Data: 01-05-2023
di Paola Marini Gardin,
Troi per Roby

Oggi festeggiamo il Primo Maggio intraprendendo un’escursione su impervi sentieri trevisani fino ad ora a noi sconosciuti. Parto da Belluno in auto e recupero Roberto a Limana, raggiungiamo Sant’Antonio di Tortal e poco oltre il paese dobbiamo fare una fermata obbligatoria: ci troviamo in mezzo ad un gregge di pecore belanti con il seguito di capre, asini, cani e pastori che sono saliti dalla pianura, ci piace vedere che la transumanza è ancora in uso dalle nostre parti.
Scheda Tecnica Riassuntiva
Troi per Roby,
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Prealpi Trevigiane
Cartina: Tabacco foglio 068 Prealpi Trevigiane e Bellunesi M. Cesen Col Visentin
Segnavia: CAI 1031 più sentiero non censito troi per Roby
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E.) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 315 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 825 m.s.l.m
Dislivello: m. 510
Tempi di percorrenza:* 3 – 4 ore oppure in giornata
Giro: A/R
Punti di appoggio: nessuno sul percorso
Acqua, sorgenti: sorgente presso Baita James
Località: Tovena
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì a Tovena vicino alla cappella di Santa Ottilia
Tappe del percorso: sentiero Zanin CAI 1031- Troi per Roby- sentiero Zanin
Partecipanti: Antonietta, Roberto e Paola
Nota: * I tempi di percorrenza e le difficoltà dipendono dalla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica. Sono influenzati dalla conoscenza dell’ambiente alpino, dalle capacità di progressione e movimento in ambiente alpino, e dalle capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Troi per Roby,
Alla frazione di Campitel ci aspetta Antonietta, insieme scendiamo per i tornanti del Passo San Boldo (la “Strada dei Cento Giorni) verso Tovena.
Poco prima di arrivare in paese lasciamo l’auto a sinistra in uno spiazzo lungo strada, di fronte al Capitello di Santa Ottilia, il nostro sentiero parte a lato della piccola cappella dedicata a questa Santa francese, badessa di Hohenbourg, venerata dal VII sec. d.C. in Alsazia e dal 1300 a Tovena. La ragione per cui questo culto è presente a Tovena ve la descrivo nelle note.

Saliamo per il sentiero CAI 1031 “Sergio Zanin” che sale nel bosco tra i muretti a secco e raggiungiamo la Chiesetta sconsacrata di San Vigilio, Vescovo di Trento (Roma, 355-Val Rendena TN, 405 d.C.) . L’edificio è spoglio e sconsolatamente in degrado, saliamo ancora per il sentiero che si fa più ripido e passiamo accanto a una piccola e ben curata casera privata, la “Baita di James” da cui si ha un bel panorama su Tovena, immersa nel verde dei prati. Proseguendo c’è una piccola sorgente e poco dopo, al bivio, lasciamo a sinistra il sentiero Zanin e prendiamo a destra il “Troy per Roby” più erto e faticoso, ma più diretto. Il sentiero è dedicato a Roberto D’Agostin, un ragazzo di Tovena deceduto per un incidente stradale. Proseguiamo scartando la deviazione che porta al Landro di San Vigilio, ci incuriosisce, ma la traccia è incerta e si perde nel bosco. Continuiamo in salita, finalmente il sentiero esce dal bosco e prosegue in ambiente roccioso, intravediamo in alto una bandiera gialla, potrebbe segnalare un buon punto di sosta.

Arriviamo alla bandiera, posta su un pulpito della Costa di San Vigilio, dove Roberto decide di fare pausa. È un bel posto panoramico, attrezzato con panchina e tavolo, vicino è situata una scultura dell’artista Valentino Moro di Miane.

Antonietta e io, attirate dal cartello “Trincea-Campo” continuiamo a salire arditamente per il sentiero che, oltre ad essere ripido, prosegue per erti scampoli prativi e poi per roccette con alcuni tratti esposti. La vista però ci guadagna, arrivate con qualche titubanza sopra una cima rocciosa, possiamo ammirare verso sud il paese di Tovena e la serie infinita di verdi alture, le Colline del Prosecco, che ci nascondono la pianura veneta, verso nord le Prealpi e il Passo San Boldo, poi il Monte Torresel verso est e in verticale (panorama vertiginoso) sotto di noi il ristorante Baubau che abbiamo passato scendendo dal San Boldo. Antonietta prudentemente si ferma, io raggiungo una piccola insellatura e un altro roccione, da cui vedo, piccolissimo, il nostro amico Roberto intento al suo picnic. Il sentiero prosegue oltre per poi infilarsi nel bosco, ma decido di fare stop, senza arrivare alle trincee che penso siano in cima, a quota 880 verso Malga Campo e il Passo San Boldo. Raggiungo Antonietta e scendiamo con attenzione, guardando appena il panorama e le fioriture che ci hanno allietate salendo: genziane, asfodeli, ginestrine, silene, fiori azzurri, gialli, bianchi, rosati … meglio guardare a dove mettere i piedi.

Torniamo da Roberto e scendiamo insieme per un breve tratto del Troy per Roby, dopo poco, nel bosco, troviamo al bivio il sentiero Zanin che in salita prosegue verso il Passo delle Scalette (da cui arrivare alla Casera ai Loff o scendere a Cison di Valmarino), noi lo seguiamo in discesa verso Tovena: è decisamente più comodo anche se più lungo del “Troi per Roby”, solo nell’ultimo tratto diventa alquanto sconnesso. Questo pezzo sassoso si potrebbe evitare riprendendo al bivio il sentiero di sinistra che passa davanti alla graziosa “Baita di James” incrociata al mattino, sapremo in seguito che, se si ha la fortuna di trovare presente il proprietario, l’ospitalità è garantita (sempre che ci si presenti con educazione). Noi al bivio abbiamo invece continuato in discesa sul sentiero sassoso di destra che comunque ci riporta al punto di partenza. Finiamo in bellezza, come sempre, brindando alla bella giornata trascorsa con un paio di birre e un’acqua tonica (una tra noi tre è astemia).

Nota (da internet):
recupero da Wikipedia alcune notizie su Santa Ottilia, di cui prima d’ora non avevo mai sentito parlare. Ottilia o Odilia (Obernai, 660 – Hohenbourg, 720), è una Santa cattolica, fondatrice e prima badessa dell’Abbazia di Hohenbourg, proclamata nel 1807 Patrona dell’Alsazia (Francia). Il suo corpo è sepolto nel monastero di Mont Sainte-Odile, ma come si usava (o si usa ancora) fu “cristianamente” smembrato in più reliquie conservate in diversi luoghi di culto. Il braccio destro, donato all’imperatore Carlo IV nel 1353, si trova a Praga, ma la tradizione vuole che la testa si trovi proprio nella chiesa di Tovena, piccolo paese in provincia di Treviso. Secondo la leggenda, a metà del 1300, un viandante proveniente dal Nord l’avrebbe affidata alla comunità del paese per poi andarsene misteriosamente. Il popolo riuscì a portare la reliquia nella chiesa solo dopo lunghe preghiere, penitenze e processioni, in quanto il capo parve essersi inchiodato a terra nel punto in cui era stato lasciato dall’oscuro viaggiatore. Gli stessi riti vengono ripetuti ogni anno in occasione delle feste dedicata alla santa, quando la reliquia viene esposta per la pubblica venerazione. È particolarmente invocata per la guarigione delle malattie agli occhi ed alla testa in generale: ricorrenza il 13 dicembre (come Santa Lucia).
Aggiungo una nota
anche su San Vigilio, cui era dedicata la chiesetta sconsacrata e in abbandono, Vigilio (Roma 355- Val Rendena 405 d.C.) eletto terzo Vescovo di Trento fu missionario nella Valle dell’Adige e martirizzato in Val Rendena. È venerato come martire della fede e santo dalla Chiesa cattolica (Wikipedia)
Autore/i: Paola Marini Gardin
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© By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Un posto ed un articolo davvero stupendi. Ciao Sal.
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Grazie Valy per esser passata e per aver lasciato un commento, io purtroppo sono ancora bloccato e spero di poterci andare al più presto …
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Ciao Sal, mi dispiace tantissimo che tu sia ancora bloccato, capisco bene come si conviva con i dolori. Ti auguro di poter riprendere il cammino al più presto…
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