669 Casera Crosetta, Sentiero Sensibilità


un tratto del sentiero © Copyright By Paola Marini Gardin.

Casera Crosetta, Sentiero Sensibilità 

di Paola Marini Gardin  

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Data: 19-01-2022  

Cima: nessuna 
Gruppo Montuoso: Col Nudo – Cavallo 
Cartina: Tabacco foglio 012 Alpago Cansiglio Piancavallo, Valcellina 
Segnavia: abbondante segnaletica lungo il percorso 
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico 
(E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche). 
Quota partenza: 1024 m.s.l.m. 
Quota massima da raggiungere: 1152 m.s.l.m 
Dislivello: m.100 (saliscendi) 
Tempi di percorrenza*: h. 6.30 comprese le soste- km. 18,6 
Giro: A/R 
Punti di appoggio: diverse malghe in stagione 
Acqua, sorgenti: non rilevate 
Località: Pieve d’Alpago 
Copertura cellulare: sì 
Parcheggio/i: sì località Carota 
Tappe del percorso: Loc. Carota, Col Panigal, Casera dei Girli (o Casera Stabalì), Casera Degnona, Roncadin, Casera Crosetta e ritorno 
Partecipanti: Silvano, Carmen e l’autrice 

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento. 

Premessa: 

la mia descrizione di un tratto del Sentiero della Sensibilità (n. 647 in questo blog) ha incuriosito i miei due amici, oggi ritorno con loro in Alpago per andare dalla località Carota a Casera Crosetta, una lunga passeggiata che però non arriva neanche a metà del percorso che misura in tutto 25 km. Il Sentiero si sviluppa su stradine e mulattiere che collegano diverse malghe, tutte raggiungibili dai paesi posti in basso, così da poter spezzare l’itinerario in più tappe. Si snoda sulla conca dell’Alpago dal Monte Dolada a Sant’Anna (Tambre), tenendosi a una quota media di circa 1100 metri, con dislivelli molto contenuti.

L’escursione in dettaglio: 

Casera Crosetta, Alpago 

la prima parte del percorso, dall’avvicinamento al parcheggio in località Carota (Monte Dolada) e da qui fino al bivio dopo Casera dei Girli (Casera Stabalì per alcuni), è uguale a quello descritto nel n. 647 a cui vi rimando. Questo primo tratto è quasi tutto soleggiato, troviamo la stradina quasi priva di neve e ghiaccio arrivando con facilità alla Casera dei Girli (Regola di Plois e Curago) posta a 1050 metri, dove ci fermiamo qualche minuto ammirando il Col Nudo e il panorama intorno a noi. Proseguiamo fino all’incrocio in località Le Bare, m. 1013, lasciamo a destra la stradina che scende al paese di San Martino e saliamo a sinistra per la mulattiera seguendo le indicazioni per Sant’Anna.

indicazioni © Copyright By Paola Marini Gardin.

Raggiunto un secondo bivio dove la volta scorsa avevamo preso ancora a sinistra, interrompendo il Sentiero della Sensibilità, continuiamo verso destra in salita nel bosco, la segnaletica è sempre ottima e riporta il punto dove ci troviamo, la distanza che ci separa dalla prossima meta e altre informazioni. Camminando spediti passiamo in zona “Regola di Montanes” e raggiungiamo un luogo più aperto, dove la vista spazia su gran parte della magnifica conca dell’Alpago, dalle cime coperte di neve giù fino al Lago di Santa Croce. Una leggera foschia vela il panorama, il lago in parte ghiacciato pare uno specchio racchiuso tra il Pizzocco e il Visentìn, le più lontane colline della Sinistra Piave sembrano svanire all’orizzonte. Abbiamo davanti a noi ampi pascoli che preannunciano la presenza di una malga che è situata un po’ più in alto rispetto al sentiero. Passiamo accanto a una prima casera, sopra la porta c’è un’incisione con alcune lettere (le iniziali degli storici proprietari) e la data 1892, poi lungo la via ci sono alcuni ruderi e altre costruzioni recuperate, per curiosità cerchiamo sulle pareti le pietre dove sono scolpite lettere e date, una riporta il 1888, un’altra il 1832, devono aver visto passare tante famiglie e tanti avvenimenti, prima di essere usate come seconde case. Ci troviamo in località Degnona, m. 1110, la malga in alto è chiamata “La Polsa”, come ci dice un gentile signore che sta tagliando una gran catasta di legname. Numerose belle casere sono disseminate sui declivi, in posizione molto soleggiata, sono tutte ben ristrutturate, una è addirittura magnifica, “Casera Degnona Luxury”… una location che garantisce un soggiorno dotato di tutti i confort.

Malga La Polsa, loc. Degnona © Copyright By Paola Marini Gardin.

Dopo una bella chiacchierata lasciamo l’uomo al suo lavoro e saliamo per la strada, tralasciamo sulla sinistra il sentiero CAI 931 che sale al Monte Teverone (impegnativo, 4 ore) e poi la traccia per la Palestra di Roccia, continuando verso la nostra prossima tappa. Affrontiamo qualche saliscendi, in questo tratto il vecchio percorso passava più in basso in costa, ma l’imponente frana che incombe sopra i paesi di Funes e Lamosano lo ha reso pericoloso, l’anno scorso si è reso necessario realizzare questa variante che la scavalca. In un paio di discese ghiacciate sarebbero necessari i ramponi, ma camminando attentamente sulla neve ai lati della strada superiamo i punti ostici, dall’alto vediamo quella che ci sembra una chiesetta e presto arriviamo a un belvedere che non ci aspettavamo: Roncadin, m. 1152 (Roncadin deriva dalla parola ronch o ronca, un attrezzo dei boscaioli).

Roncadin © Copyright By Paola Marini Gardin.

Due graziose casere con il tetto a gradoni, attentamente ristrutturate, poste in uno scampolo di prato affacciato sulla conca alpagota, un piccolo pozzo, un bel panorama che ci rapisce…anche se, spostando lo sguardo verso destra, ci appare evidente la frana del torrente Tessina, che ha cominciato a movimentarsi a causa delle piogge nell’autunno del 1960. Da allora sono collassati 5 milioni di metri cubi di materiale e nonostante gli interventi di salvaguardia, la frana continua a preoccupare. Una delle due costruzioni ha sul tetto un piccolo campanile (con la campanella, che facciamo scampanare, ci risponde la campana di una chiesa a valle: è mezzogiorno!) e una minuscola cappella appoggiata a una parete, chissà che storia avrà questo luogo, un antico eremo trasformato in abitazione? Una proprietario legato a un ex-voto? Resteremo con questi interrogativi. Vorremmo quasi fermarci qui, ma ormai manca poco alla meta prefissata, neanche un paio di chilometri e raggiungeremo Casera Crosetta. La strada ora è quasi in piano, sulla destra notiamo un enorme portone chiuso e addossato alla roccia, un cartello avvisa “PERICOLO DI MORTE accedere alla galleria solo dopo almeno 30 minuti di funzionamento ventilatore”. Sono curiosa, appena Google funziona cerco notizie, dovrebbe essere la galleria drenante “situata sul versante est del Monte Teverone, costruita tra il 1995 e il 1997, lunga 1224 metri in roccia naturale scavata sul fianco destro della valle del Venal di Funes…quest’opera cattura l’acqua interna al massiccio roccioso e la allontana dalla zona della frana, facendola confluire nel torrente Funesia…alimentando due turbine idroelettriche…” Pochi minuti dopo arriviamo a Casera Crosetta, m. 1150, sotto la Regola di Funes-Pedol e Famiglie Munaro di Molini che, come le altre Regole, hanno il compito di tutelare il territorio di loro competenza. Per nostra conoscenza, un cartello ci informa che questa Regola è stata costituita nel 1280 e riconosciuta dalla Regione Veneto con tanto di decreto nel 1999. La lunga costruzione, utilizzata come stallone fino agli anni 60, ora è stata riconvertita in casera, può essere un punto di appoggio per numerose escursioni, da qui parte il trio di sentieri CAI n. 932-933-934 per Forcella e Monte Fagoreit (con la partenza della Ferrata Costacurta per il Teverone), Crep Nudo, Forcella e Monte Venal, itinerari per esperti per me irrealizzabili, anche se spero di poter arrivare almeno a Casera Venal e forse al Crep Nudo (sognare è permesso). Casera Crosetta è situata in un’ampia radura libera dagli alberi (i vecchi pascoli intorno, abbandonati, sono stati aggrediti dal bosco) posta in una conca tra il gruppo del Teverone, il Crep Nudo e il Venal.

Casera Crosetta © Copyright By Paola Marini Gardin.

Ci fermiamo per il nostro solito pranzo al sacco, approfittando di una delle panche con tavolo ben esposte al sole. Ci raggiunge un ragazzo che è venuto qui a governare i cavalli, ci stupisce che gli animali in inverno vengano lasciati da qualche parte qui sopra, ma evidentemente si trovano bene a questa quota (il pascolo ha un recinto elettrificato). Dopo la sosta facciamo il punto, volendo la prossima tappa sarebbe Malga Federola a quota 1260 e a 4 km di distanza, il sentiero prosegue scendendo nel vallone per poi risalire ripido sull’altro versante, calcolando che abbiamo fatto più di nove chilometri e altrettanti ci aspettano al ritorno, meglio rimandare ad una prossima volta. Ritorniamo indietro, dopo aver passato Casera Degnona e chiacchierato con il simpaticissimo signore distogliendolo per la seconda volta dal suo lavoro di boscaiolo, facciamo una prima deviazione su una larga mulattiera non segnata che però ci porta troppo in alto. Tornati sui nostri passi, dietro mia insistenza prendiamo la variante, sempre senza segnaletica, che avevo percorso con il CAI la volta scorsa, vorrei portare i miei amici a fare l’anello verso l’ex Malga Scalet Bassa, ma dopo un po’ ci accorgiamo che oramai è pomeriggio inoltrato, il sole calerà tra non molto. Mi sento in colpa, facendo mentalmente un segno di croce mi avvio per una traccia sulla sinistra fidando nel mio intuito e sperando in una buona stella. Per mia e nostra fortuna l’incerta traccia, calando nel bosco, ci riporta sul Sentiero della Sensibilità, poco prima della Casera dei Girli. Col senno di poi, il mio consiglio è di restare sul Sentiero della Sensibilità, ben segnato e sicuro, a meno di non avere una buona conoscenza del luogo e diverse ore di luce a disposizione. Riprendiamo la stradina e torniamo al parcheggio in località Carota, in tempo per il tramonto. Ringrazio infinitamente i miei amici (che non mi hanno fatto pesare le forzate deviazioni) per la bellissima giornata trascorsa insieme.

Per informazioni sul percorso: CAI Alpago  / Lo scarpone CAI sentiero della sensibilità
Per info e prenotazioni a Casera Crosetta: cell.348 7994441

Autore/i: Paola Marini Gardin
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16 pensieri riguardo “669 Casera Crosetta, Sentiero Sensibilità

  1. molto bella la descrizione di questa escursione, se per caso d’estate passerò da quelle parti dovrò ricordarmela, se no rileggerò il tuo blog. Molto utile segnare la copertura telefonica, anche se molti dipende dai vari gestori…👍👍👍👍

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