
Cima Dosso di Costalta
di: Salvatore Stringari
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 10-07-2021
Cima: Dosso di Costalta m. 1952
Gruppo Montuoso: Lagorai, Costalta Croce
Cartina: Tabacco foglio 062 Altopiano di Pinè Valli di Cembra e Valle dei Mocheni
Segnavia: 404 – (457) incrociando altri sentieri
Tipologia sentiero e difficoltà*: Escursionistico – (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Tempi di percorrenza*: h 2.00 (h 3.40 solo andata)
Quota partenza: Passo del Redebùs 1453 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1952 m.s.l.m
Dislivello: m. 500
Giro: A/R
Acqua, sorgenti: sorgente Acqua Fredda prima del Passo del Redebùs
Località: Passo del Redebùs 1453 metri
Punti di appoggio: al Passo Redebùs e a Malga Cambroncoi
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Tappe del percorso: Passo del Redebùs 1.453 m., Malga Pez m. 1.586, Malga Cambroncoi m. 1.705, dosso di Costalta m. 1.952 e rientro per lo stesso sentiero
Partecipanti: in solitaria, lo so non si va in montagna da soli, ma da ottobre 2020… sono solo.
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Il sentiero S.A.T. E (EST) 404 è un sentiero che inizia a Miola e porta al passo del Redebùs, ma io, visto che le difficoltà e i dolori articolari di questi ultimi mesi mi limitano, decido di portarmi in quota al passo del Redebùs m. 1.453 e fare l’itinerario più breve per raggiungere la “mia” cima.
Oggi parto da Trento un po’ tardi, arrivo a Baselga di Pinè, il lago della Serraia è già affollato di turisti e residenti che prendono il sole, attraverso tutto il paese e proseguo per il Lago delle Piazze, pochi km dopo trovo il bivio in località Fontanari e prendo sulla destra la strada che conduce al Passo del Redebùs, che raggiungo alle 10.40.
Lascio l’auto in uno degli ampi parcheggi, gratuiti, usati anche per lo stoccaggio delle piante abbattute da Vaia. Tralascio la strada – sentiero 457 (o sentiero dei Russi) che va a destra e salgo a sinistra per il sentiero E 404 che sale subito ripido nel bosco. Raggiunto un incrocio con una forestale di cui non conosco il nome, vado a sinistra e dopo 40 minuti di cammino su mulattiera antica, dove non ho incontrato nessuno, arrivo alla malga Pez a m. 1.586.

Il luogo è molto panoramico e rilassante, la vista si apre sulla Valle dei Mocheni, il Gronlait e il Fravort. La malga è privata e recintata da uno steccato in legno, dietro alla casera un cartello mi indica a destra il “Sentiero delle Malghe” e mi inoltro nel bosco dove ci sono ancora le piante sradicate dal vento di Vaia (ottobre 2018), anche se il sentiero è stato sistemato e reso percorribile. Inizio su un’accentuata salita che mi porta a un sasso caratteristico, da dove ammiro ancora la Valle dei Mocheni, poi il sentiero perde leggermente quota e arrivo sui prati di Malga Cambroncoi.

Anche qui la devastazione di Vaia si apre ai miei occhi: non è rimasto in piedi che qualche secco arbusto di quello che doveva essere una foresta con abeti e larici maestosi… è doloroso vedere quanto l’ostinazione da parte dei potenti della terra a non voler risolvere i problemi climatici, sia devastante per l’ambiente e per noi, qui in un futuro neanche tanto lontano cresceranno solo erbacce infestanti se non ci sarà un rapido rimboschimento. Proseguo e raggiungo Malga Cambroncoi, m. 1709, sono le 11.45 e sarebbe quasi ora di pranzo, purtroppo oggi la cucina è chiusa. La Malga è composta da diversi edifici in legno e la radura dove sorgono è molto bella e ampia, con alcune panche e tavoli. Proseguo e continuo a inerpicarmi su per il sentiero che ora risale zigzagando la costa del Dosso di Costalta, anche questa devastata.

I dolori ai muscoli alle gambe si fanno sentire… stringo i denti, però mi devo fermare e ne approfitto per fare 10 minuti di pausa, bere e mangiare una mela.
Riprendo il cammino, salgo ancora lungamente per il bosco che mi porterà ai piedi della cima, impiego circa tre quarti d’ora per raggiungere il Prà della Casara, m. 1888, poi affronto gli ultimi strappi, non è ripidissimo ma faccio fatica, ho dei crampi alle gambe e mi devo fermare ancora una volta. La cima è vicina! No! Non mollo! Devo arrivare! Raggiungo la cima alle 13.45, il panorama è fantastico, a 360° gradi sul Trentino fino ai confini! Il Dosso di Costalta, m.1.955, ha un’altezza modesta che consente però una vista stupenda: sotto i miei piedi il lago di Serraia, all’orizzonte le Dolomiti di Brenta, la Paganella, i Monti di Mezzocorona, la Piana Rotaliana, il Sorasass, il Monte Bondone, lo Stivo, il Lago di Caldonazzo, il Lagorai e tutte le valli… ci vorrebbero più tempo e una giornata ancor più limpida di quella di oggi per godere il panorama che da qui ho la fortuna di ammirare.

Mangio il mio panino vicino alla grande croce di ferro della vetta, intorno vedo le tracce delle trincee della Grande Guerra, questa cima doveva essere considerata un punto strategico. Mi riposo quasi per una ora intera e impiego il tempo rilassandomi e scattando foto.
Rientro per lo stesso sentiero fino a malga Pez, poi invece di percorrere la mulattiera dell’andata, che scende ripida nel bosco, prendo la comoda carrozzabile che in breve mi porta al Passo del Redebùs e al parcheggio.
Da qui invece di calare verso Baselga di Pinè scendo per la Val dei Mocheni e arrivo a Pergine da dove raggiungo rapidamente casa a Trento.
Autore/i: Salvatore Stringari
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Correzione e integrazione testo di Paola Marini Gardin.
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Stupendo sentiero, ciao Sal
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Ciao Simona, grazie del tuo commento. Sì posto meraviglioso…
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Splendida passeggiata e bellissimi panorami!!! Buon fine settimana Salvatore 🙂
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Grazie anche a te
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