il Passo Palade portava al paese di Scanna. Questo romitaggio dopo una lunga frequentazione religiosa decadde progressivamente e nel tempo divenne sede di fuorilegge, nel 1776 fu abbandonato definitivamente e poi abbattuto, della chiesetta e dell’eremo oggi purtroppo restano pochi ruderi.

Eremo di San Biagio

Negli antichi documenti il sito è denominato anche “dosso di San Lazzaro”, circostanza che induce a ipotizzare la presenta in loco – tra il XIII e il XIV secolo – di un lazzaretto, ossia un ricovero per lebbrosi consacrati alla vita religiosa. In seguito la chiesa e i terreni agricoli circostanti vennero affidati a beneficiati laici o religiosi e infine a poveri eremiti. Nel 1593 l’eremo fu incorporato ai beni stabili del seminario di Trento. Nel 1658 venne ceduto ai conti d’Arsio, che provvidero alla sua manutenzione: ancora oggi sopra la porta d’ingresso della chiesa e sulla facciata dell’abitazione campeggiano due stemmi della nobile famiglia. L’ultimo eremita fu Lorenzo Bertolini da Dambel, morto nel 1790. Nel corso del XIX secolo il complesso venne convertito in casa colonica. Oggi il complesso edilizio è di proprietà della famiglia Facinelli, che offre al visitatore visite guidate all’azienda agricola frutticola circostante ed ad alcuni vigneti coltivati a Groppello. Inoltre è possibile visitare l’eremo gratuitamente. Per prenotare le visite guidate contattare direttamente la famiglia Facinelli ai numeri 347-1662990 o 0463 437255.”

Eremo di Santa Emerenziana

“Il portale d’ingresso è leggermente decentrato, è un portale lapideo e archiacuto, ornato con dei bassorilievi. Nell’arco è scolpita una mano benedicente, affiancata a una piccola croce e a un giglio. Gli stipiti del portale sono dipinti di rosso e i capitelli di bianco. Ai lati del portale ci sono due finestre quadrangolari inferriate con cornice lapidea. Al centro, sopra il portale, si trova un oculo anch’esso con cornice lapidea. Il campanile a torretta si trova nel punto d’incontro tra le falde di copertura sulla facciata. La facciata, a ripidi spioventi, è serrata da due barbacani, strutture difensive medioevali utilizzati come sostegno o protezione aggiuntiva rispetto al muro di cinta o alla fortezza vera e propria. La facciata è a capanna, il portale è tardo gotico e racchiude elementi romanici come la mano benedicente, la croce e la rosa e il rosone.”

Autore/i: Salvatore Stringari con la collaborazione di Paola Marini Gardin.
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
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5 pensieri riguardo “600 Eremitaggi in Val di Non

    1. Ciao Witty, purtroppo contano i contagiati e non l’aria buona anche io non ne posso più di questo che è un incubo per me doppio noi eravamo arancioni fino a lunedì scorso non potevamo uscire dal comune ma almeno si poteva andare, poi l’altro incubo sono i dpcm da interpretare che cambiano in base alle proteste che arrivano in comune e in provincia negli uffici ho scoperto leggendo su twitter che si può usare l’aut per andare a correre e in bicicletta ma senza uscire dal comune però non ho capito se si possono fare le escursioni! incubo? questo è terrorismo psicologico, capisco l’epidemia che stiamo affrontando ma non i dpcm…

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