Data: 18 febbraio 2011
di Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin,
Santa Augusta Serravalle
Dopo Sant’Andrea per par-condicio… Santa Augusta. Lasciamo l’auto nel comodo parcheggio sotterraneo di Piazza Vittorio Veneto. Percorriamo a piedi una parte della bella cittadina in direzione nord, risalendo il corso del torrente Meschio. In breve, raggiungiamo la scalinata monumentale dedicata alla Santa, proprio accanto al Duomo di Serravalle.

Ai piedi della scalinata c’è una bella fontana, al sommo la bianca statua della Martire. Siamo in tre con la piccola Sasha, la cagnolina che ci segue entusiasta in tutte le nostre escursioni.
Scheda Tecnica Riassuntiva
Santa Augusta Serravalle
Città: Vittorio Veneto centro storico di Serravalle.
Provincia: Treviso
Regione: Veneto
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Tempi di percorrenza:* in giornata
Giro: A/R
Punti di appoggio: in città
Parcheggi: si pubblici ma a pagamento in centro
Acqua, sorgenti: no, portare acqua
Costo della visita: gratuita, in autonomia
Partecipanti: autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà dipendono dalla propria preparazione psico-fisica. Anche la tecnica pratica è importante. Serve una buona conoscenza dell’ambiente alpino. Le capacità di progressione e movimento in ambiente alpino sono cruciali, così come le abilità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Santa Augusta
Saliamo per la comoda stradina acciottolata e sempre ben ombreggiata ai lati dagli alberi. Passiamo un arco. La pendenza non è mai eccessiva. Il percorso è scandito da alcuni gradini a distanza più o meno regolare. Ad ogni tornante ci troviamo davanti a cappelle ottocentesche dedicate a vari santi. Dopo circa mezzora passiamo sotto una torretta il cui arco forse una volta era chiuso da un pesante portone.
Ci incuriosisce un’iscrizione su lapide in cui si nomina un “castaldio” certo “Stefano Stringari”. Chissà se il qui presente Salvatore Stringari possiede un pezzo di castello a Serravalle. Forse non ne è consapevole.
Troviamo anche una tabella in legno. Essa riporta l’inizio del sentiero dell’Alta Via dei Silenzi (Alta Via n° 6). La parte proprio da qui arriva fino alle sorgenti del Piave, a Sappada. Proseguiamo raggiungendo un’ultima cappella e una lunga scalinata che porta davanti al Santuario di Santa Augusta. Appena sotto al poggio in cui sorge la chiesa c’è il ristoro “Casa del Pellegrino”. All’interno, il gestore sta rosolando fantastici spiedi. Noi purtroppo non abbiamo prenotato. Possiamo solo annusarne il profumino.
Ci soffermiamo a visitare l’interno della chiesa che è aperta. Qui sono conservate le ossa della giovane martire Augusta. Fu fatta uccidere dopo molte torture dal padre pagano. (Anno 410 circa, in Veneto dominavano i Goti). Sono presenti anche le ossa della sua nutrice, colpevole di averla allevata nella fede cristiana. Ci sono molte leggende, sicuramente basate su un fondo di verità. Queste leggende narrano la storia di questa Santa. La sua festa ricorre il 22 agosto.

Il campanile del santuario ci ricorda una torre medioevale, probabilmente è stato costruito proprio sui resti di una fortificazione. All’esterno della chiesa c’è un bel portico in stile gotico con al centro un pozzo. Ci fermiamo per una sosta. Mangiamo i nostri panini al formaggio e frutta secca nel prato vicino. Qui sono stati collocati alcuni tavoli.
Dallo spiazzo che circonda il Santuario, si gode di un panorama magnifico sulla pianura veneta verso sud est. Si può anche vedere anche sui laghi e le Prealpi bellunesi verso nord-ovest. Il Visentin è in primo piano.
alla ricerca della madonna delle Agnelezze
Dopo la pausa ci interroghiamo sul da farsi. È il primo pomeriggio (sono già le 14:00). Decidiamo di salire fino ai resti della torre (Turris Nigra). Questa ci ricorda che qui, sullo sperone roccioso che domina Serravalle, sorgeva un castello con tre cinta di mura. Era il maniero del padre di Santa Augusta, re Madrucco. I ruderi si raggiungono in poco tempo. Tentati dai cartelli posti all’inizio del sentiero, seguiamo l’indicazione della “Madonna delle Agnelezze”. Proseguiamo alla ricerca della grotta della Madonna. Saliamo un lungo crinale boscoso. Era un antico spartiacque, milioni di anni fa lambito dal mare. Il bosco è molto bello e pieno di bucaneve. È dominato da grandi castagni. Da un lato vediamo la distesa infinita della pianura. In certe giornate è visibile Venezia. Dall’altra parte, c’è la conca con i laghetti della Val Lapisina e i viadotti dell’autostrada Alemagna. Questi salgono arditamente verso il passo del Fadalto. Passiamo per una forra ricca di felci. Proseguiamo senza trovare altre indicazioni. Arriviamo a un punto panoramico ricavato in una ex cava di pietra. Poi raggiungiamo una stradina sterrata che proviene da Sonego (Fregona), uno dei paesetti sottostanti. Noi seguiamo la stradina in direzione opposta. Saliamo verso il monte. Abbiamo sotto di noi il lago del Restel e il lago Morto. Dopo più di un’ora di cammino, incontriamo pochi cartelli. Ci invogliano a continuare verso l’Agnellezze. La grotta dovrebbe essere vicina. Il sentiero si fa ripido. Superiamo alcune casere oramai ridotte a cumuli di macerie. Arriviamo a un altro bivio con un tronco su cui è inciso “la sosta degli alpini”. Facciamo una pausa e il punto della situazione. Siamo nei boschi ai piedi dell’Agnelezze, sotto al monte Pizzoc. Sta calando il sole. Decidiamo per il rientro, visto che le scarse indicazioni non segnano i tempi per arrivare alla meta.

Facciamo così ritorno con il tramonto che infuoca il cielo. Si rispecchia nei laghi con colori incredibili. Purtroppo le nostre foto non rendono nemmeno l’idea. Scendiamo con le pile frontali, la piccola Sasha è un poco titubante, ma ci segue fedele. Arriviamo con il buio alla chiesa di Santa Augusta. Ci fermiamo per una birra al piccolo ristorante. Chiediamo informazioni al gestore. Lui ci dice che da dove abbiamo abbandonato la salita mancavano solo 30 minuti alla Grotta della Madonna. Peccato, sarà per la prossima volta. Scendiamo, ci dirigiamo velocemente al parcheggio e ritorniamo a Belluno.
Curiosità:
Lungo il percorso, ci sono cinque cappelle. Ognuna è dedicata a un santo: San Sebastiano, San Paolo, San Giovanni, San Pietro, e San Lorenzo. All’interno del Santuario, sulla destra, c’è la cappella dedicata alla Santa costruita nel luogo dove il 27 marzo del 1450 fu trovata l’urna con i resti della martire giovinetta, della nutrice Santa Cita e di altri due santi. Le pareti sono interamente dipinte con affreschi dell’epoca, al centro sorge un altare in marmo bianco e rosso sormontato da un dossale con tre nicchie che contengono le reliquie dei santi martiri. Dietro all’altare, a sinistra c’è una cancellata dietro alla quale è posta l’urna dove furono trovate le ossa della santa, nella cancellata si trova un’apertura con una cornice in pietra, la tradizione vuole che chi vi introduca il capo venga guarito dal mal di testa.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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