Data: 22-09-2013
di Salvatore Stringari e Paola Gardin,
Lago del Sorapis
abbiamo fatto questo percorso diversi anni fa e nel tentativo di tenerlo nascosto alle orde di turisti privi di sensibilità e rispetto per i luoghi naturali e incontaminati, non lo avevamo raccontato.

Oggi alla luce di quanto sta succedendo in questo meraviglioso angolo di paradiso incastonato tra le Dolomiti Ampezzane dove i turisti si avventurano sul sentiero, classificato per escursionisti esperti, in ciabatte o scarpette da ginnastica e si tuffano nel lago inquinandolo e alterandone la purezza, oltre a portare quintali di rifiuti e plastica che immancabilmente abbandonano tra i sassi e le rive …
Scheda Tecnica Riassuntiva
Lago del Sorapis
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Sorapìs, Dolomiti Ampezzane
Cartina: tabacco foglio 03 Cortina d’Ampezzo Dolomiti Ampezzane
Segnavia: CAI 213 – 216 CAI – 215 CAI
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Escursionistico Attrezzato: (E.E.) Sentiero con infissi (funi corrimano e brevi scale) che però non snaturano la continuità del percorso EE – itinerario per Escursionisti Esperti.
Tempi di percorrenza:* 5 ore
Quota partenza: m. 1860 s.l.m al Passo Tre Croci
Quota da raggiungere: Forcella Marcuóira m. 2307 s.l.m, Lago del Sorapis m. 1923 s.l.m
Dislivello: m. 447
Giro: Anello, andata CAI 213-216, discesa CAI 215 A.V, 3.
Acqua, sorgenti: sì lungo il percorso due fontanelle (anche con acqua frizzante…) Località: Passo Tre Croci m. 1860
Punti di appoggio: Rifugio Alfonso Vandelli 1928 m.s.l.m
Copertura cellulare: sì parziale
Parcheggio/i: al Passo Tre Croci
Tappe del percorso: Passo Tre Croci, Stradina forestale 213, forcella Marcuoira, Rifugio A. Vandelli, Lago del Sorapìs, ritorno per il sentiero 215, Passo Tre Croci.
Partecipanti: Salvatore e Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
al Lago del Sorapis
oggi abbiamo pensato che la pubblicazione del nostro racconto non farà più danni di quelli che sono stati già fatti. Il lago è conosciuto per il suo colore intenso, la tonalità va dal turchese al verde acqua. Questa colorazione deriva dalle sottilissime polveri di roccia portate dal ghiacciaio omonimo che, con lo scioglimento durante la primavera e l’estate, dà vita al lago.

Arrivati al Passo Tre Croci invece di prendere il sentiero 215, sempre molto affollato, imbocchiamo il sentiero 213 e saliamo facilmente per la prima parte di questo percorso in seguito molto articolato. La stradina forestale- sentiero CAI 213 i passa in mezzo ai boschi di abeti e larici, lungo il sentiero troviamo una sorgente, un artista locale si è divertito a dotarla di due cannelle di legno, a destra “acqua fredda” a sinistra “acqua calda”, poco più in là un’altra fontanella con “acqua frizzante”.

Lungo tutto l’anello potremo avere la vista di diversi gruppi montuosi, Sorapis, Cristallo, Popena, Cadini di Misurina, Tre Cime di Lavaredo, una vista mozzafiato. Un primo strappo ci porta al bivio di Tardeiba: il sentiero 213 prosegue a destra per il Rifugio Faloria, noi andiamo a sinistra per il CAI 216 arrivando ai piedi del ghiaione di Forcella Marcuoira. Iniziamo a salire il canalone sassoso, il sentiero che lo taglia a zig-zag è faticoso, i ripidi tornanti ci portano ai 2307 metri di Forcella Marcuóira. Da qui si può godere una vista spettacolare, non solo sui prati erbosi e sulla Cima de Marcuóira dove si intravede la sua croce di vetta, ma anche sul Sorapis e le più lontane Tre Cime di Lavaredo.

Scendiamo il crinale erboso, ma la fatica non è finita, adesso affrontiamo un’altra salita su cengia, ben attrezzata con cordino, il passaggio non è difficile anche se un po’ esposto e ci vuole la solita prudenza. Un secondo passaggio attrezzato più breve ci permette di aggirare il costone roccioso della Cima Ciadin de Luogo e da qui il percorso è in discesa per il sentiero che passa in mezzo ai mughi.
nel regno del Re Sorapìs
Dall’alto si vede il lago, così lontano…ma pian piano ci abbassiamo fino a incrociare il sentiero 215 e raggiungiamo il Rifugio Vandelli a m. 1928 insieme con le numerose comitive di turisti. Il Rifugio è molto accogliente e offre una buona cucina, ma è talmente affollato che ci conviene uscire e goderci lo spettacolo del meraviglio anfiteatro dove, ai piedi di cime maestose, giace il lago dai colori del cielo, circondato dai prati e dalle rocce.

Facciamo il giro del lago ammirando ogni dettaglio, senza mettere i piedi nell’acqua… a questo ci pensa già troppa gente. Un ’ultimo sguardo al lago, al monte Sorapis e al pinnacolo del “Dito di Dio” che lo sovrastano e poi torniamo per il lungo e facile sentiero 215, anche se il tratto che supera in discesa uno sperone roccioso, attrezzato con scalette in metallo, impaurisce più di qualche turista.
Note di Paola:
*il nome “Sorapis” che incuriosisce molti turisti, è dovuto alla cascata che sgorga ai suoi piedi chiamata in dialetto “el Piss” (altre cascate hanno etimologia simile, la Pissa, il Pissandol…) il gruppo montuoso è “sopra alla cascata del Piss” = Sora el Piss”.
**Le cannelle, nominate nel racconto, che raccolgono l’acqua sorgiva con le scherzose incisioni fredda-calda-frizzante erano nuove e ben visibili molti anni fa, l’ultima volta che passai (2022) erano deteriorate.
con la collaborazione e la partecipazione di Paola Marini Gardin.
Autore/i: Salvatore Stringari
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
© by Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Ci sono stato anch’io alcuni anni fa, pensa che devo ancora parlarne nel mio blog, belle foto, è un posto sempre speciale, a parte la folla immensa che si trova lungo il sentiero e nel Rifugio accanto al lago 🤷♂️😊😉👍👍👍👍👏👏
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ciao Max grazie per la tua testimonianza, e per esser passato di qui.
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Che posto incantevole, Sal, grazie per avercelo mostrato.
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