642 Laghetto di Volaia


Laghetto di Volaia e Rifugio Volayersee Hutte, © Copyright By Paola Marini Gardin.

Laghetto di Volaia

di Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 25-09-2021

Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Alpi Carniche
Cartina: Tabacco foglio 09  Alpi Carniche Carnia Centrale
Segnavia: C.A.I 143, 144
Tipologia sentiero e difficoltà: Sentiero Escursionistico (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1.350 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2100 m.s.l.m
Dislivello: m. 650
Tempi di percorrenza: in giornata
Giro: A/R e anello parziale
Punti di appoggio: Rifugio Tolazzi, Volayersee Hutte
Acqua, sorgenti: no (ruscelli in quota)
Località: Forni Avoltri
Copertura cellulare:
Parcheggio/i:
Tappe del percorso: Rifugio Tolazzi m 1350, sentiero 143, Passo Volaia m. 1970, sentiero 144, Forcella Valentin m. 2000
Partecipanti: 13 persone, Gruppo CAI Alpago e simpatizzanti più la sottoscritta

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

Oggi ho colto l’occasione per partecipare all’escursione proposta dal Gruppo CAI Alpago: il Laghetto di Volaia. Per me è un territorio sconosciuto, al confine tra l’Italia e l’Austria, che come tanti altri luoghi alpini, porta ancora evidenti segni della Prima Guerra Mondiale. Parto da Belluno alle 6.15, a Ponte vengo raccolta insieme con un’amica da uno degli accompagnatori, troviamo il resto del gruppo a Domegge, dove facciamo una ricca colazione presso la Pasticceria Da Vià. Dopo la sosta ci dirigiamo a Sappada e proseguiamo per Forni Avoltri, dove prendiamo la stretta strada asfaltata che ci porta a risalire il Vallone Rio Fulin fino alla frazione di Collina e poi al Rifugio Tolazzi, m. 1.350. Parcheggiamo nel piazzale, qui trovo Salvatore che ha pernottato in camper, farà per conto suo la prima parte della nostra escursione, Forcella e giro del Laghetto di Volaia.

dal Rifugio Tolazzi Al lago di Volaia

Il nostro gruppetto di tredici persone si avvia per la strada che subito diventa una carrareccia, lasciamo sulla destra la stradina che porta al Rifugio Marinelli – Malga Moraretto e teniamo la sinistra, con indicazione Rifugio Lambertenghi- Lago di Volaia. La strada forestale continua a salire con pendenza regolare il versante, ma noi la lasciamo subito per imboccare a destra il ripido sentiero, segnavia CAI 144, che sale diritto nel bosco, tagliando più volte la stradina.

un tratto del sentiero che sale a Forcella Volaia © Copyright By Paola Marini Gardin.

Ci alziamo velocemente di quota, osservando come cambi la vegetazione alle varie altezze: abeti, larici, mughi, erbe, fiori alpini; poi il percorso si fa meno ripido, superiamo il Rio Landri e incrociamo nuovamente a circa 1.650 m. la strada forestale, che qui ha il suo termine. Da questo punto, proseguiamo per il sentiero, in salita, la vegetazione è scomparsa, lasciando il posto alle pietraie; il percorso è un po’ più faticoso, ma la vista sulle cime rocciose che ci affiancano, il Monte Capolago a sinistra, le pareti del massiccio del Coglians alla destra, ci sollevano l’animo. Sentiamo fischiare le marmotte, ancora nascoste nelle tane: deve essere l’ora della sveglia, le vedremo aggirarsi tra le rocce solo al ritorno. Lasciamo a destra il sentiero 145 (Sentiero Spinotti- Rifugio Marinelli) e continuiamo verso la forcella ormai vicina, siamo inondati dal sole mentre alle nostre spalle la lontana pianura friulana ci appare coperta dalle nuvole.  Incontriamo i primi ruderi delle postazioni della Prima Guerra e poi il Rifugio Lambertenghi-Romanin (purtroppo chiuso), posto pochi metri sotto la forcella. Ancora un piccolo sforzo e siamo al valico, Passo di Volaia, m. 1.970: lo sguardo, prima che dalla vista delle fortificazioni e delle trincee, viene attirato dalla visione del Laghetto di Volaia, ancora in ombra, nel catino che separa il Monte Capolago dalla Cima Lastrons del Lago. Qui correva il confine tra Italia e Austria, parte delle trincee (Sentiero della Pace) e delle postazioni è stata ripulita e recuperata, un Crocifisso veglia nel punto più alto del passo.
Il panorama è magnifico e vale cento volte la fatica fatta per raggiungerlo, a est abbiamo il massiccio del Coglians, a ovest i Monti di Volaia, a nord la cima del Raauchofel, al centro l’incantevole laghetto di origine glaciale.

Laghetto di Volaia e Rifugio Volayersee Hutte, © Copyright By Paola Marini Gardin.

il giro ad anello

Lasciamo la ventosa forcella e visitiamo brevemente una postazione in caverna alla nostra sinistra, poi scendiamo sulla riva del lago e percorrendo il sentiero che lo circonda in senso antiorario saliamo a destra, segnavia CAI 403, lungo un vallone in ombra, sfiorando alcune lingue di neve. Le rocce sono ricche di fossili del periodo Devoniano (tra 420 e 360 milioni di anni fa) qui allora c’era un mare poco profondo e caldo, lo testimoniano le piccole impronte di gigli di mare, gasteropodi e conchiglie che sembrano ricamare le grigie pietre, antichissime scogliere coralline. Ci sono alcuni cartelli esplicativi lungo il percorso, ma confesso che senza l’aiuto di Luca, uno dei nostri due accompagnatori, non avrei saputo distinguere e apprezzare questi fossili marini. Sui ghiaioni che salgono verso il Coglians ci sono ancora resti di reticolati, triste retaggio della Grande Guerra, ma fra le rocce la natura prende la rivincita sulle brutture umane con fiori coloratissimi, gialli, rosa, viola, blu, di ogni forma e sfumatura. Saliamo dando un ultimo sguardo al laghetto che scompare alle nostre spalle e raggiungiamo Forcella Valentintorl, m. 2138, da dove possiamo godere il panorama sui due versanti. Da una parte il vallone che abbiamo risalito, dall’altra quello del Valentinentel, sormontato dalla possente bastionata della Creta delle Chiavenate e dalle pareti del Monte Coglians, rocce incredibili, con stratificazioni e pieghe formatesi nel corso delle ere geologiche.

Forcella Valentintorl © Copyright By Paola Marini Gardin.

Sentiamo alcune voci provenire dall’alto e scorgiamo due cordate di arrampicatori impegnati sulla ferrata che sale la parete nord del Coglians (da parte mia provo un po’ di invidia). La sosta è breve, lasciamo la forcella e saliamo ancora, prendendo un canalino detritico, dalle rocce rossastre, che sbuca su un’altra forcella a circa 2200 metri che dà su bellissimi pascoli sommitali. Finalmente siamo quasi in piano, tra i prati umidi, ricchi d’acqua che scorre allegra in piccoli rivi, fiori di aconito, achillea, radicchio, miosotidi spuntano tra le erbe, uno stagno e delle piccole torbiere, fiorite di piante lacustri dai fiocchi bianchi, ci trasmettono una sensazione di tranquilla bellezza. Lasciamo alla nostra destra la cima del Rauchofel, m. 2460, dove si stanno dirigendo alcuni escursionisti e raggiunta una sella a metri 2.265, la quota più alta per oggi, cominciamo la discesa, segnavia CAI 438, che ci riporterà al Laghetto di Volaia. 

al Volayersee Hutte,

Il sentiero scende tra magri prati e rocce ricoperte di licheni, questi massi sono i depositi bruni del Monte Cocco, formatesi in mare aperto circa 430 milioni di anni fa, altri affioramenti sono completamente diversi, caratteristici di un mare più profondo.
Continuiamo a scendere il costone roccioso e erboso, la vista si apre sulla verde vallata in basso, circondata dalle magnifiche cime dei Monti di Volaia, dall’alto vediamo il rifugio austriaco, sotto la mole del Monte Capolago.

panorama verso i Monti di Volaia © Copyright By Paola Marini Gardin.

Arriviamo al laghetto, è ora della sosta per il pranzo al sacco che consumiamo seduti sui sassi della riva. L’acqua ora risplende sotto il sole e riflette le cime dei monti, un paesaggio paradisiaco…i più coraggiosi levano scarponi e calzini e osano qualche passo nelle acque gelide e cristalline. Le cose belle finiscono presto, prima di iniziare la discesa ci concediamo una birra o un caffè al Volayersee Hutte, il rifugio austriaco che, a differenza di quello italiano, sorge sulla sponda del lago a forma di cuore, offrendo una magnifica vista ai suoi ospiti. Risaliamo al valico e scendiamo per il sentiero, all’incrocio con la forestale tralasciamo il ripido percorso fatto in andata e continuiamo per la stradina sterrata che scende con tornanti regolari riportandoci al Rifugio Tolazzi. L’escursione è stata bellissima, ringrazio infinitamente gli accompagnatori e tutto il gruppo di amici incontrati oggi.

Note per i più curiosi: Lungo la dorsale dei monti più alti del Friuli Venezia Giulia un intervallo d’acqua è incastonato attorno a quota 2000m. Il Lago di Volaia, sul confine italo austriaco, si propone come una delle mete più apprezzate dell’intera montagna friulana. Di origini glaciali, questo piccolo bacino lacustre incastonato tra le pareti rispecchia al tramonto i grigi versanti dei monti di Volaia, in uno spettacolo senza fine che si rinnova ogni giorno. “Il laghetto di Volaia si è creato in conseguenza dell’ultima glaciazione, iniziata circa 115.000 anni fa. Il ghiacciaio aveva scavato il bacino e sommerso dai ghiacci il Passo di Volaia. Dopo il ritiro dei ghiacci, circa 10.000 anni fa, il bacino si è riempito di acqua creando un lago profondo fino 14 metri, oggi alimentato anche da acque sotterranee che giungono dal ghiaione adiacente. La temperatura massima dell’acqua è di 14 gradi” (descrizione da un cartellone in loco). Il Monte Coglians, 2780 metri, è la cima più alta delle Alpi Carniche e del Friuli Venezia Giulia. E’ situato in Carnia al confine nazionale: il versante meridionale è italiano, quello settentrionale austriaco. Lo si può salire da sud per la Via Normale, con partenza dal Rifugio Marinelli, m. 2.111, oppure per una lunga e impegnativa ferrata che supera la parete nord. La Trincea del Volaia ricorda il dramma della prima guerra mondiale con manufatti bellici, recuperati dai volontari, che restano testimoni di uno dei periodi più bui della storia del ‘900.

Autore/i: Paola Marini Gardin
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10 pensieri riguardo “642 Laghetto di Volaia

  1. Immagini uniche e strepitosamente belle della natura, che dobbiamo cercare di mantenere intatte il più possibile…
    Buon inizio di settimana, silvia

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    ti ringrazio per il commento che rimarrà in Spam ma non vedo il motivo di inviarti una mail?

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