
Monte Cavallo (Cima Manera)
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 13-09-2020
Cima: Monte Cavallo
Gruppo Montuoso: Col Nudo – Cavallo
Cartina: Tabacco foglio 012 , Alpago, Cansiglio, Piancavallo, Val Cellina
Segnavia: 926 – 924
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Tipologia sentiero e difficoltà la cima*: Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 1211 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2251 m.s.l.m
Dislivello: m. 1040
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: anello parziale
Punti di appoggio: Agritur Malga pian Grant 1211 m.s.l.m Rifugio Carlo e Massimo Semenza 2020 m.s.l.m
Acqua, sorgenti: sì
Località: Sant’Anna, Col Indes
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Tappe del percorso andata: Malga Pian de le Lastre, sent. 926 per Rifugio Semenza, Forcella Laste, sent 624 Monte Cavallo, Rifugio Semenza, sent.923 per Sass della Madonna, Baracca degli Alpini, Malga Pian de le Lastre.
Partecipanti: gli autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Rifugio Carlo e Massimo Semenza 2020 m.s.l.m
domenica 13 settembre da Belluno ci dirigiamo verso la magnifica conca dell’Alpago, vogliamo a tutti i costi salire sul Monte Cavallo, cima che per ben due volte negli ultimi anni ci è sfuggita, a causa del maltempo.
Raggiungiamo Tambre d’Alpago e seguiamo le indicazioni per Sant’Anna 1079 m. e Col Indes 1180 m. e proseguiamo lungo la stretta stradina asfaltata fino ad arrivare al parcheggio comunale (a pagamento) vicino all’Agritur Malga pian Grant un ristoro a m. 1211 s.l.m. Percorriamo un tratto di strada a piedi fino a Malga Pian de le Lastre m. 1277 (cartelli con segnavia) e qui voltiamo a destra per la carrareccia che taglia i pascoli, con bella vista sulla piana del Cansiglio dove ancora indugiano le nebbie mattutine. Nei pressi di una staccionata, lasciamo la carrareccia – sentiero 923 che prosegue diritta inoltrandosi nella faggeta e seguendo il segnavia 926 andiamo a sinistra, in salita prima per i prati e poi nel bosco di conifere risalendo le pendici del Col delle Vacche.
Lungo il percorso notiamo alcuni massi coperti di iscrizioni, non sono opera di Writers campagnoli, risalgono al 1700 e sono i cippi di confine della Serenissima, ce ne sono molti a delimitare zone di pascolo e di bosco.
Il sentiero si fa più ripido rimontando la cresta, ma si può sempre tirare il fiato fermandoci a guardare il panorama il Lago di Santa Croce, le Prealpi, il Cimon di Palantina. Poco dopo la salita finisce, traversiamo lungamente il versante prativo del monte, a volte traversando alcuni ghiaioni, alla nostra destra abbiamo in basso il vallone prativo dove intravediamo il caratteristico masso detto “Sasso della Madonna”. Proseguiamo sempre in poca pendenza fino a superare un tratto sotto un tetto di roccia e finalmente siamo in vista del Rifugio Semenza, ma è ancora lontano e piccolo, appena sotto Forcella Laste. Rimontiamo l’ultimo pendio roccioso e arriviamo al Rifugio, m. 2020, (circa due ore dalla partenza) e poi saliamo fino alla forcella, non andiamo al caratteristico bivacco a botte color rosso, diamo solo un’occhiata alla selvaggia Val Salati e alle severe cime dai nomi strani che la circondano e di cui non impareremo mai la sequenza Crep Nudo, Antander, Messer, Sestier, Teverone, Venal…

Da questa forcella passano due Alte Vie, la numero 6 detta “Alta via dei Silenzi” perché si svolge per lunghi tratti solitari e abbandonati e la numero 7 breve ma impegnativa cavalcata sul filo di cresta dei monti Alpagoti.
alla cima,
noi andiamo a destra, sentiero 924, saliamo una mezzora per prati tra roccette e cavità carsiche (purtroppo le fioriture del raro geranium argenteum sono finite) fino alla cima prativa del Cimon d’Alpago o Monte Laste, m 2247, da dove percorriamo in discesa, con un po’ di attenzione, la cresta che ci porta all’insellatura sotto la cima del Cavallo. Siamo sullo spartiacque tra il Veneto e il Friuli, il panorama sul dirupato versante friulano ci toglie il fiato, ma per poco perché la nebbia arriva a cancellare ogni cosa.
Che rabbia, questa è la terza volta che proviamo a raggiungere la vetta, stiamo quasi per desistere quando, incoraggiati dalla presenza di altri escursionisti e da un raggio di sole, decidiamo di proseguire. Affrontiamo il tratto attrezzato, un salto di roccia di I grado con funi metalliche e un paio di staffe, non è necessario l’imbrago, ci issiamo sui macigni, il passaggio è un po’ esposto ma non difficile. Percorriamo l’ultimo tratto per traccia evidente e arriviamo alla sommità di Cima Manera o Cimon del Cavallo, m. 2251, la vetta più alta dei Monti dell’Alpago, ci avviciniamo al paletto rosso e bianco con il libro di vetta e finalmente le nuvole si diradano.

La tregua è temporanea, ma ci lascia intravedere il panorama verso la pianura veneta, il Piancavallo, la vicina Cima Palantina, sappiamo che nelle belle giornate la vista spazia dalle Alpi Vicentine al Carso, Laguna di Venezia compresa, ma non è il caso di oggi con le foschie presenti in pianura. Ci accontentiamo e lasciamo la cima, torniamo alla forcella e scendiamo il breve tratto attrezzato, le nebbie scompaiono e ci rendiamo conto di quanto siano verticali e strapiombanti le pareti che precipitano nel versante friulano. Evitiamo di ripercorrere l’esile tratto in cresta abbassandoci sotto la forcella (cartelli), scendiamo per la traccia che taglia diagonalmente il versante ghiaioso del Monte Laste e ritorniamo al Rifugio Semenza. Dopo le birre di rito facciamo ritorno lungo i saliscendi dello stesso sentiero in costa di andata ma, al bivio a quota 1900 seguiamo a sinistra il sentiero 923 che scende ripido la lingua di un ghiaione. La traccia è un poco sconnessa ma ci porta rapidamente in fondo al vallone tra Cima delle Vacche e il Cimon di Palantina. Arriviamo ai piedi di un grosso masso erratico dove è stata posta la statuetta di una Madonna, opera di un artista locale, che dà il nome al luogo nella radura: Sasso della Madonna. Trascuriamo il sentiero a sinistra verso Casera Palantina e continuiamo per il sentiero 923 a destra che scende per ghiaie fino al fondo della piccola valle giungendo alla Baracca degli Alpini, in mezzo a una radura circondata da boschi. La Baita è aperta e ben tenuta e può essere un ottimo riparo in caso di maltempo.

Da qui il sentiero diventa una strada forestale comoda e piacevole lungo la quale vediamo ancora i cippi o termini della Serenissima, attraversiamo il bosco di bellissimi faggi e trascurando le deviazioni a sinistra (una per Casera Palantina, l’altra per Pian de Canaie) teniamo la destra, usciamo dal bosco e attraversando in piano i pascoli torniamo a Malga Pian delle Lastre e poi al sottostante parcheggio.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola G.
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi