
Rifugio Santner
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 28-08-2021
Cima: Nessuna
Gruppo Montuoso: Catinaccio
Cartina: Tabacco foglio 06 Val di Fassa e Dolomiti Fassane
Segnavia: CAI 540 – 546 – 542
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico
(E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 1998 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2.734 m.s.l.m
Dislivello: m. 880
Tempi di percorrenza*: in giornata (tempi CAI h. 6,30 + le soste)
Giro: A/R
Punti di appoggio: Rifugi lungo il percorso Rifugio Ciampediè, m. 1998, Rifugio Gardeccia, Rifugio Vajolet 2243 m. Rifugio Santner,
Acqua, sorgenti: non rilevata
Località: Vigo di Fassa
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Tappe del percorso: Vigo di Fassa, Rifugio. Ciampediè, Rifugio Gardeccia, Rifugio Vajolet e Preuss, Rifugio. Re Alberto, Rifugio Passo Santner e ritorno.
Partecipanti: CAI Alpago e simpatizzanti (33 partecipanti) e l’autrice Paola Marini Gardin
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
La mia prima esperienza escursionistica in Val di Fassa: grazie al CAI Alpago oggi mi immergo nel cuore del Catinaccio! Questi splendidi luoghi mi sono apparsi nuovi, mai visti, eppure una mia amica mi ha fatto presente che ci ero già stata per ben due volte, con il circuito sciistico Sella Ronda, salendo da Campitello di Fassa. Cosa dire? D’inverno il paesaggio ammantato di neve mi era apparso diverso, non ho riconosciuto né le cime né i rifugi…
Da Belluno affrontiamo il lungo tragitto che passando per Agordo, Falcade, Passo San Pellegrino ci porta prima a Moena e poi a Vigo di Fassa, dove parcheggiamo sotto il paese, m. 1440. A piedi raggiungiamo la Funivia Catinaccio (ci sono altri parcheggi più vicini) e saliamo fino al Rifugio Ciampediè, m. 1998, da dove comincia la nostra scarpinata. Il rifugio è posto in mezzo ai prati dell’omonimo altipiano, circondato da boschi di abeti e larici. In ladino Ciampediè significa “Campo di Dio” ed è veramente un pezzetto di paradiso, la vista è magnifica, oggi il cielo è un po’ nuvoloso, ma possiamo vedere ugualmente il gruppo del Catinaccio, le pareti del Larsec, le Torri del Vajolet , in lontananza i massicci del Sella, Pordoi, Marmolada e tanta altra roba.
Prendiamo il sentiero 540, una comoda stradina che si snoda in mezzo ai boschi, sorpassiamo l’ex Rifugio Catinaccio, tralasciamo sulla destra il sentiero CAI 550 (per Passo delle Cigolade, Passo delle Coronelle) e continuiamo fino alla località Gardeccia e l’omonimo rifugio, m. 1949, dove troviamo parecchi turisti. Il paesaggio è cambiato, i boschi, sempre più radi, lasciano il posto ai prati e poi a un vasto vallone di ghiaie e massi da cui si elevano le cime dolomitiche. Da Gardeccia proseguiamo sempre per stradina, segnavia 546, alzandoci gradatamente di quota, rallegrati dal panorama splendido. Le imponenti pareti del Catinaccio illuminate dal sole sembrano invitarci a salire e noi camminiamo con gli occhi puntati alla prima meta, il Rifugio Preuss, che ci appare davanti, in alto, arroccato su uno sperone di roccia.

Ad un tornante un cartello indica il rifugio a 10 minuti, e proprio qui, guardando a destra, abbiamo la prima, parziale visione delle svettanti Torri del Vajolet. Gli itinerari che lungo il percorso si dipartono dal nostro sentiero sono tanti, varrebbe la pena di fermarsi almeno una settimana per poterne fare alcuni: vie ferrate, passi e forcelle, innumerevoli rifugi, Roda de Vael, Bergamo, Alpe di Tires…
Arriviamo al Rifugio Preuss con accanto il Rifugio Vajolet, m. 2243, dove prendiamo fiato perché da qui comincia il bello: lasciamo il sentiero 546 che prosegue per Forcella Antermoia e prendiamo a sinistra il CAI 542, affrontando un ripido canalone di rocce e ghiaia, parzialmente attrezzato con cordino, la Gola del Gartl, tra la parete di Punta Emma e quella delle Torri Nord.

La salita non è esposta o difficile, ma bisogna sempre prestare molta attenzione! Il panorama è bellissimo, guadagniamo subito quota e la sella da dove siamo partiti, con i due rifugi che si fanno sempre più piccoli, ci appare a perpendicolo sotto i nostri piedi. Finalmente scorgiamo il tetto del Rifugio Re Alberto I^ e poi lo raggiungiamo a quota 2621 metri. I laghetto glaciale dietro al rifugio purtroppo è asciutto, ma la vista delle articolate pareti che ci circondano ci solleva lo spirito. Un attimo di pausa, ammiriamo le Torri del Vajolet, uno spettacolo che toglie il fiato, provo un po’ di invidia per una cordata di tre alpinisti che ne stanno scalando uno spigolo…non è cosa alla mia portata. Torre Delago, Stabler e Winkler, tre fantastiche sorelle!

Proseguiamo, dobbiamo raggiungere la testata della conca Gartl, siamo nel regno di Re Laurino, il famoso Rosengarten, il giardino delle rose… saliamo il ghiaione tra roccette e sfasciumi verso il Passo Santner, il rifugio Re Alberto rimpicciolisce, perso nell’immensa conca pietrosa, un tempo occupata dai ghiacci che l’hanno levigata e modellata.
Finalmente raggiungiamo il Passo, affacciandoci sul versante che dà verso la Val d’Ega, verdissima e appena velata dalle nebbie, il mio sguardo può vagare lontano…fino al Latemar, Corno Bianco e Corno Nero, Ortles…per poi tornare alle guglie, torri e pareti del Catinaccio.
Entriamo nel piccolo e accogliente Rifugio Santner (ma vediamo accanto imponenti lavori di ampliamento) m. 2734, dove facciamo la nostra comoda sosta pranzo con qualche bel piatto sostanzioso. Dopo il graditissimo pasto, siamo pronti per la foto di gruppo e per un attimo di relax, io studio la cartina e la segnaletica individuando altri itinerari: ferrata Santner, Forcella Antermoia e via sognando. Un grosso gattone rosso, cieco da un occhio, mi riporta alla realtà, disdegnando gli escursionisti si allontana dal rifugio e gira a suo agio tra le crode e le rocce, si fa i fatti suoi, da vero gatto d’alta quota.

Scendiamo a malincuore, con l’unica preoccupazione del tempo che pare stia cambiando in peggio, ma siamo fortunati, il temporale brontola girando lontano, raggiungiamo nuovamente i rifugi toccati all’andata e alla fine ci concediamo una sosta-birra al Rifugio Ciampediè, prima di prendere la funivia che ci riporta a Vigo di Fassa. La pioggia ci coglie in paese, ma oramai ci basta attraversarlo di corsa e dirigerci al parcheggio. Qui ci salutiamo, ho passato una magnifica giornata e conosciuto una compagnia allegra e simpatica, voglio ringraziare proprio tutti, in particolare gli accompagnatori e le due amiche che mi hanno dato il passaggio in auto e regalato la loro amicizia.
Note: è possibile arrivare al Rifugio Santner in vari modi, da Vigo di Fassa come abbiamo fatto noi oppure da Pera di Fassa prendendo le seggiovie Vajolet. In ogni caso si prosegue per sentiero verso il Rifugio Gardeccia, i Rifugi Vajolet e Preuss e il Rifugio Re Alberto 1°.
Fino all’anno scorso si poteva arrivare al Rifugio Gardeccia anche con le navette, mi pare che il servizio sia stato sospeso.
In alternativa, si può salire per la Ferrata Santner, una via attrezzata classica, con partenza da Malga Frommer, Seggiovia Laurin, Rifugio Fronza alle Coronelle, attacco ferrata.
Per i più esperti c’è anche una via d’arrampicata alpina, Via Similde, che attraversa la Croda di Re Laurino e arriva proprio al Rifugio Santner, nove lunghezze di corda, VIII grado… certo non è per tutti!
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
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In un primo momento ho creduto fosse il rifugio torre di Pisa sul Latemar! Io sono stata lì… conosco tutti i posti che hai menzionato! Fantastico!
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Ciao Alessia questo post è di Paola io purtroppo non ci sono ancora stato… Grazie per il commento il torre di Pisa l’ho scritto qualche anno fa lo trovi sul blog 🙂
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