
Ruderi di Casera Bitti
di: Paola Marini Gardin (con la partecipazione di Salvatore)
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 22-01-2022
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Vette Feltrine
Cartina topografica: Tabacco foglio 022 Pale di San Martino e 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi
Segnavia: non segnalato Traccia e resti di mulattiera
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico
(E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 512 m.s.l.m.
Quota da raggiungere: 846 m.s.l.m
Dislivello: m. 334
Tempi di percorrenza*: 4 ore più le soste
Giro: A/R
Punti di appoggio: Bar Ristorante La Soffia, area attrezzata Pian di Falcina (in stagione)
Acqua, sorgenti: non rilevate, ruscelli,
Località: Sospirolo
Copertura cellulare: sì parziale
Parcheggio/i: sì alcuni posti lato strada, dopo le ultime gallerie
Tappe del percorso: sentiero non segnato, ruderi di Casera Bitti e ritorno
Partecipanti: Giuliano, Lucia, Salvatore, Paola Z., Silvano, Roberto, Rita, Claudio, Amy e l’autrice.
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
Torniamo per la terza volta in Valle del Mis, guidati da Giuliano, per un altro percorso insolito in questa valle selvaggia percorsa dal torrente Mis. Questa vallata dolomitica, integralmente compresa nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, collega, tramite una strada provinciale che risale a Forcella Franche, la Valbelluna con l’Agordino e anche con il Trentino. Nella sua prima parte, dominata dal lago artificiale che ha sepolto il paese, presenta un carattere turistico, con un’area attrezzata e alcuni percorsi semplici e suggestivi: la Val Falcina, i Cadini del Brenton, la Cascata della Soffia nelle vicinanze di un bar-ristorante, i borghi disabitati di Gena Bassa, Media e Alta. Fuori da questi luoghi inizia un mondo misterioso e impraticabile, racchiuso tra imponenti montagne, i Monti del Sole con i Feruch, le Agnellezze, il gruppo del Pizzocco che nonostante la loro quota modesta (massimo 2000 metri) sono precluse alle persone normali. Solo pochi escursionisti, appassionati e molto preparati, sanno avventurarsi in questi luoghi dal fascino misterioso, ricchi di acque, gole, antri, cenge e passaggi difficoltosi.
L’escursione in dettaglio:
premetto che non consiglio a nessuno questo percorso a meno di essere accompagnati da un esperto del luogo, noi oggi abbiamo in Giuliano una guida validissima e ci affidiamo completamente alla sua esperienza.
Da Belluno ci dirigiamo verso Sospirolo e prendiamo la strada per la Valle del Mis, passiamo il Pian di Falcina e il ponte alla fine del lago inoltrandoci per il Canale del Mis, superiamo anche l’ex Osteria La Stua da dove la valle si fa più stretta, quasi un orrido. Proseguiamo passando le strette e basse gallerie scavate nella roccia e lasciamo le auto in uno spiazzo a lato strada. Il sentiero, non segnato e non facilmente individuabile, inizia qui, sulla sinistra orografica del torrente Mis.

Ci inerpichiamo per la traccia nel bosco, sempre in ombra, in molti punti questa mulattiera conserva ancora le caratteristiche della strada militare che nel progetto doveva collegarsi con quella che sale dalla Valle del Cordevole in località Castei, ma non fu mai completata. I muretti a secco resistono al tempo e alle intemperie e ci portano in un ambiente selvaggio, abbandonato dalla fine degli anni 60 quando, dopo la costruzione della diga e la catastrofica alluvione del 1966, gli ultimi abitanti di California, del Mis e delle Gene dovettero trasferirsi o addirittura emigrare. Ci incuriosisce un grande masso, a lato di un greto in secca, sotto il quale c’è un piccolo spazio e i resti di un muretto, sembra un riparo di emergenza.

Solo in seguito, grazie a un amico di FB gran conoscitore dei Monti del Sole, saprò che è il Covòl di “Toni Bus”, un eccentrico personaggio, perito tragicamente in questa valle negli anni 50, che faceva piccoli lavori per gli abitanti delle valli e usava questo riparo per dormire quando passava per il Canal del Mis.
Saliamo per la mulattiera, la vegetazione spoglia ci lascia intravedere qualche scorcio sulle cime che ci sovrastano e, tra le piante, alcuni muretti a secco, segno che un tempo anche questo ripido versante era coltivato. Passiamo rasenti alle rocce da cui pendono frange ghiacciate, superiamo i massi di un rio senz’acqua, proseguiamo in cengia e da qui abbiamo la vista sulla profonda valle dove scorre il Mis, formando pozze turchine.

Ad una svolta accentuata ci fermiamo sotto un covolo, un semi-antro scavato nella roccia, per fare alcune foto di gruppo anche perché, finalmente, veniamo raggiunti dal sole. Ancora una breve salita in bella cengia erbosa e arriviamo in una zona di schianti, alcuni tronchi sono di traverso sul sentiero che comincia a diventare incerto, invaso da piccoli arbusti colonizzatori. Giungiamo in un pianoro, gli alberi travolti dalla tempesta Vaia hanno a loro volta sepolto i ruderi di Casera Bitti, nelle parti del bosco ancora integro i muretti a secco che delimitavano i piccoli appezzamenti coltivati sono appena visibili tra le piante. Un mondo scomparso di cui dovremmo conservare la memoria, senza inutili rimpianti per quei tempi durissimi.

Ci fermiamo in un piccolo spazio, risparmiato dalla tempesta del 2018, per consumare in allegria il nostro pranzo al sacco. Non è il caso di proseguire per le tracce che oramai si perdono nei boschi, Giuliano decenni fa percorse i sentieri che da qui raggiungono l’Agordino oppure salgono in alto, verso il Col Bel di cui intravediamo la cima, resteranno una chimera per noi montanari “normali”.
Dopo la sosta riprendiamo all’inverso lo stesso sentiero di andata e torniamo alle nostre auto, nel parcheggio in riva al lago facciamo un’ultima sosta conviviale con birra, biscotti e caffè offerti da Salvatore.
vi ricordate il mio fine settimana disastroso il racconto del monte Rite
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
© Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi
Mamma mia che percorso difficile, mi avete fatto venire i brividi. Però deve essere stato bellissimo questo tratto di montagna così impervio e colmo di storia. Complimenti a tutta la spedizione!!!! 🙂
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Sì! io mi sono divertito a scoprire questo luogo della nostra storia un grazie va all’amico Giuliano dal Mas scrittore, conoscitore e scopritore di questi itinerari dimenticati… che dovrebbero esser valorizzati… io nel mio piccolo cerco di farlo con questi articoli… Grazie Vitty
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Grazie a te che ci fai scoprire le bellezze e i segreti delle nostre montagne !!!!!
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…grandi respiri della natura, quando mi soffermo sulle tue meravigliose e speciali pagine…
Buon fine settimana, Sal,silvia
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Grazie che sia un buon fine settimana anche per te Silvia,sal
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