
Il Nevegàl la Casera Erte, e la Panchina Gigante
di: Paola Marini Gardin e con la partecipazione di Salvatore Stringari
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 14 e 18-9-2021
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Prealpi Bellunesi
Cartina: Tabacco foglio 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi
Segnavia: cartelli in loco
Tipologia sentiero e difficoltà: Sentiero Escursionistico (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1.070 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1.300 m.s.l.m (quota massima m.1.400)
Dislivello: m. 300 circa
Tempi di percorrenza: 2 ore
Giro: A/R (anche anello)
Punti di appoggio: Ristoranti/Bar in Piazzale Nevegal, Ristoro La Grava, Malga Col Toront, Casera Erte (verificare i periodi di apertura)
Acqua, sorgenti: una sorgente lungo il sentiero della Forestale, a Casera Erte fontana di “acqua non potabile”, una sorgente a Costa Legnèr.
Località: Nevegàl
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Tappe del percorso: Piazzale Nevegal, Ristoro La Grava, Malga Col Torònt, Casera Le Erte e ritorno (sono possibili altri itinerari)
Partecipanti: Antonietta, Saura, Salvatore, Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
…questa che descrivo è una passeggiata di un paio d’ore adatta a tutti, anche se un minimo di allenamento è necessario.
Abito a Belluno, una cittadina posta nella valle del Piave, a nord si erge il Gruppo Dolomitico della Schiara, a sud i rilievi prealpini che segnano il confine tra il bellunese e il trevigiano. Le escursioni sulle cime dolomitiche sono meravigliose e impegnative, i percorsi prealpini sono più abbordabili, anche se non meno ricchi di varietà e panorami. Ho sentito tanto parlare della Panchina Gigante del Nevegàl, fatta installare ai primi di luglio dalla Pro Loco Castionese presso Casera Erte. E’ la 149° maxi panchina di questo genere in Italia e la prima nel Veneto. Ideata da un designer americano, è un’attrazione turistica che attira escursionisti e curiosi che vi si arrampicano per farsi un selfie. Manco solo io!
Il 14 settembre, complici i menischi doloranti, ho fatto un giro di ispezione percorrendo questo sentiero facile, con poco dislivello. Ma ve lo racconterò in seguito, perché allora ho fatto una deviazione. Quattro giorni dopo ritorno con due mie amiche, ci sono due modi per raggiungere la Panchina, il primo percorrendo il facile “Sentiero della Forestale”, dal Piazzale Nevègal si sale in direzione Faverghera, al tornante a m. 1250 (Villa Colmirano) si prende a destra la stradina che corre nel bosco (ora in parte devastato dalla tempesta Vaia) con scorci panoramici molto belli e si arriva a Casera Erte, dove sul piccolo poggio sovrastante è posta la panchina rossa gigante. Bellissima vista sulla Valbelluna e sulle Dolomiti. Il secondo parte dal Piazzale del Nevegàl, vicino al Campo Scuola, si prende il sentiero per La Grava, Malga Col Toront, Casera Erte. Il percorso è un po’ più ripido e lungo del precedente, ma senza difficoltà. Dalla Panchina si può ritornare al punto di partenza tornando sui propri passi, oppure scegliendo altri sentieri segnati. Noi scegliamo il secondo itinerario.

il Nevegàl la panchina gigante
Nel pomeriggio del 18 settembre, verso le 15, salgo in auto al Nevegàl, l’altopiano a circa 1000 m. di quota sul versante settentrionale del Gruppo del Col Visentìn, parcheggio nell’ampio piazzale dove trovo le mie due amiche e raggiungiamo il vicino Campo Scuola, m. 1.070. Qui c’è la segnaletica con i numerosi sentieri per trekking e mountain bike e il cartello “Panchina Gigante”. Poiché non ce ne saranno altri a indicare la panchina è importante sapere che l’installazione si trova presso Casera Erte e seguire sempre quella direzione.
La prima tappa è il Ristoro La Grava (chiuso), ci si può arrivare per stradina (d’inverno pista da sci) ma noi preferiamo salire per il sentiero accanto, che si inoltra nel bosco. In circa 15 minuti siamo a La Grava, m. 1.183, dove troviamo un altro incrocio di sentieri che su questo versante formano una ragnatela, tutti ben segnalati.
Potremmo raggiungere la panchina salendo a sinistra il muro delle Erte, ma scegliamo di prendere la stradina che sale fino a Malga Col Torònt, m. 1.400, un agriturismo che offre prodotti tipici locali e che, a differenza della volta precedente, è aperto. Sostiamo un poco per ammirare il panorama, Col Torònt e Col Visentìn, la Valle del Piave, Le Vette Feltrine, Schiara, Pelf e Talvena piccola… poi proseguiamo in direzione est verso Casera Erte (cartelli) per la stradina che taglia i prati, dove giovani manze pascolano tranquillamente. Le genziane germaniche ci indicano che l’estate è transitata nell’autunno, ce lo ribadiranno i funghi chiodini che vedremo più avanti, nascosti sotto i cespugli. Lasciamo alla nostra destra il sentiero che sale al Rifugio Bristot, dopo poco la stradina fa una curva e scende decisamente, diventando un percorso cementato. In breve scorgiamo la casera e la panchina rossa, arriviamo a Casera Erte, circa m.1.300, aspettiamo il nostro turno per arrampicarci sulla panca gigante, per fortuna le persone sono tutte molto gentili e ci scambiamo il favore di fare le foto a vicenda.
Il panorama su Belluno, sovrastata dal gruppo della Schiara, è bellissimo, non mi stancherò mai di ripeterlo!
Sono contenta che la casera, che per anni ho visto in stato di abbandono, sia stata restaurata a cura dei Servizi Forestali e aperta agli escursionisti (che spero ne abbiano rispetto). Nel prato davanti è stata recuperata anche la fontana, un cartello avverte che l’acqua non è potabile, ma vedo che diverse persone la bevono comunque, appena sopra c’è la presa dell’acquedotto e devono dedurne “sarà buona anche questa”. Alcuni tronchi di abeti abbattuti dalla tempesta del 2018 sono stati scolpiti: una donna con la gerla, un gufo, uno gnomo e altre sculture.
E’ un luogo a me caro, nella mia infanzia ci sono passata decine di volte d’estate con mio padre percorrendo il sentiero della Forestale, arrivati alla casera trovavamo l’acqua e tutt’attorno fitti cespugli di rossi lamponi, una sosta ristoratrice. Il fatto che il luogo sia stato salvato dal declino mi fa perdonare lo “scempio” fatto al bellissimo sentiero “della Forestale”, dove mio padre raccontava si nascondessero fate e folletti e un orco avesse dimora nelle cavità delle rocce sovrastanti. Ora è diventato una comoda stradina in parte cementata, ma bisogna sacrificare qualcosa se vogliamo attirare un po’ di turismo.

l’incursione di Salvatore, il turista curioso che si innamora di tutto: vengo a conoscenza della panchina gigante grazie alle foto pubblicate da Paola e incuriosito anche da tante descrizioni delle altre panchine sparse in giro per l’Italia, ma anche in Trentino, mi prometto che andrò alla ricerca di quelle trentine, sabato pomeriggio dopo lavoro mi porto a Belluno per questa breve e facile escursione…
A questo punto arriva la telefonata di Salvatore, che è giunto ora al Piazzale Nevegàl e vuole raggiungere la panchina panoramica. Visto che noi siamo ormai alla meta gli consiglio di proseguire e salire fino al tornante dove comincia il più breve percorso della Forestale, frattanto noi gli andremo incontro. Scendiamo per la stradina, non riconosco nulla del sentiero originario, non solo per gli effetti della Tempesta Vaia (l’unica cosa buona è che con il bosco spianato, vediamo il panorama), ma anche per le opere di sbancamento e allargamento che sono state fatte. Dopo un po’ incontriamo Salvatore e ritorniamo a Casera Erte, scattiamo le fotografie di rito e poi riprendiamo insieme il tracciato per Malga Col Torònt. Stavolta facciamo una sosta sul terrazzo della bella struttura, un simpatico cartello avvisa che è obbligatorio il “drink pass di almeno 10 birre”, ma ci accordiamo per due birre e due caffè.

Scendiamo al piazzale, le mie due amiche fanno ritorno alle loro case, io riporto Salvatore al suo camper e poi mi dirigo verso Belluno. La giornata oggi è stata un po’ meno solare della volta precedente, ma la camminata è stata bella e in buona compagnia.
sentieri e forestali del Nevègal
Il 14 settembre, nel pomeriggio pieno di sole, ho seguito lo stesso percorso fino al Ristoro la Grava, dove si trova il bivio con le varie segnaletiche, diverse persone salgono in direzione di Malga Col Torònt, ma io voglio fare una deviazione prima di arrivare alla panchina. Non ho mai percorso i sentieri “bassi” del Nevegal, fin da piccola ho seguito mio papà sul panoramico sentiero delle creste che va dalla Casera al Col Visentìn, oppure quello “della Forestale” che giunge alla stessa meta salendo prima al Rifugio Bristot. Stavolta voglio vedere cosa c’è lungo la stradina che dalla Grava corre in piano verso ovest, indicazioni “Costa Legnèr – Costa Degnèr”. Mi avvio per la comoda carrareccia nel bosco, trascurando a sinistra altri sentieri che salgono verso Malga Col Torònt e Col Visentìn e a destra quelli che riportano al Villaggio Olimpo e al Nevègal.
Arrivo a Col Canìl, m. 1.185, l’ambiente umido favorisce le bellissime fioriture della Genziana di Esculapio, dai lunghi verdi rami su cui sbocciano appaiati gli azzurri fiori di genziana, proseguo e arrivo alla sorgente di Costa Legnèr, m. 1170, un piccolo getto d’acqua che sgorga da una parete rocciosa. Passo un ponticello di legno e giungo a una radura dove sorge Capanna Legnèr (località Costa Degnèr o Legnèr m. 1179) una graziosa caserina che può offrire riparo in caso di maltempo.

Decido di interrompere qui l’esplorazione, la stradina prosegue in costa lungo il versante boscoso, poi incontrerei un bivio: in basso si va alle Ronce, in alto al Visentìn, mi propongo di tornarci un’altra volta, la mia meta oggi non era la Panchina Gigante? Faccio dietrofront, torno velocemente a Col Canìl e imbocco il primo sentiero che sale ripido nel bosco verso Malga Col Torònt (ben segnalata), incrocio la stradina e raggiungo i pascoli della la malga, che oggi è chiusa. Da qui seguo il percorso descritto sopra, raggiungo Casera Erte e posso finalmente sedermi sulla panchina gigante. Ci sono parecchie persone nei pressi, ritrovo perfino una mia compagna di classe delle elementari che non vedevo da quasi vent’anni…credo che mezza Belluno prima o poi passerà di qui! Non torno per lo stesso percorso, da Casera Erte scendo per il sentiero accanto al poggio con la panchina (cartello “Piazzale Nevegàl”) che scende nel bosco, è ripido e sassoso e le mie ginocchia ne risentono subito. Incrocio poi la stradina che scende da La Grava (pista da sci) e continuo per questa, fino a tornare al Campo Scuola e al parcheggio.


Nota: la panchina misura m.3,50 di lunghezza e m. 2,20 di altezza, è un’installazione turistica nata dall’idea del designer Chris Bangle e fa parte del progetto “Big Bench Community Project”. E’ stata voluta e inaugurata il 3 luglio 2021 dalla Pro Loco Castionese (il paese di Castion è una bella frazione di Belluno) alla presenza di diverse autorità. La speranza è che la maxi panchina, unita al panorama che offre Casera Erte, divenga un motivo di interesse e possa attrarre i turisti.
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Autore/i: Paola Marini Gardin
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Bel post e belle foto Sal 🙂
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Grazie Simona a te per esser passata e aver lasciato un commento
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Sono scritti talmente bene questi post che si possono vedere i sentieri i rossi lamponi e perchè no, qualche vispo folletto!!!! Simpatica l’idea della grande panchina. Anche a me piacerebbe vederla e magari provare a riposarmi lì sopra e godermi il panorama! Grazie per avermi fatto da guida e avermi fatto conoscere luoghi bellissimi!!!! 🙂
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L’ha ripubblicato su Alchimie.
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Grazie
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Grazie Vittyna, ti accompagnerei volentieri!
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ci sono tornata con la neve…bellissimo!
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ciao, Paola (ho approvato il tuo commento perché hai commentato con un altro profilo WP) immagino la bellezza del panorama conoscendo il posto, io sono stato poco tempo fa in val di Non (la devo ancora metter giù) ad una panchina gigante con la neve ed è stato bellissimo
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Bellissimo percorso anche d’inverno! Se è possibile, mi piacerebbe che tu mettessi un paio di foto con la neve!
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ciao Paola, scrivi un breve riassunto o un integrazione all’articolo (come invernale) e mandami il tutto (le foto) io con la neve non ci sono stato… ben volentieri pubblico un aggiornamento… un abbraccio e grazie per il commento
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Ciao, è fattibile con passeggino? da dove è consigliabile partire? Grazie
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…per me non è fattibile con un passeggino …
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Noi abbiamo trovato la panchina libera per un po’.. forse xchè era ora di pranzo!😅 Che vista.. momento da ricordare!! Complimenti per il tuo blog, l’ho scoperto solo oggi.. ma sono certa che mi darà parecchi spunti x le mie domeniche!👍 Grazie!!
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Ciao Anna, è un piacere che il mio blog possa esserti di ispirazione, ti aspetto con altri commenti presto
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