
Da Zelant ai Brent de l’Art
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 07-01-2022
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Dolomiti Bellunesi
Cartina: foglio 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi
Segnavia: assenti su parte del percorso
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico
(E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Tempi di percorrenza*: 5 ore comprese le soste
Quota partenza: circa 800 m.s.l.m
Quota da raggiungere: m.s.l.m 426
Dislivello: m. 374
Tempi di percorrenza*: 5 ore comprese le soste
Giro: anello
Punti di appoggio: Zelant, Ristorante Pizzeria da Geppo
Acqua, sorgenti: no
Località: Zelànt (Mel, Borgo Valbelluna)
Copertura cellulare: parziale
Parcheggio/i: sì a Zelànt
Tappe del percorso: Zelànt, Crosentana, Brent de l’Art, Prassibas, Zelànt
Partecipanti: Carmen, Silvano, Lucia e l’autrice.
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
Avvertenza: questo percorso non è segnato sulla cartina Tabacco ed è in parte privo di indicazioni, meglio non avventurarsi se non si conoscono i luoghi.
L’escursione in dettaglio:
oggi mi alzo presto, le prime luci dell’alba illuminano le cime imbiancate della Schiara che sembrano accendersi di rosso fuoco, uno spettacolo meraviglioso! Mi preparo e raggiungo i miei amici a Trichiana, poi raggiungiamo la frazione di Carve di Mel e all’incrocio proseguiamo a sinistra per Zelànt (a destra si va a Praderadego), la stretta strada è quasi interamente libera da neve e ghiaccio, trovandosi sul versante che dà verso sud-ovest. Arriviamo in località Zelànt, circa a quota 800 metri, troviamo parcheggio nello spiazzo a lato strada, di fronte all’Osteria “Da Geppo”, pronti per un’avventurosa escursione ai Brent de l’Art, un caratteristico canyon le cui rocce a strati multicolori, rossi, bianchi, grigi, sono state formate e erose dal torrente Ardo (Art in dialetto), un affluente di sinistra del Piave. A proposito, da noi “Brent” indica un torrente che scorre in una stretta forra, “Art” deriva da “Artus” e indica una gola rocciosa, il termine “brentana” l’improvviso gonfiarsi di un corso d’acqua dopo l’apporto delle piogge.

La forra dei Brent è raggiungibile in pochi minuti dal versante opposto, scendendo per sentiero dal bel paese di Sant’Antonio di Tortal, partendo da Zelant ci sono diversi sentieri, noi vogliamo esplorare un nuovo itinerario, in parte senza indicazioni, che non consiglio a chi non è pratico di questi luoghi. Ci mettiamo in marcia sulla stradina innevata, superiamo la chiesetta dedicata ai Caduti di Tutte le Guerre e poco dopo, al bivio con un capitello dedicato a Sant’Antonio, la segnaletica ci indica diritto per Val Foran, Cozzolino, Signa, Val di Botte, a destra per Caosa, a sinistra per Crosentana. Noi prendiamo la stradina che scende a sinistra, facendo attenzione a neve e ghiaccio. Due cartelli artigianali indicano nella stessa direzione il “Troi de le fede” (sentiero delle pecore) e i “Brent”. Ci avviamo fiduciosi ammirando il panorama sui monti che attorniano la Valbelluna, una magnifica visione dal Gruppo della Schiara ai Monti dell’Alpago alle Prealpi, si nota in particolare la nitida sagoma del “San Bernardo” che risalta sul Terne innevato.

La neve che ricopre la strada e i colli è bellissima, ovunque ci sono tracce di animali selvatici, caprioli, lepri, volpi, chissà che traffico deve esserci dal tramonto al mattino, quando nessun umano passa di qui. Scendiamo un poco e troviamo un altro piccolo bivio, il “troi de le fede” continua a destra, il sentiero per i Brent si stacca sulla sinistra, questo sarà l’ultimo cartello che vedremo su questo versante, d’ora in poi andremo a intuito perché Lucia, l’unica che ha già percorso l’itinerario, non lo ricorda perfettamente. Il nostro sentierino battuto nella neve taglia in discesa i prati innevati e finisce nel bosco dove tra il fogliame privo di coltre bianca perdiamo la traccia, scartiamo una mulattiera che secondo noi non va nella direzione dei Brent (ma potremmo aver avuto torto) e dopo aver girovagato qua è là inutilmente decidiamo di andare dalla parte opposta, tenendo come obiettivo Sant’Antonio di Tortal, pur completamente nascosto dalla vegetazione.

Tombola, usciamo dal bosco e raggiungiamo una casera con una stalla, dove la memoria della nostra amica si risveglia, siamo giusti, sempre in località Crosentana, a causa della neve in qualche punto non abbiamo visto e imboccato la stradina che portava fino alle casa rurale. Diritto davanti alla casera troviamo il sentiero che scende verso la Val di Botte, ma la tempesta Vaia di due anni fa ha sconvolto il bosco, superiamo qualche schianto e dopo un po’ la mulattiera svanisce, dobbiamo andare a naso. Per fortuna, anche se non siamo piccioni viaggiatori, abbiamo una qualche bussola in un remoto recesso del cervello e manteniamo la direzione per i Brent. Scendendo un canalone dirupato troviamo un lungo muretto a secco, lo seguiamo e poco dopo arriviamo ai ruderi di alcune casere da dove scende un sentiero ben marcato. Lo prendiamo, passiamo qualche tratto ripido e ghiacciato su lastre scivolose e arriviamo in fondo, guadiamo facilmente un torrente e ci troviamo verso lo sbocco della Val di Botte, dove ci sono finalmente i cartelli che indicano i Brent alla nostra sinistra (in direzione opposta si va a Signa, una piccola frazione di Sant’Antonio di Tortal). Anche questa valle nel tratto finale forma una forra, più piccola dei Brent, con catini, ghiaccioli pendenti, piccole cascate. Da questo punto, a parte l’attenzione che dobbiamo prestare al sentiero ghiacciato che prosegue nel bosco, è una passeggiata: guadiamo un altro ruscello, passiamo accanto a una parete rocciosa coperta di cortine ghiacciate (nei pressi vediamo anche i resti di una calchera), poi raggiungiamo il ponte di legno che supera L’Art, a m. 426.

Finalmente possiamo ammirare le creazioni di ghiaccio che infiorano le pareti della gola, niente a che vedere con lo spettacolo degli anni passati, quando la temperatura era così bassa da congelare anche l’acqua tumultuosa del torrente e si poteva percorrere con ramponi e casco l’intera forra, ma sempre una fantastica visione. Indossiamo i ramponi e esploriamo un brevissimo tratto, fin dove si può arrivare senza rischiare di cadere di sotto, per fotografare le stalattiti di ghiaccio che pendono dalle rocce colorate. Il sole ormai ha abbandonato la forra, ci alziamo di qualche decina di metri sul versante opposto, in modo da poter consumare il nostro pranzo al sacco baciati dagli ultimi raggi. Torniamo al ponte e riprendiamo il sentiero, ma non intendiamo risalire per il tortuoso percorso di andata, dopo poco prendiamo alla nostra destra il sentiero “ufficiale”, segnato con il cartello “Zelànt” che sale nel bosco. Passiamo nei pressi di un rudere e saliamo ancora trovando una stradina accanto alle Case Prassibas, m. 568, una casa rurale e una stalla poste ai margini di prati che in stagione vengono ancora sfalciati. Altri cartelli ci indicano il percorso, sempre in salita raggiungiamo altri pascoli innevati e un paio di belle casere che godono di un magnifico panorama sul gruppo del Visentìn e sul paese di fronte, Sant’Antonio di Tortal.

Proseguiamo e alla fine incrociamo la strada asfaltata che sale da Pellegai e ci riporta a Zelànt, a tratti è ben ghiacciata perché risale il versante del M. Marumàl a nord- est, cerchiamo di evitare gli scivoloni calpestando la neve lungo i bordi. Lungo il percorso altri vasti, bellissimi panorami. Chiudiamo l’anello raggiungendo il piazzale dove abbiamo parcheggiato, ma prima di partire è d’obbligo una fermata al Ristorante Pizzeria da Geppo. Ci prendiamo il tempo per bere in pace un paio di birre e scambiare due chiacchiere, l’ambiente è molto simpatico e accogliente. Qui ho sempre mangiato molto bene e non solo le ottime pizze presentate a spicchi, in modo da assaggiarne le diverse variazioni, ma anche buonissimi piatti della nostra tradizione.
Dopo la sosta è ora di riprendere la strada verso le nostre case, l’avventura per oggi è finita, ne progetteremo altre…
Note:
la mia amica Assunta, nativa di Sant’Antonio di Tortal, dopo aver visto le mie foto mi ha regalato questo aneddoto, da piccoli solevano prendere in giro un bambino che abitava “giù a Botte” con questa cantilena “Bote, bote, co le braghe rote, col capèl de paja, bote canaja”. Povero bambino, ma si sa, una volta “si era monelli”, mica bulli.
La locanda da Geppo, oltre ad offrire prelibate pietanze, dispone anche di camere per il pernottamento ed è un buon punto di appoggio per facili passeggiate o escursioni più impegnative sulle Prealpi Bellunesi-Trevigiane.
La Chiesetta di Zelant, una piccola costruzione dal tetto spiovente, è stata costruita dagli Alpini nel 1973 e dedicata ai Caduti di tutte le Guerre. L’interno presenta un grande affresco a graffiti della Madonna degli Alpini, opera del pittore Padre Ugolino da Belluno, all’esterno è stato posto un cannone. Nel 1997 è stata aggiunta e inaugurata un’opera bronzea dello scultore Beppino Lorenzet, l’artista ha voluto rappresentare il dramma della ritirata dalla Russia raffigurando un cappotto militare, uno scarpone e dei girasoli abbandonati a terra. Io so di essere stata a Zelant per una solenne cerimonia, ma non ricordo se fosse l’inaugurazione o una ricorrenza, tra le varie autorità civili e militari era presente lo scrittore Mario Rigoni Stern, di cui ho letto molti libri.
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
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…la stagione invernale riserva immagini di rara bellezza, nei meandri dei monti…
Un caro saluto
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si la stagione invernale è magica e regala all’attento osservatore immagini rare e indelebili nella memoria… Grazie Silvia. 🙂 un caro saluto a te
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Condivido il tuo pensiero, un caro saluto
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