
Casera e Forcella Lodina
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 20-06-2021
Cima: Monte Lodina, m. 2220
Gruppo Montuoso: Duranno.
Cartina: Tabacco foglio 021 Dolomiti d’Oltrepiave
Segnavia: CAI 374
Tipologia sentiero e difficoltà*: Escursionistico Sentiero Escursionistico
(E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 729 m.s.l.m
Quota da raggiungere: m.s.l.m 1565 la Casera, m. 1860 la Forcella
Dislivello: m. 830 per la Casera, 1132 per la Forcella
Tempi di percorrenza*: in giornata
Difficoltà*: impegnativo per il dislivello
Giro: A/R
Punti di appoggio: Casera Lodina non gestita
Acqua, sorgenti: una sorgente prima della Casera
Località: Cimolais
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Tappe del percorso: Ponte Compòl, sentiero 374, Casera Lodina, Forcella Lodina e ritorno
Partecipanti: Silvano, Carmen, Waltraud, Roberto, Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Casera e Forcella Lodina
ho una lunga lista delle escursioni che desidererei fare, ogni tanto riesco a depennare una meta dall’elenco, oggi è la volta di Casera Lodina. Partiamo da Belluno alla volta di Erto, proseguiamo verso il Passo di Sant’Osvaldo e scendiamo a Cimolais, dove imbocchiamo la strada che si inoltra in Val Cimoliana.
Dopo un paio di chilometri raggiungiamo il Ponte Compòl, m.729, appena prima del “casello” che in stagione segna l’inizio della strada a pagamento e porta al Rifugio Pordenone (punto d’appoggio per magnifiche escursioni). Lasciamo le auto nel parcheggio, attraversiamo la strada e ci incamminiamo per la sterrata C.A.I 374 risalendo il corso del torrente Compòl che scorre in mezzo ad un ampio letto sassoso, con i segni degli sconvolgimenti causati dalle sue piene. “Paesaggio dantesco” è un vocabolo abusato, ma viene spontaneo pensare al Sommo Poeta di fronte alla selvaggia bellezza delle nostre montagne. Ai lati scrutiamo le alte pareti rocciose per individuare i fiori da fotografare al ritorno, con più calma, per ora immortaliamo l’immagine dell’’imponente Monte Duranno, dritto davanti a noi e colpito dal sole del mattino.

Ben presto il sentiero si inerpica su un ripido costone boscoso, con tratti a picco sulla Val Compòl, dopo circa mezz’ora di “Calvario” accentuato dal caldo afoso, a 1000 metri di quota troviamo un’area di schianti e un bivio: a destra il sentiero C.A.I 358 per il Bivacco Greselin (percorso riaperto da poco, chiuso solo il tratto dal bivacco alla Forcella del Duranno), noi continuiamo a sinistra sul 374, sempre in salita, anche se un po’ meno marcata di prima.

Siamo sempre immersi nel bosco, alcuni faggi monumentali spiccano tra le altre piante, il sentiero è stato liberato dagli alberi caduti a causa della tempesta Vaia, ma in alcuni punti dobbiamo superare enormi tronchi messi di traverso. Il bosco sembra non finire mai, ad un certo punto sulla destra alcune cavità nella roccia attirano la mia attenzione e salgo per esplorare, trovo una serie di piccole e anguste “caverne” che comunicano tra loro, frutto dell’erosione dell’acqua e del vento.

Ritorno dai miei compagni e riprendiamo la salita, a quota 1450 finalmente sbuchiamo nella zona dei pascoli dove alcune risorgive formano minuscoli stagni, continuiamo a salire per i prati fioriti, tralasciamo a destra il sentiero “Cimolais- Sentiero Valentino L.- per esperti” e arriviamo a una sorgente con abbeveratoio da cui scorgiamo il tetto della Casera.
Un ultimo sforzo ed eccoci a Casera Lodina, m. 1565, dove incontriamo altri escursionisti e ci concediamo una pausa. Il luogo è magnifico, l’ex malga sorge alle pendici orientali del Monte Lodina ed è attorniata da bei pascoli, il panorama sul Duranno, sulle Cime dei Preti e dei Frati (nessuna suora riscontrata), Dolomiti d’Oltre Piave e tanta altra roba è spettacolare. Parlo con una giovane signora che sale qui ogni anno, l’escursione è considerata facile, consigliata anche per le ciaspe: in effetti è senza difficoltà, ma noi l’abbiamo trovata impegnativa: gli 800 metri di dislivello più lunghi che ci sembra di aver mai fatto! Sarà per il caldo afoso di questa giornata non certo per l’età che avanza. Meglio affrontarla in primavera o autunno, in futuro. I miei compagni si fermano qui, io so che i miei menischi me la faranno pagare domani, ma non posso fare a meno di salire alla Forcella, trecento metri più in alto e affacciarmi sul versante che scende verso il Passo Sant’Osvaldo, da dove ero salita anni fa con Salvatore, senza però scollinare verso Casera Lodina. Non so dove trovo l’energia, ma salgo rapidamente, la casera si fa sempre più piccola e lontana, poi scompare alla vista, supero i ruderi di Casera del Bergon m. 1779 e in 20 minuti raggiungo l’ampio valico, m. 1860, tra il Monte Lodina e la dorsale di Cima Centenere.

E’ strano il contrasto tra le lingue di neve che ancora persistono negli avvallamenti e le belle fioriture di rododendri, genziane e altri fiori che ho trovato lungo il percorso. Dalla forcella si staccano due sentieri, il CAI 374-A scende a sinistra verso il passo di Sant’Osvaldo, il C.A.I 374 prosegue a destra per Forcella Durano e il Rifugio Maniago. Una traccia porta anche in cima al Monte Lodina, m. 2220. Arrivo alla piccola croce con un Cristo fatto di corda e poi torno sui miei passi, ma prima di scendere mi fermo ancora a contemplare il panorama, mi piacerebbe poter piantare una tenda, fermarmi qui e l’indomani raggiungere il Duranno, la cui vista da qui è ancora più bella, come del resto quella sulle altre cime, sulla la Val Cimoliana e la Val Cellina.

In discesa posso correre al piccolo trotto e presto raggiungo la compagnia, mi fermo il tempo necessario per mangiare il mio panino e dare un’occhiata alla Casera, che è tenuta molto bene: ha una bella stanza con stufa, focolare, un grande tavolo con panche e seggiole, pentolame vario, qualche attrezzo per fare la legna. Al piano superiore il tavolato per il bivacco, ma causa Covid non è permesso pernottare. A lato della casera i resti di una lunga stalla, resistono solo alcuni pilastri.
Il tempo sta cambiando, sembra che possa piovere e lasciamo Casera Lodina iniziando la discesa, altri 800 metri molto sofferti a causa del persistere del caldo umido che si attenua solo in vista della vertiginosa Val Compòl, percorsa da una leggera brezza. Nonostante la stanchezza facciamo qualche metro in più per fotografare i raponzoli di roccia e i bei gigli gialli che sembra facciano di tutto per crescere dove il terreno è più dirupato.
Raggiungiamo l’auto e facciamo una sosta a Erto per un’ottima birra e un buon tagliere misto, il temporale che sopravviene ci fa un baffo, ormai, alle pendici orientali del Monte Lodina siamo tranquilli al coperto.
Ringrazio infinitamente i miei amici per la bellissima giornata, in attesa di nuove scoperte.
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
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ottima escursione 🙂
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Ed io ringrazio Voi per la bella escursione e le belle immagini viste attraverso i vostri occhi e le immagini che avete scattato. Grazie di cuore!!!! 🙂
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