722 Piz de Guda


panorama su Sottoguda
Panorama su Sottoguda © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Piz de Guda

di: Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 11-09-2022

Cima: Piz de Guda 2132 m.s.l.m.
Gruppo Montuoso: Dolomiti – Alpi Dolomitiche – Gruppo Marmolada
Cartina: Tabacco foglio 015 Marmolada Pelmo Civetta Moiazza
Segnavia: cartelli locali segni bianco rosso
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Tempi di percorrenza: 5 ore (più le soste)
Quota partenza: 1252 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2132 m.s.l.m
Dislivello: circa m. 900
Giro: A/R
Punti di appoggio: nessuno
Acqua, sorgenti: fontane in paese, ruscello, portare acqua
Località: Sottoguda, Comune di Rocca Pietore (BL)
Copertura cellulare:
Parcheggio/i: sì a Sottoguda a pagamento quello alla partenza altri liberi in zona 
Tappe del percorso: Sottoguda, sentiero segnato “Piz de Guda”, Mont de Sot, Piz de Guda e ritorno per lo stesso sentiero di salita
Partecipanti: il CAI Longarone e l’autrice, Salvatore per conto proprio

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

Fin dall’infanzia conoscevo il borgo di Sottoguda perché ci passavamo per percorrere i famosi Serrai, la stretta gola percorsa dal torrente Pettorina; d’estate per poi raggiungere Malga Ciapela, il Rifugio Falier, il Passo Ombretta, la Marmolada, il Padon, d’inverno per ammirarne le pareti che diventano un’affascinante scenario di colate e cascate di ghiaccio. Allora percorrevamo in auto o in moto l’unica stradina che serpeggiava nella forra, ora la via (purtroppo dal 2018 chiusa perché devastata da Vaia che ha spazzato i suoi tredici ponticelli) è giustamente interdetta al traffico, per salire verso la Marmolada si segue la “nuova” strada statale. Non avevo mai pensato ad altri itinerari oltre a questi, oggi approfitto della bellissima escursione organizzata dal CAI di Longarone per salire sul “Piz” che promette un panorama straordinario.

L’escursione in dettaglio:

parto piuttosto presto, appena fuori Belluno resto incantata dalla visione della luna che tramonta dietro i Monti del Sole, l’appuntamento col CAI è presso il parcheggio di fronte al Ristorante Alla Stanga (lungo la statale agordina) e insieme raggiungiamo Sottoguda.

Lasciamo le auto al parcheggio segnalato sulla destra, accanto al torrente Pettorina, loc. Pont de la Sia m. 1252 e ci incamminiamo passando un ponticello: tra le numerose indicazioni della cartellonistica presente troviamo quella per il Piz de Guda.
Il sentiero parte subito ripido e sale verso i prati sovrastanti l’abitato, lungo il percorso troveremo diversi cartelli che segnano i toponimi del luogo ( El Mes, Cosproè, Sofedera, Col d’Albe, La Forcia) che mi riempiono di curiosità e altri con incise belle frasi riguardanti l’andare in montagna (“Scegli la strada in salita, ti porterà alla felicità”).
Passiamo un altro ponticello di legno e ci inoltriamo, sempre in salita, per un bel bosco di faggi, alcuni veramente maestosi. Trascuriamo le deviazioni per Malga Ciapèla e i sentieri che a destra portano alle frazioni di Vallier e Albe, tenendo sempre la sinistra dove comunque le indicazioni per il Piz de Guda non mancano mai.
Guadagniamo quota salendo per tornanti sempre più stretti e ripidi e passiamo accanto a un primo tabià abbandonato, col tetto ricoperto di muschi dove crescono fitti tanti piccoli abeti. Continuiamo sempre verso sinistra, a volte da qualche radura che si apre nel bosco intravediamo in basso il paese di Sottoguda e in alto le cime che ci attorniano.

Vecchio Tabia
Vecchio Tabia © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Giungiamo in località Mont de Sot, dove diversi tabià in rovina sono quel che resta di un antico alpeggio, con scampoli di prato sempre più accerchiati dal bosco di abeti e larici (invano cerchiamo tracce di funghi, a parte alcuni “cappelloni” non ne vediamo proprio). Seguiamo il segnale “La Forcia – Piz de Guda”, lasciando a destra l’indicazione per Col d’Albe, toccando altri miseri ruderi di casere, memorie del duro tempo che fu. Finalmente una leggera discesa, ma per poco, dopo ci troviamo in una valletta e la risaliamo fiancheggiando un ruscello che dopo qualche decina di metri oltrepassiamo, la traccia è un po’ incerta a causa dei muschi e dei rivoli d’acqua, ma poi risaliamo faticosamente il versante prativo opposto, dove il sentiero è più marcato e segnalato da paletti e segni rossi sugli alberi. Qui incrociamo l’unico altro escursionista della giornata: è Salvatore, che sta facendo il nostro percorso in solitaria e per un poco si unisce al nostro gruppo. Saliamo, avvicinandoci alle pareti rocciose e proseguiamo verso una sella, da dove abbiamo un meraviglioso panorama sulla Marmolada verso nord, il Migogn verso est, il Pelmo verso sud (e tanto altro). Trascuriamo l’indicazione, a destra, per il Monte Migogn e il Sass de Roi e quella che scende verso Malga Ciapèla inerpicandoci a destra verso il Piz de Guda.

Traverso prima di cima Guda
Traverso prima di Piz Guda © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Scavalchiamo una trincea passando su un piccolo ponte di tronchi e aggiriamo il roccioso e scuro fianco sinistro del Piz, il sentiero segue il tracciato militare italiano della Prima Guerra, dentro alle pareti sono state scavate un paio di caverne poco profonde. Perdo di vista Salvatore, ma il sentiero è uno solo, penso che stia perlustrando qualche postazione militare che lo interessa. Seguiamo trasversalmente, quasi in piano, la base delle rocce arrivando a un’altra piccola sella panoramica e affrontiamo l’ultima salita, la cima del Piz. Troviamo i solchi di altre trincee e proprio sotto il cocuzzolo un’altra caverna più profonda, ancora uno sforzo e siamo sul pulpito prativo della nostra meta, il Piz de Guda, m. 2132, segnalata da una piccola croce di legno. Il panorama non si può descrivere, è un sogno.

Piz de Guda in cima
Piz de Guda in Cima © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

La Marmolada è così vicina che pare toccarla, con lo zoom avvicino le cabine della funivia che dopo la stazione intermedia sul Serauta sale a Punta Rocca, sembrano due scatoline colorate, ma portano 70 persone al colpo e almeno 900 all’ora. Sembra di essere in cima al mondo, sotto il cielo blu ci circondano a 360 gradi le cime dolomitiche e sotto di noi si estende la verde Val Pettorina. Facciamo la consueta breve pausa per il pranzo al sacco, nel mentre ci raggiunge Salvatore che ha fatto una digressione su un rilievo vicino alla prima sella.

vista su Pelmo e Civetta
vista su Pelmo e Civetta © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

La discesa avviene per lo stesso percorso, volendo dalla sella si potrebbe calare a Malga Ciapèla e ritornare al punto di partenza lungo i Serrai di Sottoguda, ma la stradina nella forra è ancora inagibile dal 2018. In minor tempo che all’andata scendiamo a Sottoguda, il piccolo abitato e il paese di Rocca Pietore (la sede comunale) meriterebbero entrambi una sosta, ma sarà per un’altra volta, certamente tornerò in questi luoghi, ho in mente un paio di itinerari ad anello che ho adocchiato lungo strada…

un’aggiunta di Salvatore:

l’incontro con Paola e i suoi amici del CAI di Longarone è stato casuale, un breve ma piacevole momento durante l’escursione su questi monti: abbiamo percorso un tratto di sentiero insieme, il destino a volte ti fa incontrare o rincontrare. Arrivato a mia volta in vetta, mi fermo per ammirare il panorama dalla cima di Guda e faccio il rientro per conto mio, scendo lentamente ammirando ancora la vista magnifica sulle cime che mi attorniano. Raggiunto il paese di Sottoguda ritorno a Trento salendo al passo Fedaia, qui mi fermo al Museo della Guerra non per visitarlo (già fatto in passato), ma per acquistare solo un libro. Purtroppo è giunta l’ora di rientrare, riprendo il camper e scendo per la Val di Fassa e quando mi trovo in Val di Fiemme prendo la Val di Cembra che percorro  sempre volentieri, questa strada mi piace tantissimo e da lì arrivo a Trento

Autore/i: Paola Marini Gardin con la partecipazione di Salvatore Stringari
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
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