526 Antiche Borgate di Arina


Antiche Borgate di Arina
Antiche borgate di Arina Lamon © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Antiche borgate di Arina

di: Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 09-05-2020

Cima: Col dei Tei
Gruppo Montuoso: Alpi Feltrine
Cartina: Tabacco foglio 023 (parziale) Alpi Feltrine Vètte Cimonega
Segnavia: n. 12 e 11
Tipologia sentiero e difficoltà*: facile, mulattiere e stradine; Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 750 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1117 m.s.l.m
Dislivello: m. 367
Tempi di percorrenza*: 5 ore, con calma, 8 chilometri
Giro: anello
Punti di appoggio: Osteria Cavalea a metà percorso, Arina.
Acqua, sorgenti: no
Località: Arina
Copertura cellulare:
Parcheggio/i: sì in piazza della chiesa posti limitati
Tappe del percorso: un pezzo di sentiero 12 da Arina al bivio, poi sentiero n. 11 dal bivio a Piloni, Barbetta, Chiappini, Cavalea, Col de Tei, Caravaggio, Toffoli, Gobbi, Arina.
Partecipanti: io e un’amica

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

Escursione in dettaglio:

Antichi Borghi e Borgate

oggi mi avventuro in zone sconosciute del lamonese grazie alle conoscenze di una mia amica “nativa” di questo bellissimo territorio, al confine con la provincia di Trento. Da Belluno mi dirigo a Feltre, prendo la circonvallazione che sorpassa Fonzaso e al Ponte della Serra volto a destra in direzione di Lamon, al primo bivio, dopo un paio di tornanti, non salgo al paese ma volto a sinistra in direzione Arina-Castel Tesino. In corrispondenza di Ponte Arina la strada sale a sinistra verso Arina, il punto di partenza della passeggiata, la mia amica però mi aspetta a Chioe, un borgo di poche case che trovo continuando per pochi chilometri in direzione di Castel Tesino. Una minuscola cappella con un campanile in miniatura mi indica il punto d’incontro. Da Chioe scendiamo con la sua auto (io salgo dietro, indossiamo le mascherine d’ordinanza) fino a Ponte Arina e saliamo i 17 stretti tornanti che ci portano al paesetto di Arina, è solo la seconda volta in vita mia che capito in questa frazione isolata, la prima avrò avuto 16 anni. Parcheggiamo nello spiazzo davanti alla chiesa, il paese è in bella posizione, con magnifica vista sul Monte Coppolo, i paesi di Lamon e San Donato al di là della valle, il Pavione, le Prealpi…

Antiche Contrade e Borgate, di Arina

Ci incamminiamo per la stradina (sentiero 12) a fianco della Chiesa, in direzione ovest. Non c’è segnaletica CAI, ma segnavia con cartelli lungo tutto il percorso.
Faremo un bel giro ad anello in senso orario toccando solitarie contrade, vecchi borghi abbandonati. Al bivio tralasciamo a sinistra la deviazione che scende alla borgata I Gai e continuiamo a destra (sentiero 11) proseguendo in leggera salita, i tetti delle case del piccolo borgo sono schierati sotto di noi, sulle pendici boscose che danno sulla Valpora, di fronte ai rilievi boscosi di Cima di Lan. Raggiungiamo dopo poco un agglomerato di case, I Piloni, metri 885, anche queste incastonate nel pendio che precipita in Valpora.
Le case sono tutte costruite in pietra a vista, con i poggioli di legno dove una volta si ponevano a seccare le pannocchie e le scale esterne, sempre di legno, che portano ai piani superiori. Il paese è in gran parte abbandonato, qualche abitazione ha segni di restauro, qualche cortile ha ancora la sua pergola di vite ben tenuta, purtroppo i terrazzamenti delimitati dai muretti a secco, i piccoli campi strappati con tanto sudore e fatica alla montagna aspra dalle vecchie generazioni, sono oramai preda dei rovi. Quasi alla fine del paesetto troviamo a destra della stradina un vecchio sentiero che sale dietro alle abitazioni e ci conduce alla contrada Barbetta, m. 928, stesse case con spesse mura di pietra, raggruppate strette le une con le altre, resistono con le loro solide strutture all’abbandono degli uomini, i poggioli e i tetti cedono sotto il peso del tempo e delle intemperie.

antichi borghi Arina Lamon
Arina Lamon Antiche borgate di Arina Lamon © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Declinano con dignità, come vecchie signore che portano con disinvoltura rughe e capelli bianchi, conservando una naturale bellezza. Torniamo indietro, perché proseguendo il sentiero da Barbetta ci porterebbe a Caravaggio, dimezzando il nostro percorso. Scendiamo tornando sulla stradina principale, lungo il percorso troviamo una piccola grotta, una fontana risorgiva scavata nel pendio e ricoperta di lastre di pietra per recuperare l’acqua che stilla dal terreno. E’ molto che non piove e l’acqua raccolta è poca, anche i prati risentono del periodo secco, sono poco rigogliosi anche se molti sono i fiori e le piante che affiancano la strada, salvie selvatiche, margherite, orchidee e aquilegie, grappoli gialli del maggiociondolo, delicate ombrelle di sambuco…

antiche borgate Arina Lamon
Arina Lamon Antiche borgate di Arina Lamon © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Dopo circa un’ora dalla partenza arriviamo in vista di Chiappini, metri 918, un altro borgo abbarbicato sulla collina boscosa, è il più grande di quelli visitati e il più bello. La stradina termina poco prima delle case in un piccolo spiazzo con una fontana. Un viottolo ben lastricato sale verso un capitello sormontato da un piccolo campanile a vela da dove si diramano diversi viottoli bianchi che portano in mezzo alle abitazioni. Con nostra sorpresa e con sollievo vediamo che la borgata ha molte case ristrutturate, saranno anche seconde case per un periodo di vacanza, ma comunque stanno salvando il paese da un lento declino. Non deve essere facile restaurare questi posti dove tutto il materiale deve essere trasportato a mano o con una motocarriola. Le abitazioni conservano le caratteristiche scale esterne e i bei poggioli di legno, le facciate in pietra e i cortiletti sono abbelliti da oggetti di legno, vasi di fiori, piccole creazioni artistiche, tutto molto ben curato. Ci deve essere una persona che ama particolarmente questo angolo di mondo e ha inserito alcune scritte, scolpite nel legno, sui muri della sua proprietà, ne riporto una “Questo è il luogo dove l’incanto e il sogno si incontrano…dove la logica si confonde…dove il cuore si lascia trasportare. Questo è il luogo che non vorresti mai lasciare.” Passiamo in mezzo alle case ammirandone le architetture, alla fine del borgo continuiamo lungo il sentiero che si inoltra in mezzo ai pascoli abbandonati, ben presto sostituiti dal bosco che avanza di anno in anno. Gli alberi ci regalano l’ombra e la frescura, proseguiamo con modesta salita fino a Cavalea, una sella tra il bellunese e il trentino, collegati da una stretta strada fin qui asfaltata che sale da Arina, dal versante opposto a quello salito da noi. Oggi non sconfineremo, la provincia di Trento inizia solo un chilometro più in là, verso ovest, ma gli spostamenti tra regioni sono ancora interdetti…

antiche borgate Arina Lamon
Arina Lamon Antiche borgate di Arina Lamon © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Il panorama sulle bastionate del Coppolo con le sue tre cime è magnifico, facciamo qui la nostra sosta panino appoggiandoci a un muretto in mezzo al prato, l’Osteria Cavalea purtroppo è ancora chiusa, sarà dura quest’estate poter bere una birra nei locali o nei rifugi sperduti. La segnaletica propone diversi itinerari (“Valle dell’Orso” è accattivante, ma non ci lasciamo tentare), cerchiamo sui cartelli l’indicazione “Col de Tei” e prendiamo la stradina verso est che ci permetterà di rientrare ad Arina completando l’anello. In leggera salita raggiungiamo la località Braus con alcune casere e poi il Col de Tei, il punto più alto della nostra passeggiata, metri 1.117, da dove cominceremo a scendere in mezzo ai prati e ai pascoli, passando vicino ad altre rare casere, seguendo le tabelle per la frazione di Caravaggio. Camminiamo accompagnati dal panorama sul Monte Coppolo, passiamo davanti a un crocifisso di legno, molto particolare, e poco dopo prendiamo uno stretto sentiero (cartello “Strada del Viaggio Caravaggio) che scendendo sempre tra prati e boschi lungo il crinale orientale ci porta al borgo di Caravaggio con la sua Chiesa. Poco prima vediamo la stradina che scende a Barbetta. Dalla chiesa di Caravaggio scendiamo ancora, seguendo la mulattiera detta “Scurtòn” (scorciatoia) che ora ospita una Via Crucis. E’ caratterizzata da 14 capitelli a campana, in metallo su sasso di granito, con all’interno sculture sacre in cui riconosciamo la stessa mano dell’artefice del crocifisso visto più in alto. Sono sculture in legno di noce, opera recente dell’artista e emigrante Fortunato Campigotto. Il sentiero termina poco dopo un capitello dedicato a Sant’Antonio da Padova. Sempre in discesa passiamo per strada e poi per sentiero per le contrade di Toffoli e Gobbi e torniamo ad Arina.

E’ stata una bellissima escursione, soleggiata, tranquilla che ha dileguato per un poco la tristezza della nostra situazione attuale, abbiamo scacciato via i brutti pensieri godendo di quanto ci è stato offerto oggi, fiori, prati, borghi, visioni di splendidi monti. Torniamo a Chioe (“Cioè” la pronuncia in dialetto) ci salutiamo e ci diamo appuntamento per un’altra escursione da fare domani. Io torno verso Belluno, invece di seguire lo stradone per Feltre, svolto per il paese di Fonzaso e arrivata a Arten prendo la vecchia strada che porta a Pedavena. Non l’ho mai percorsa, passa in mezzo a prati e campi e oggi incontro solo ciclisti solitari o in piccoli gruppi familiari, visibilmente felici di far correre le due ruote in libertà (relativa). Tocco paesi che conoscevo solo di nome, Travagola, Teven, Sant’Osvaldo e sbuco a Pedavena, dietro alla famosa fabbrica di birra, da qui ritorno all’ovile.

Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
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3 pensieri riguardo “526 Antiche Borgate di Arina

  1. Sono una Campigotto, i miei nonni sono di Arina. Nonno dei Campigotti e nonna dei Gai. Leggendo questo articolo ho pianto. Quanti ricordi! Sono qui proprio ora per un paio di giorni, e cercavo ispirazione per qualche giretto. Sono contenta di aver trovato questo blog, ben scritto e piacevolissimo, complimenti!

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