
Alta Via del Granito
di: Salvatore Stringari
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 4/5-8-2009
Cima: Col Verde, Cima Orsera, Cima d’Asta, Cima di Rava
Gruppo Montuoso: cima d’Asta Lagorai
Cartina: Kompass 626 1:25000
Segnavia: 327, 380, 360, 332, 328,
Tipologia sentiero e difficoltà: Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 1450 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2516 m.s.l.m Passo di Soccede
Dislivello: 1 girono: 1064 + 718 m.
Dislivello: 2 giorno: 1318 + 645 m. da aggiungere il rientro 1065 m.
Tempi di percorrenza: 1 giorno: 5 ore 2 giorno 7 il rientro ore 2.30
Giro: Anello
Punti di appoggio: Malga Sorgazza 1450 m.,, Rifugio Caldenave1450 m., Rifugio O. Brentari 2476 m.,
Acqua, sorgenti: sì portarsi acqua
Località: Val Malene, Malga Sorgazza,
Copertura cellulare: non rilevato
Parcheggio/i: sì Malga Sorgazza Gratuito
Tappe del percorso: 1° giorno: (ore 3) partenza del trekking a malga Sorgazza 1450 m., fino al rifugio Ottone Brentari 2476 m., con variante di salita (facoltativa) alla cima d’asta
2° giorno: (ore 6) partenza dal rifugio O Brentari per arrivare al Rif. Caldenave passando per il passo di Soccede (m 2516) scavalcando poi forcella magna valico importante teatro di scontri della grande guerra (bunker, postazioni, trincee, ecc.)
3° giorno: (ore 4) partenza Malga Sorgazza al rifugio Caldenave per sentiero si sale alla forcella Ravetta m 2219 affacciandosi su Vallon di Rava e arrivando al lago grande di Rava giungere al Forzellon di Rava la cima di Rava e poi discesa a malga Sorgazza passando dal lago di Costa Brunella. Ovviamente l’alta via del Granito è fattibile anche in senso inverso.
Partecipanti: autore in solitaria
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Due parole per descrivere questo itinerario di 3 giorni, ove si cammina su sentieri antichi ed ex strade militari risalenti alla prima guerra mondiale, toccando gli unici due rifugi del gruppo Lagorai Cima d’Asta. Rava, i due punti d’appoggio sono il Rifugio Malga Caldenave e Cima d’Asta “O. Brentari”. Questo Sentiero realizzato circa 5 anni fa è un giro ad anello che transita sempre in quota sopra i 2000 metri. Nella stupenda isola granitica del Lagorai.
Il giorno 4 agosto ’09 parto per realizzare questo progetto che dal ottobre 2007 data in cui è apparso sulla La Rivista del CAI sto sognando. Anche se è da qualche tempo che faccio escursioni in questo gruppo oggi voglio realizzare il mio progetto.
Accesso:
da Trento percorrendo la strada statale 47 della Valsugana fino all’abitato di Strigno e da qui verso l’altipiano del Tesino fino a Pieve Tesino ad un incrocio si trovano indicazioni per la val Malene. Percorrere tutta la valle fino alla malga Sorgazza. Comodo e ampio parcheggio gratuito.
Punti di appoggio:
Rifugio Caldenave, Rifugio O. Brentari, Malga Sorgazza, come negli altri punto d’appoggio, sono in vendita per due euro, anche delle cartine con il giro dettagliato. Punti di informazione e di ricezione: Malga Sorgazza si trova a quota 1450 m. s.l.m. punto di partenza e appunto informazioni. Questa antica malga ristrutturata è anche un ristorante tipico. I gestori Carla e Maurizio pronti ad esaudire la vostra necessità di informazione per quanto riguarda l’alta via del granito e per quanto riguarda lo stomaco con un ottima cucina con specialità locali. L’alta via del granito è percorribile in due sensi antiorario e orario. Un giro ad anello che transita quasi sempre attorno o sopra i 2000 metri di quota. È per me la prima volta che percorro un Alta Via… Qui la descrivo in senso orario.
Alta Via del Granito (A.V.G.)

Il primo giorno
Partenza da malga Sorgazza dove lascio anche l’auto nel grande parcheggio; qui prendo l’inizio del sentiero 328, con evidenti tracce di mulattiera, che si alza nel bosco sopra la malga Sorgazza con tornanti ripidi fino ai prati dell’ex malga Val di Lago 1800 m., qui, infatti, si vedono i ruderi della malga nel mezzo di un prato. Il sentiero sale ancora ora fuori dalla vegetazione fino a raggiungere il lago di Costa Brunella che raggiungo alle ore 12, questo lago si trova a quota 2021 m.s.l.m. ed è un lago ad uso dell’ENEL, infatti, una diga impedisce il normale deflusso delle acque. Proseguendo raggiungo in circa un’ora forcella Quarazza 2275 m.s.l.m. detto anche Forezlin dei Partigiani che raggiungo alle 13.00 e dopo una breve pausa proseguo verso il Forzellon de Rava sotto Cimon de Rava qui il sentiero 332b perde quota in un vallone che mi porta alla successiva forcella di Ravetta per scendere la val di Ravetta che mi porta a raggiungere il primo punto di appoggio della tappa, il rifugio Malga Caldenave.

Questo è il mio primo punto di appoggio sulla alta via del granito il rifugio è anche raggiungibile da Tedon per la Val Caldenave in circa 2 ore. Il rifugio si trova nella omonima piana del Caldenave ed è un’antica malga ristrutturata tra il 2003 e il 2004. Costruita su di un promontorio domina parte della val di Caldenave. Il rifugio aperto dal 20 giugno al 20 settembre è gestito da Enrica e Elio. Qui si trova silenzio, panorami unici oltre alla non meno importante buona cucina dalle esperte mani di Enrica, ottima cuoca, specialmente i dolci, il tutto condito da un’ottima ospitalità. Trascorsa la notte al rifugio il mattino alle 7.30 dopo aver fatto un’ottima colazione lascio, a malincuore questa osai di pace e riprendo il cammino felice di poter proseguire la mia alta via del granito.
Il secondo giorno:

a questo punto considerando che i laghi d’inferno li avevo già raggiunti in una precedente visita a questi luoghi oggi, apporto, al giro classico una modifica; invece di salire ai laghi d’inferno sentiero 360 come dice la descrizione del percorso mi dirigo verso il sentiero che mi è stato suggerito da Enrica e Elio la Val Orsera. Questo sentiero non è segnato sulle carte topografiche ma ottimamente tracciato con i classici segni bianco rosso della SAT / C.A.I. Il sentiero porta alla forcella Orsera e (incrociando il sentiero 373) mi permette di riprendere quota in poco tempo sono già sopra i 2000 metri ed entro in questa bella, sconosciuta e selvaggia valle. La percorro fino in fondo e il sentiero a questo punto, sale la parte sinistra delle due pareti che chiudono la valle e per erboso e scosceso costone inframmezzato da un breve tratto attrezzato con cordino più per sicurezza che per altri scopi raggiungo la forcella Orsera e arrivo a delle postazioni di guerra. Su comodo sentiero militare aggiro la cima Orsera fino a portarmi ai piedi di facili pendici e salgo sulla cima. Il gestore Elio del Caldenave mi aveva detto che sulla cima Orsera trovavo i resti di una trincea e postazioni militari ancora abbastanza ben conservate. Riprendo il cammino e mi dirigo verso la forcella di Buse Todesche, passando sotto la cima delle Buse Todesche. a questo punto tralascio il 360 che scende in Val Vendrame e continuo sul 373 a sinistra attraversando una lunga cresta fino a forcella Magna passando ai piedi del monte Cengello cima dei Lasteati e il ricovero tenente Cecchin arrivando al baito Lasteati, fra resti di quella che fu la grande guerra… anche qui si nota la montagna scavata e le trincee e muri costruiti in pietra a secco e giunti fino ai giorni nostri. Scendo al lago di forcella Magna qui faccio un’altra pausa. Sono circa le 13 quando riprendo il cammino e una 15 di minuti dopo scendo alla forcella dove decido una seconda variante al giro, che continuerebbe sul sentiero 380 per scendere la valle a sinistra per poi diventare il 380 bis e raggiungere il passo di Soccede 2516 m s.l.m. Decido per la ferrata Gabrielli che non è una vera e propria via ferrata ma un sentiero attrezzato da affrontare con passo sicuro e assenza di vertigini con 30 di staffe e un lungo cordino che aiutano a superare una parete che mi separa dalla cima Col Verde 2560 m.s.l.m. Per raggiungere la ferrata salgo con indicazioni per Cima d’Asta e ferrata su sentieri militari (un secondo bivio mi invita a scendere il Bualon di cima d’asta) salgo a sinistra e arrivo all’attacco della ferrata dove un cartello riporta che il proseguimento è consigliato solo per Esperti Alpinisti con attrezzatura (casco e imbrago) inizio e arrivo su di una cresta verdeggiante la percorro e in un attimo giungo al primo tratto di ferrata con un cordino di sicurezza la supero e arrivo ai piedi di punta

Soccede, salgo e scendo ancora per vari canali fino ad arrivare alla “ferrata” anche qui io riesco a superarla senza problemi. Raggiungo piano, piano la cima di Col Verde con un fantastico panorama sul lago di Cima d’Asta e successivamente calando sul passo di Soccede 2516 m.s.l.m. Il mio secondo punto d’appoggio; il rifugio O. Brentari 2476 m s.l.m. alla cima d’asta. In breve raggiungo scendendo dal passo di Soccede anche questo rifugio e sono le 16.00. Mi prendo il tempo di una meritata birra e un buon panino. Termino qui il giro del alta via del granito. Disdico la stanza che avevo prenotato e scendo al Sorgazza per il Bualon di cima d’Asta tagliando per le placche di granito sul sentiero 327. Arrivo alla Malga Sorgazza in tempo per la cena e la compilazione di un questionario e la consegna dallo stemma del Alta Via del Granito.

Conclusione,
Nota, commenti personali, Io ho percorso questo giro in due giorni solo perché la descrizione ufficiale prevedeva come ultimo giorno la salita allo Zimon che sarebbe la cima d’Asta che ho tralasciato perché avevo già fatto. Inoltre la discesa è consigliata per la via Campagnassa sentiero 386 panoramico ma lungo. Un cordiale ringraziamento va ai gestori della malga Sorgazza ai signori Carla e Maurizio per la loro accoglienza i primi consigli sul come affrontare questo giro non di meno la loro cordialità. Un altro ringraziamento va ai signori Elio e Enrica per tutta la loro disponibilità, cordialità. Disponibilità che è difficile da trovare in quei rifugi a turismo commerciale, io li chiamo cosi ma questa è un’altra storia. Ultimo ma non meno importante ringraziamento per la birra e il mega panino che ho mangiato con gusto al rifugio Cima d’Asta O. Brentari, qui doevo fermarmi per passare la notte, non mi sono fermato a dormire c’era troppa gente; una comitiva di 29 ragazzi più altre piccole comitive mi hanno fatto desistere dal fermarmi, mi sarebbe piaciuto ma per esperienza so che queste comitive sebbene portino tanta allegria allegato ce anche qualche piccolo disagio. Che dire per concludere? Percorrete questa Alta Via del Granito perché merita, se poi siete appassionati, o dilettanti come me, oppure professionisti storici qui si legge tanta storia impressa nelle viscere della montagna nelle trincee e nelle postazioni o ricoveri scavati nella roccia. Nel scrivere questa relazione posso aver fatto degli errori, omissioni, scrivete qui sotto nei commenti. Lascio un link: (Alta Via Del Granito) Buona montagna a tutti.
una raccomandazione
per chi effettua le escursioni qui raccontata, la montagna presenta sempre dei pericoli, oggettivi e soggettivi quindi la relazione esposta può presentare delle imperfezioni, ovviabili rivolgendosi a degli esperti, guide alpine i veri maestri della montagna.
Buona montagna a tutti.
Autore/i: Salvatore Stringari
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