
Monte Pafagai e Covoli di Lamén
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 04-03-2022
Cima: Monte Pafagai m. 1047
Gruppo Montuoso: Vette Feltrine
Cartina: 023 Alpi Feltrine Le Vette – Cimonega
Segnavia: cartelli in loco
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Tempi di percorrenza*: h. 5,30 escluse le soste
Quota partenza: 750 m.s.l.m.
Quota da raggiungere: 1047 m.s.l.m
Dislivello: m. 297
Giro: anello
Punti di appoggio: Agriturismo Val di Lamén (accertarsi se aperto)
Acqua, sorgenti: non rilevate, torrente Colmeda. Portare Acqua
Località: Lamén
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: uno/due posti accanto al Capitello di Sant’Antonio, parcheggio alla fine della strada in Val di Lamén.
Tappe del percorso: Capitello, Monte Pafagai, sentiero dei Covoli Alti, Covoli Bassi, Val di Lamen, Capitello.
Partecipanti: Silvano e l’autrice
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’anno scorso, al termine di una delle escursioni nella Valle di San Martino, un gentile signore di Vignui mi indicò il Monte Pafagai, lo strano nome di questo rilievo che non avevo mai considerato mi incuriosì molto e mi ripromisi di andarci alla prima occasione. Pare sia arrivata la volta buona, i miei amici propongono come prossima gita il Monte Pafagai e i Covoli di Lamen.
L’escursione in dettaglio:
il nostro gruppetto, causa imprevisti vari, si è ridotto ai minimi termini, siamo solo in due, ma ben determinati. Ci dirigiamo a Santa Giustina e voltiamo in direzione di Cesiomaggiore per poi raggiungere Vignui e successivamente il paese di Lamén, dove prendiamo la stradina asfaltata che sale verso l’omonima valle. Il parcheggio è alla fine della stessa, dove la stradina si interrompe vicino al ponte sul torrente Colmeda, poi dovremmo tornare indietro e nei pressi di un agriturismo prendere la forestale che sale a est (sinistra orografica, indicazioni) verso il Pafagai. Avendo una sola auto riusciamo invece a parcheggiare all’inizio della valle, m. 750, accanto al Capitello di Sant’Antonio, datato anno 1922, dove imboccheremo la stradina sterrata posta proprio di fronte che porta ugualmente al Pafagai. La giornata si preannuncia solare, ma al mattino le foschie insistono offuscando le pareti delle Vette Feltrine che si ergono come un baluardo, sbarrando a nord la Val di Lamén che si apre davanti a noi. Saliamo nel bosco verso est per i tornanti della mulattiera che dopo un po’ spiana, superiamo alcune casere e proseguiamo fino a trovare un bivio dove cambiamo direzione voltando a sinistra (ovest), continuiamo a salire nel bosco raggiungendo “Casere al Fagheròn”, m. 950, due casolari, di cui uno ben ristrutturato, con vicino un altro edificio più piccolo, il nome deriva dagli enormi alberi di faggio che sorgono accanto (faghèr, in dialetto). Ci fermiamo un attimo per ammirare i faggi giganteschi, il posto è ben curato, qualcuno taglia regolarmente l’erba dei prati che attorniano le casere, ci sono alcune “mede” di fieno sul colle dietro alla casa, la siccità di questi mesi non ha impedito a primule, bucaneve e anemoni di sbocciare tra le erbe secche dei prati e dei boschi: piccole macchie colorate che rallegrano la vista. La stradina finisce qui, proseguiamo per sentiero (indicazioni) fino a raggiungere un’ultima casera dove arriva anche una stradina sterrata, non sappiamo se parta da Lamen o da Vignui, ma poco importa: noi la seguiamo brevemente in salita fino al colmo, poco prima che inizi a scendere verso la Val di Lamen prendiamo alla nostra destra il sentiero (cartello sbiadito) che ci porterà in cima. Il bosco si fa più rado e in poco tempo arriviamo alla Croce di vetta del Pafagai, m. 1047, un’altezza modesta per fregiarsi dell’appellativo di Monte (chiamiamo “Colle” il Col Visentin, alto 1763 metri), ma del resto questa è la propaggine meridionale della catena delle Vette Feltrine e Monte sia.

La prima croce è stata posta sulla cima nel 1954, sostituita nel 2011 con il manufatto attuale, un anno dopo è stato aggiunto il Cristo, opera dello scultore Paolo Canal.
Il panorama verso la piana del Piave è vastissimo, il versante prativo che dà a sud –ovest è libero dalla vegetazione e nonostante la foschia si distinguono bene, oltre alla vallata costellata di paesini, i monti Tomatico, Avena e le Prealpi Bellunesi-Trevigiane. Speravamo di avere più visuale verso nord, ma le vicine, selvagge Vette sono seminascoste dalle fronde degli alberi. Abbiamo impiegato poco più di un’ora, adesso abbiamo due possibilità: ripercorrere lo stesso sentiero fino all’incrocio con la stradina, scendere in Val di Lamen in prossimità dell’Agriturismo, proseguire per i Covoli Bassi e poi tornare indietro al Capitello oppure prendere la traccia che dalla cima scende dalla parte opposta, direzione nord-ovest per i “Covoli Alti”, segnalati da una tabella scolorita.

Ci attira la seconda, scendiamo le ripide balze della traccia che si infila nel bosco, poi proseguiamo sul crinale che separa la Val di Lamén dalla Val di San Martin e affrontiamo i saliscendi di questo bellissimo percorso quanto mai vario, senza sottovalutare il pericolo della caduta sassi e dell’esposizione. Come descriverlo? Risaliamo per un ripido pendio erboso per poi aggirare a sinistra le rocce quanto mai inaffrontabili del Dosso Perazze, andiamo avanti su esile traccia in falsopiano, percorrendo le cenge che si affacciano sui ripidissimi versanti della Val di Lamén. Raggiungiamo un roccione a precipizio sul Boal dell’Armenta, un orrido a cui seguono saliscendi su cenge più larghe che passiamo in relativa fretta, temendo una possibile “grandinata” di sassi che precipitino dall’alto delle pareti aggettanti. Siamo a perpendicolo sulla Val di Lamén, man mano la scorgiamo dall’inizio alla fine, con la stradina, l’agriturismo, i casolari, i pascoli…davanti a noi le Vette che si ergono severe, inospitali e ricche di fascino. Raggiungiamo i Covoli Alti, (anche “Covoli de la Scaleta”) m. 1020, ampi ripari sfruttati sin dai tempi preistorici, dove troviamo alcuni pannelli che descrivono il sito archeologico.

Negli strati più profondi del terreno sono stati ritrovati utensili neolitici, attestanti la presenza di una piccola comunità di allevatori di animali domestici, ma il sito è stato usato anche successivamente, nel “Covolo del Teschio” è stato ritrovato un anello-sigillo di bronzo di età tardo – romana, frammenti di granata ne testimoniano l’uso durante il periodo delle due Guerre, più recentemente furono adibiti come depositi del legname tagliato nei boschi. Ci fermiamo un poco esplorando il luogo, come sarebbe bello trovare un piccolissimo reperto, non dico un anello o una lama, ma una punta di freccia, una selce scheggiata… Non siamo fortunati come archeologi e proseguiamo, affacciandoci con emozione verso un canalone roccioso, sull’altro versante vediamo sogghignare il “Covol del Teschio” un’inquietante roccia con i fori a somiglianza di un grottesco teschio umano.

Da qualche parte esisterà un sentiero per raggiungerlo, ma scartiamo l’insana idea di arrivarci da qui, le scoscese pareti del burrone non ci sembrano affidabili. Sotto di noi, ai piedi delle pareti verticali dove finisce il bosco, scorgiamo i “Covoli Bassi”, una meta decisamente più facile. Iniziamo a scendere, molto ripidamente, per il largo costone erboso che poi si restringe finendo in una ripida forra rocciosa, la “Scaleta”, gli ultimi balzi sono dotati di cordino. Silvano scende per primo e io lo seguo, ma preferisco non fidarmi troppo della fune e assicurarmi con mani e piedi. Ogni tanto diamo uno sguardo indietro, in direzione del Pafagai, pare impossibile che una via sia stata tracciata tra le pareti rocciose che sembrano precludere il passaggio umano. Eppure siamo passati lassù da qualche parte. Finalmente lasciamo le rocce e attraversiamo il bosco, giungendo alla gola del Covol del Boal dell’Armenta. Abbiamo impiegato meno di due ore dalla cima del Pafagai, adesso possiamo raggiungere in tranquillità i Covoli Bassi, seguendo il sentiero tematico. Arriviamo ai Ripari Tomàss (Covol dei Bele) m. 920, dove troviamo altri pannelli didascalici, gli scavi effettuati tra il 1993 e il 1999 hanno rinvenuto reperti di epoche diverse, frammenti di vasi e altri manufatti dell’età neolitica e del bronzo, alcune monete della Repubblica di Venezia del XIII secolo e una sepoltura del periodo altomedioevale con uno scheletro di donna ben conservato. Andiamo avanti in saliscendi fino a raggiungere una casetta di legno, saliamo brevemente per il sentiero CAI 815, per visitare l’ultimo riparo, il “Covol de Tonin” m. 950, poi passiamo di là dal torrentello e scendiamo per sentiero fino a passare il ponte sul torrente Colmeda in località Fornace, m. 745, dove si trovano il parcheggio e l’area attrezzata. Qui finisce la strada della Val di Lamen, nello spiazzo sono presenti altri pannelli dell’Ente Parco delle Dolomiti e notiamo i resti di una “calchèra”, una fornace per la produzione della calce. Ora seguiamo la stradina che comodamente percorre la Valle, passiamo l’agriturismo (con vendita prodotti locali in stagione) con i prati dove pascolano alcuni bellissimi cavalli. Ritornando con calma verso il Capitello di Sant’Antonio ci prendiamo il tempo di guardare e fotografare numerose sculture, gnomi, civette e altri animali, ricavate dai tronchi di legno, una simpatica e fantasiosa esposizione nei pressi di una bella casera.
Note: il sentiero CAI 815, impegnativo e per escursionisti esperti, porta al Forzelòn, m. 1894 e al bivio con i sentieri 820 (Pala Croce d’Aune) e 812 (Rifugio Dal Piaz). Si può poi proseguire all’infinito…Vette Grandi, Pavione, Pietena, Vette Piccole, Alta Via n. 2 e tanta altra roba (cit. Gino da Vià).
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
© Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi
ciao,
se ti interessa sul Monte Pafagai, la sera di Natale, i ragazzi di Lamen-Pren-Vignui fanno la stella. Si può ammirare tutto il panorama di Feltre in notturna e a una certa ora si può partecipare alla fiaccolata.
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Grazie Pat del tuo contributo terrò presente così ne approfitto per andarci
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Sempre belli i tuoi post!
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Grazie Simona, buona serata…
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Affascinante e pericolosa questa escursione. E quante stranezze nelle rocce!!! Grazie Sal, se non ci foste voi non conoscerei mai così approfonditamente le vostre montagne!!! Buon fine settimana e 25 aprile!! 🙂
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Vitty grazie a te che con le tue belle parole mi incoraggi a pubblicare questi racconti GRAZIE! un abbraccio
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Grazie a te per queste bellissime immagini!!! Contraccambio l’abbraccio 🙂
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….luoghi fantastici, e fuori della portata quotidiana, che sarebbe bene poter visitare!
Buone festività, e un sorriso, Sal,silvia
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ciao Silvia dipende dalla preparazione alpinistica che si ha… io purtroppo non ci sono ancora stato ma sono luoghi come dici tu da poter visitare prima o poi un sorriso a te amica Silvia, Sal
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Sono contenta che la mia descrizione sia piaciuta! Il monte Pafagai si può raggiungere facilmente, interessante la fiaccolata di Natale, ringrazio anch’io Pat per il suo contributo . Anche i Covoli Bassi sono alla portata di un normale escursionista, per i Ripari Alti occorre un po’ più di attenzione .
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Un posto selvaggio e affascinante!
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buon giorno luogo meraviglio quello descritto dalla mia amica Paola
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Beautiful valley well shared with excellent photos and description 😊👍
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La penultima foto è di una bellezza mozzafiato.
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Buon primo maggio Sal
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Anche a te Simona
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