571 Bivacco Col Mandro


Bivacco Col Mandro © Copyright By Paola Marini Gardin.

Bivacco Col Mandro

di Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 21-11-2020

Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Civetta
Cartina: Tabacco foglio 015 Marmolada Pelmo Civetta Moiazza
Segnavia: 567 CAI
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico Esperti  (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1013 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1844 m.s.l.m 
Dislivello: m. 831
Tempi di percorrenza*: sei ore abbondanti, comprese le soste.
Giro: A/R
Punti di appoggio: Bivacco Col Mandro
Acqua, sorgenti: sì fontana a Case Bolp Portare Acqua
Località: San Tomaso Agordino
Copertura cellulare:
Parcheggio/i: sì Collaz m 1013
Tappe del percorso: Collaz m 1013, sentiero CAI 567, Case Bolp m. 1147, Bivacco Col Mandro m. 1844 e ritorno
Partecipanti: Vito, Mirta e Lulù, Tarcisio, Silvano, Paola.

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

oggi mi unisco alla piccola compagnia capitanata da Vito, che ha in mente due mete nell’Agordino: Casera Campigol sopra Cencenighe oppure Bivacco Col Mandro, sotto il Pelsa. Incrocio le dita per il secondo perché a Campigol ci sono stata diverse volte, per mia fortuna la scelta insindacabile del capo cade proprio sul Bivacco. Ci siamo ritrovati ad Agordo alle 8.10 del mattino, fa freddo ma la giornata si annuncia tersa e bellissima, dalla piazza del paese ammiro le Pale di San Lucano illuminate dal sole: lassù, sulla prima pala, c’è il Bivacco Bedin, il più bel posto che esista per ammirare l’Agnér al tramonto e all’alba. Anche il Framont, che vedo ergersi sopra il campanile e i tetti delle case, è baciato dal sole e altri ricordi mi tornano alla mente.

Bivacco Col Mandro

Da Agordo andiamo a Cencenighe e saliamo a destra per la strada asfaltata, piuttosto stretta, che sale verso alcune frazioni raggiungendo la più alta, Collaz m. 1013. Qui siamo in difficoltà, perché lo spazio tra le poche case, alcune abitate solo stagionalmente, è proprietà privata e non sappiamo dove parcheggiare le nostre auto. Per fortuna ci viene in soccorso un abitante che ci spiega che il prato, separato dallo spiazzo da uno steccato, è proprietà comunale adibita a parcheggio. Superato il dilemma, indossiamo gli scarponi e ammiriamo il panorama di fronte a noi: la bellissima Cima Pape, innevata, il colle sottostante che degrada verso i borghi di Cavarzan, Martin, Bogo e Cioit da cui parte il sentiero per Campigol, tutto è al sole! Qui invece siamo sul lato “posterno”, lato nord alle pendici del monte Pelsa che ci nasconderà il sole per tutto il percorso, ma va bene così, almeno non suderemo. Alle 9.20 ci incamminiamo per il sentiero CAI 567 che sale subito in mezzo al bosco, dopo un quarto d’ora arriviamo a una grande casa disabitata con accanto un fienile: località Bolp (volpe) a quota 1147. Questa costruzione isolata deve avere molta storia, qualcuno sulla parete ha vergato: “Casa dei Eroi” e gli perdono il cattivo italiano, chi in passato ha abitato qui ha dimostrato doti di indubbia resistenza. Superata la casa e la fontana accanto, la salita si fa meno ripida per un pezzo, superiamo i ruderi di alcune casere, mura di pietra oramai senza copertura, poi il sentiero in mezzo al bosco si fa più erto. Tiriamo il fiato in due tratti in cengia che superano gli avvallamenti franosi e privi di vegetazione, il più lungo è dotato di una corda metallica, normalmente sarebbe superflua, ma oggi che il terreno è gelato ci torna utile, passiamo con prudenza questi due punti. Da qui in poi la salita non molla, passiamo sotto qualche albero schiantato, il bosco ci lascia intravedere qualche scorcio di panorama, ma ci fermiamo qualche minuto solo poco dopo le 11, quando arriviamo a un belvedere.

Panoramica (Col Mandro) © Copyright By Paola Marini Gardin.

Abbiamo la profonda vallata del Cordevole sotto di noi, di fronte le numerose frazioni del Comune di San Tomaso, soleggiate e talmente in pendenza che, secondo un vecchio detto, bisogna dotare le galline di un sacchetto sul posteriore altrimenti le uova rotolano a valle. Sovrastano i villaggi il Sasso Bianco e il Sasso Negro, a ovest scorgiamo le Cime d’Auta, il Col Margherita e le Cime del Focobon, a destra il paese di Alleghe con il lago e “tanta altra roba”. La salita si fa sempre più erta e sempre all’ombra, cominciamo a calpestare la neve e arriviamo sotto le pareti di roccia, qui troviamo un breve salto attrezzato con tre staffe, per noi bipedi non è un problema, ma per la cagnolina Lulù è un ostacolo insuperabile. Per fortuna accetta con grazia di essere issata a braccia da Silvano e il più è fatto.

passaggio su staffe e corde © Copyright By Paola Marini Gardin.

Saliamo ancora e poi percorriamo una bella cengia, per fortuna la neve non è scivolosa, anche se bisogna prestare attenzione. Il panorama verso Alleghe è sempre stupendo, vediamo anche davanti a noi, distante in mezzo ad un pendio boscoso, il Bivacco Casamatta. Per me è il ricordo di una tremenda salita di cinquant’anni fa, sotto il sole di agosto, da Alleghe a Casamatta al Rifugio Tissi e seguente traversata fino al Vazzoler e Listolade. Passiamo un robusto ponticello di tronchi e finalmente il sentiero si appiana, dopo una decina di minuti siamo in vista di una casupola di legno, il bel Bivacco Col Mandro, m. 1844.

Bivacco Col Mandro © Copyright By Paola Marini Gardin.

E’ tanto che desideravo arrivarci, anche se ignoravo si trovasse dietro al Pelsa, lo credevo in cima! E’ stato costruito per opera del Comune e della Pro Loco di San Tomaso Agordino nella radura dove prima sorgeva la Casera Col Mandro e inaugurato nel 1995. Dovrebbe anche esserci l’acqua a circa 800 metri, ma oggi non indaghiamo, ci sono alcune taniche d’acqua all’interno e una buona provvista di legna, peccato non avere il necessario per una polenta… E’ da poco passato il mezzogiorno e finalmente il sole fa capolino, anche se resta seminascosto dal colle boscoso, sarà una breve comparsa e ne approfitto per fare un giretto nei dintorni, mentre gli altri nel rifugio accendono il fuoco. Il sentiero 567 continua per la Val Civetta, con le giornate più lunghe sarebbe un magnifico percorso. Il panorama è bellissimo, ho una vista più ampia di quella che si godeva dal belvedere, scendendo un poco sotto lo spiazzo con tavolo e sedie ammiro meglio la vallata e il Lago di Alleghe, dietro al Sasso Bianco si alza la maestosa parete della Marmolada. La cosa più bella però è vedere la parete nord del Civetta, con le cenge infiorate di neve, svettare contro l’azzurro del cielo.

Panoramica (Col Mandro) © Copyright By Paola Marini Gardin.

Gironzolo calpestando la neve intonsa fino al crocefisso di legno, poi entro anch’io per scaldarmi e mangiare il pranzo al sacco. Tranquilli, abbiamo mantenuto la distanza di sicurezza anti covid e, nonostante la temperatura non certo mite (ci si scalda solo addossandosi alla stufa!) arieggiato la stanza. Il bivacco è solido, semplice e accogliente, cucina economica, panca e tavolo, ci sono otto posti letto dietro un tramezzo. E’ sempre aperto, ma pernottare in questo periodo pandemico è vietato, notiamo però che le cuccette sono state adoperate di recente, chi le ha usate ha lasciato coperte e trapunte ammassate alla rinfusa. Mirta ed io ci improvvisiamo “ri-governatrici di bivacco”, speriamo che lasciando tutto in ordine i prossimi ospiti siano più rispettosi. Dopo la pausa spegniamo il fuoco, do un ultimo sguardo al bivacco prima di chiudere le imposte, i vetri della finestra riflettono i monti di fronte, un effetto emozionante. Lasciamo la casetta e indossiamo i ramponcini per la discesa, saremo più sicuri. Dopo poco incontriamo alcuni escursionisti (uno in maniche corte!) che ci domandano serafici quanto manca per il Rifugio Vazzoler. Lascio che sia Vito a rispondere e a dissuaderli, non hanno materiale da bivacco, sono oramai le 13.30, il sole ci sta salutando e secondo me mancano due o tre ore buone per il Rifugio Vazzoler, senza contare il ritorno a Colaz, da dove sono partiti. Con i nostri scarponi ramponati scendiamo abbastanza rapidamente, Lulù supera in braccio il salto con le staffe e una volta passati i tratti più erti e le due cenge franose, possiamo togliere la ferraglia e camminare sul bel sentiero ricoperto di foglie fino alla grande casa di Bolp. Faccio rifornimento di acqua alla fontana, ho ancora un thermos di the caldo, ma quando la trovo mi porto a casa una borraccia di acqua di montagna. Arriviamo a Colaz alle 15.40, scatto qualche fotografia alle belle e severe case di pietra, sono sorpresa nel vedere, addossata a un muro, una pianta di rose con due bei boccioli rossi, strano che resistano in questo freddo novembre, fanno coppia col ciuffo di margherite visto su un muretto alla partenza. Noi arriviamo e un gruppetto di giovani escursionisti si sta preparando a partire ora, hanno corde e materiale da arrampicata, certamente bivaccheranno a Col Mandro. Noi cinque “veci” ci salutiamo qui, purtroppo in questo periodo evitiamo il “secondo tempo” con sosta al bar nel primo paese sulla via del ritorno, la giornata è stata stupenda, speriamo di averne molte altre il prossimo anno, passata la pestilenza.

di Paola G., forse non tutti sanno che in comune di San Tomaso c’è un planetario, uno dei tre esistenti nel Bellunese (gli altri sono a Feltre e a Cortina d’Ampezzo). Un altro valido motivo per visitare il paese (veramente l’insieme dei vari villaggi, credo ben 25) è la presenza della teleferica o zip-line lunga 1600 metri con la quale si può superare alla velocità massima di 80 km/h un dislivello di 260 metri in circa 40 minuti. Per amanti dell’adrenalina! Purtroppo in questo disgraziato 2020 è rimasta chiusa, spero possa riaprire il prossimo anno.

Per info e prenotazioni zip line: info@ziplinesantomaso.com   
Telefono cellulare 3450680937
anche pagina face book https://www.facebook.com/Zipline-San-Tomaso-196756507066029 
e sito web http://www.ziplinesantomaso.it/

Autore/i: Paola Marini Gardin
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