Data: 16-07-2023
di Paola Marini Gardin,
San Pellegrino, Anello Laghi di Lusia,
oggi è una bellissima domenica di sole, io e Antonietta vogliamo fare una passeggiata in territorio trentino fino al Rifugio Larezila, ma come al solito finiremo per fare una grande scarpinata.

Da Belluno raggiungiamo il Passo San Pellegrino e proseguiamo in discesa arrivando al parcheggio di Fanch (Fango) m. 1643. Da questa località sono possibili diverse escursioni, fra cui la visita ai campi trincerati della Grande Guerra, noi prendiamo la stradina forestale seguendo l’indicazione “Rifugio La Rezila.
Scheda Tecnica Riassuntiva
località Fanch (Fango) m. 1643 s.l.m,
Cima: Forcella di Lusia
Gruppo Montuoso: Monzoni Pale di San Martino
Cartina: Tabacco foglio 014 Val di Fiemme, Tabacco foglio 022 Pale di San Martino, Tabacco foglio 06 Val di Fassa e Dolomiti Fassane
Segnavia: S.A.T. 632, 625, 633,
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1643 m.s.l.m. Fanch
Quota da raggiungere: 2425 m.s.l.m.
Dislivello: m. 782 (più i saliscendi…)
Tempi di percorrenza:* in giornata
Giro: Anello
Punti di appoggio: bivacchi e rifugi in stagione
Acqua, sorgenti: sì, ma portare acqua
Località: San Pellegrino, località Fanch (Fango) m. 1643 s.l.m
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: località Fanch
Tappe del percorso: Fanch, Ciadinon, Soic, Pra de Larezila, Rifugio la Rezila, Lastè di Lusia, Baite di Lastè, Laghi di Lusia e Bivacco Redolf, Forcella di Lusia, Ciadinon, Fanch
Partecipanti: Antonietta, Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Anello Laghi di Lusia

Procediamo tranquillamente per la bella sterrata nel bosco di abeti, rigoglioso e ricco di numerosi ruscelli scroscianti, poi preferiamo lasciare la stradina (bella ma noiosa) e tagliare verso l’alto per traccia salendo, sempre nel bosco, fino a incrociare il bivio in località Ciadinon, m. 1817 e proseguiamo verso destra sul sentiero 625 in direzione del Rifugio La Rezila, trascurando gli altri sentieri. Ci accorgiamo solo ora che era possibile arrivare a questo bivio imboccando da Fango il sentiero 625 “Soic Aut-F.lla del Caserin-F.lla Bocche”. Camminiamo in mezzo ai bei boschi di abete che a volte ci concedono degli scorci panoramici, passiamo alcuni ponticelli gettati sui torrenti, arriviamo a Soic Aute, m. 1875 e poi ai pascoli di Malga Colvere tornando su stradina sterrata. Alla nostra destra si dirama un sentiero che porta all’Osservatorio d’Artiglieria “Spiz de Colvere” a quota 1906, ma pensiamo di raggiungerlo al ritorno e visitare i resti di trincee, cannoniere austriache, gallerie e l’osservatorio. Continuando per la stradina arriviamo ai verdissimi pascoli di Prà de Larezila m. 1780, per poi scendere al Rifugio La Rezila, m. 1761, caratteristico e molto accogliente, dove ci fermiamo per gustare una fetta di torta.

E’ ancora presto e decidiamo di salire al Passo di Lusia, a quota 2000, e all’omonimo Rifugio che troviamo affollato di turisti, alcuni arrivati per i vari sentieri, i più numerosi con la cabinovia che parte in località Ronchi (Moena) e porta ai 2200 m. di Le Cune da cui si scende fino al Passo di Lusia.
Dal Passo di Lusia abbiamo una magnifica vista sulle cime che ci circondano, Latemar, Catinaccio, Monzoni: ci troviamo infatti nel punto d’incontro tra la Val di Fassa e la Val di Fiemme, siamo inoltre circondate da bellissimi pascoli con una incredibile varietà di fioriture, tra cui spiccano le genziane gialle (genziana lutea). Dopo una breve sosta decidiamo di non tornare indietro per la stessa strada, ma di proseguire verso i Laghetti di Lusia e fare un anello. Saliamo verso Lastè di Lusia, m. 2180, per il sentiero 633 che passa attraverso i prati fioriti, percorsi da piccoli ruscelli che formano pozze d’acqua, mandrie di mucche pascolano tranquille in questo paradiso.

Continuando a salire per la mulattiera lasciamo i pascoli e i ruscelli per camminare tra prati più magri, disseminati di massi e pietre, ma pare che le mucche apprezzino molto anche le erbe di questo luogo. Arrivate alle Baite Lastè, m.2327 cominciamo a scorgere le meravigliose cime delle Pale di San Martino, che diventano sempre più alte e maestose fino a palesarsi completamente una volta arrivate alla Forcella La Trincea, m. 2425, con i resti di postazioni della Guerra e una stele a memoria dei combattimenti. Facciamo volentieri una sosta, ammirando dall’alto i Laghi di Lusia, poi scendiamo verso il primo laghetto, accanto al quale sorge il piccolo e grazioso bivacco ”Sandro Redolf”, m. 2333.

Attorno allo specchio d’acqua ci sono diversi escursionisti e un branco di bei cavalli molto curiosi e … golosi, come quello della pubblicità della Dufour. Sono evidentemente abituati alla presenza degli escursionisti e probabilmente si aspettano qualche bocconcino, ma non ho né una mela né una carota da offrire (né tantomeno una gelatina alla frutta). Ci fermiamo per il nostro pranzo al sacco in riva al lago, il posto è molto bello e tranquillo, rinunciamo a raggiungere gli altri due laghetti, posti a quote diverse, perché ormai è ora di fare ritorno.
Peccato, se fossi un cavallo, o meglio una capra, mi fermerei qui e poi galopperei verso Cima Bocche e la Cresta del Gronton, scenderei alla Bellamonte e poi… sveglia, sei solo una bipede attempata!
Prendiamo il sentiero 621 e saliamo alla Forcella di Lusia (o del Caserin) m. 2363 e poi scendiamo nel vallone sassoso, in un versante totalmente diverso da quello dei bucolici laghetti: guglie e pinnacoli rocciosi, massi e pietre tra cui fioriscono rigogliose le tante varietà di magnifici, coloratissimi fiori che oggi ci hanno accompagnate lungo tutto il percorso.

Giunte in fondo raggiungiamo i pascoli solcati da ruscelli dove sorge una casera privata e scendiamo ancora fino a raggiungere il bivio di Ciadinon m. 1817, dove prendiamo in discesa il sentiero 625 che ci riporterà a Fanch, passando nei pressi di alcune postazioni e trincee militari.
Bellissima giornata in compagnia di Antonietta, siamo felici di aver visto grandi panorami, fiori, mucche e cavalli, unico inconveniente, la coda interminabile di automobili dopo il Passo di San Pellegrino, da Mas di Vallada a La Muda (Sedico), il ritorno a Belluno è stato penoso.
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
© By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Bellissimi posti, complimenti per la tenacia. Buona serata
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Grazie ancora Valy, purtroppo per me, e per fortuna per Paola queste passeggiate sono sue… io sono ancora bloccato dal dolore alla schiena e alle gambe
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No, Sal, mi dispiace tantissimo.
Mannaggia ai dolori! Il dottore che dice? Ti ha consigliato di fare Fisioterapia?
Un abbraccio
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al momento non dicono nulla
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Mi dispiace tantissimo
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si è tutto impantanato nelle sabbie mobili come sempre
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bellissime immagini, come sai la passione per la montagna ci accomuna, oggi ero a camminare sulle Alpi della Valle D’Aosta, ho fotografato la prima neve. Buone camminate e buona domenica 😉😉😊😊👍👍👍👍
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si lo so Max, ci accomuna la passione per la montagna. Bene ci vuole la neve serve a rinforzare, almeno per qualche mese i ghiacciai, come ho scritto a Valy io sono bloccato da un anno e non posso, per ora, andare in montagna, questa escursione e di Paola la coautrice del Blog a presto e grazie per la tua traccia.
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ti auguro di rimetterti in sesto il più presto possibile, così potrai di nuovo camminare sulle tue montagne. 😉😊👍👍👍👍👍👍👍👍👍 Auguri di pronta guarigione 😉
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Un posto davvero meraviglioso Sal, me lo segno, grazie!
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ciao Veronica ben ritornata e grazie per esser passata
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Sempre un piacere leggerti
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un abbraccio… :)
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Trovo questi posti veramente d’effetto, poi i cavalli li amo: nella nostra famiglia ce ne sono due e abbiamo la fortuna di averli nel giardino di casa.
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dal vivo sono panorami meravigliosi molte volte le foto non rendono giustizia ai luoghi oggetti soggetti che si fotografano, grazie Simona per aver lasciato la tua traccia
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Quando riesco Sal, vengo a respirare un pochino di bellezza…solo Madre Natura riesce ad essere così perfetta! Buon sabato🌻
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:)
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Ma come….ero certa di aver letto questo e aver messo like! No possible….. comunque posti stupendi, ho gli occhi a cuore
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