773 anello delle Meatte




Data: 06-05-2023

di Paola Marini Gardin,

anello delle Meatte,

finalmente le Meatte, non credevo che questo versante del Monte Grappa riservasse sentieri così belli e articolati, grazie ad alcuni amici inizio a perlustrare questi luoghi spettacolari, purtroppo pieni di memorie di guerra. Il percorso proposto era un semplice anello, ma come spesso succede ci ritroveremo a tracciare un paio di otto, così se vorrete seguirci tenete a portata di mano la cartina Tabacco.

Io parto da Belluno e parcheggio a Pederobba davanti all’imponente Monumento ai Caduti Francesi, dove mi aspettano i miei compagni di avventura. In auto ci dirigiamo verso Paderno del Grappa salendo fino alla località San Liberale, dove lasciamo le auto nell’ampio parcheggio adiacente al Ristorante San Liberale.

Scheda Tecnica Riassuntiva

San Liberale, comune di Paderno del Grappa

Cima: Monte Grappa
Gruppo Montuoso: Massiccio del Grappa
Cartina: Tabacco Foglio 051 Massiccio del Grappa Bassano Feltre
Segnavia:  CAI  sentiero 153, 152.
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E.) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza:  m. 539 s.l.m. San Liberale
Quota da raggiungere: m. 1532 s.l.m. Monte Boccaor
Dislivello: m. 993
Tempi di percorrenza*: in giornata 7/8 ore
Giro: Anello
Punti di appoggio: Bar Ristorante San Liberale, Rifugio Archeset, Malghe in stagione
Acqua, sorgenti: portare acqua
Località: San Liberale, comune di Paderno del Grappa
Copertura cellulare:
Parcheggio/i:
a San Liberale
Tappe del percorso: San Liberale, sentiero 153, selletta, sentiero 152 a dx, trincee e Cima del Boccaor, Pian dea Bala, ritorno alla selletta sent. 152, Vedetta e Cima della Mandria, rientro per sentiero 153, deviazione al Bus de Refos, San Liberale.
Partecipanti: Stella, Claudio, Federica, Giacomo e l’autrice

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

Anello delle Meatte,

Bus de Refos

Da questo punto partono diversi sentieri, l’idea era salire per il sent. CAI 151, percorrere tutte le Meatte e scendere per il 153 (naturalmente si può fare anche l’inverso). Però ci attira visitare per primo il Bus de Refos, una stretta gola dove precipita una cascata, per far questo dobbiamo prendere il sent.153, deviare brevemente fino al Bus, tornare indietro e incrociare al bivio l’innesto col sent. 151. Imbocchiamo in salita il sentiero 153 che va comunque in direzione delle Meatte, scartiamo l’innesto con la Ferrata Sass Brusai (da fare con l’apposita attrezzatura) e continuiamo a salire nel bosco, cercando alla nostra destra la deviazione per il Bus de Refos che “non dovrebbe essere lontana”. Non vediamo nessun cartello e continuiamo a salire “sarà più in alto dietro la prossima curva…”, ma superiamo anche l’innesto col sentiero 151 e in breve ci portiamo così in alto da non valere più la pena di tornare sui nostri passi.

Monte Boccaor e Pian dea Bala

Poco male, continuiamo a salire per le serpentine del sentiero 153 superando alcuni schianti, uscendo dal bosco troviamo uno scenario completamente diverso, rocce e guglie ci attorniano e guardando in su, ma proprio in alto, vediamo la cima da raggiungere, il punto dove finisce la anche la Ferrata Sass Brusai. Si intravede l’ultimo pezzo, il ponte tibetano, con una zoomata vedo alcune persone sull’aerea passerella che collega due rocce. Prima o poi, la voglio percorrere anch’io! Il nostro sentiero passa sotto alcune gallerie, poi esce allo scoperto e il panorama si fa sempre più ampio e bello, camminiamo in ambiente roccioso ma incredibilmente rallegrato dalle fioriture  primaverili di narcisi, primule e genziane. Finalmente arriviamo ad una selletta, il sent.152 a sinistra va verso il Monte Boccaor e Pian dea Bala, a destra conduce a Malga Vedetta e Cima della Mandria. Noi andiamo a sinistra, torneremo qui al ritorno per raggiungere anche Cima della Mandria, così più che un anello, faremo un percorso a forma di otto. La salita più erta è finita, continuiamo tranquillamente in quota, ad un certo punto notiamo a sinistra un grande roccione con alcune aperture: un osservatorio militare della I^ Guerra che alcune persone stanno raggiungendo precorrendo una traccia.

Piacerebbe anche a noi visitarlo, ma per oggi abbiamo già abbastanza obiettivi da raggiungere, proseguiamo sul nostro sentiero, premiati dalla vista del primo camoscio della giornata, un bell’esemplare del tutto a suo agio su uno scosceso versante. Lasciamo il sentiero 152 a sinistra e saliamo seguendo le trincee del Monte Boccaor, tralasciando alla nostra destra anche il sentiero 154 per la Val de Mura, una delle tante zone del Grappa sconvolte dalla Grande Guerra e arriviamo alla cima. Ci togliamo lo sfizio di fotografarci a vicenda al termine della ferrata e mandare le foto agli amici rimasti a casa, tanto per fare uno scherzo. Ci sono diverse persone che affrontano gli ultimi metri di ferrata, in particolare il passaggio aereo prima della passerella, un salto tra due rocce da superare con accortezza, qualcuno è più disinvolto, qualcuno più titubante.

Ora proseguiamo scendendo dal monte Boccaor dalla parte opposta, sempre percorrendo le trincee e le postazioni militari fino al Pian dea Bala (per i non veneti “dea Bala” non è il nome di una divinità celtica, ma una preposizione articolata: dea = della) trovando qualche residuo di neve nelle buche più nascoste. Finalmente raggiungiamo i prati pianeggianti del Pian dea Bala, dove arriva anche la strada, troviamo un tavolo con panchina e ci fermiamo per la nostra sosta pranzo in santa pace. Perlustro un po’ la zona, leggo su un cartello che trincee e manufatti sono state recuperati dagli Alpini di Paderno, un lavoro che deve aver occupato molti volontari. Poco più in alto vedo anche un forte, ma non riesco a raggiungerlo: è ora di fare dietro front.

Malga Vedetta e Cima della Mandria

Prendiamo la bella mulattiera militare lastricata, un’opera ardita realizzata dal Genio Militare Italiano nel 1918, ora sentiero 152 “delle Meatte” che passa in cengia sul versante a strapiombo della Val Boccaor, dove fu necessario scavare diverse gallerie. Costruita per portare armi e rifornimenti alle truppe in cresta, adesso è percorsa solo da escursionisti e ciclisti ed è estremamente panoramica, pare che con il tempo nitido si possa vedere anche la laguna, noi ci accontentiamo della vista sulla pianura veneta, sui Colli Euganei e sulla vallata, distinguiamo anche San Liberale, le nostre auto e l’erto percorso a zig zag del sentiero 151, quello che avremmo voluto fare stamattina. Il nostro sentiero prosegue in piano, passiamo sotto alla passerella della ferrata e andiamo avanti avvistando parecchi camosci, in coppia o solitari, che brucano erbette stando in bilico sulle rupi. Più avanti vediamo anche dall’alto lo svolgersi del sentiero 153 che abbiamo salito stamattina: in quanto a serpentine non ha niente da invidiare al 151! Scartiamo alla nostra destra il sentiero 149 “del Gratarol” che scende a San Liberale (per esperti, noi lo siamo…ma preferiamo evitarlo) e andiamo avanti, tornando alla selletta. Continuiamo sul 152 in direzione della Vedetta e Cima della Mandria, il tempo è cambiato e raggiungiamo i pascoli di Malga Archeson sotto una leggera pioggerella. Al bivio tralasciamo a sinistra il sent. 849 “Paradis e Malga Camparona,” e andiamo a destra per il 212 “Croce del Cesil – Cima della Mandria – sentiero E7 Portogallo Romania”. Nebbia e pioggerella insistono, poco male: ecco altri camosci al pascolo, stavolta con le quattro zampe sull’erba. Proseguiamo verso Cima della Mandria m. 1482 e arriviamo alla Chiesetta posta in cima, ci sono stata quest’estate, ma partendo dalla Trattoria da Miet (vicino al Monte Tomba), rivedo così dall’alto il Monte Palon, il Piz e la Malga Archeset con l’omonimo rifugio, sempre aperto. La vista da qui sarebbe magnifica, ma persiste una leggera foschia, riusciamo a distinguere verso sud alcuni tornanti della strada che sale verso il Monte Grappa e vagamente i paesi disseminati nella verde pianura veneta. Ritorniamo indietro lasciandoci alle spalle Cima della Mandria e la sottostante Malga Vedetta, la nebbia si dirada un poco e non piove più, percorriamo un tratto del sentiero 152 ai cui lati crescono numerose orchidee e poi ci teniamo più in alto, sulla cresta rocciosa, passando per la Cisterna dell’Archeson (opera militare). Scendendo avvistiamo poco sotto di noi un branco di camosci con i cuccioli, grandi e piccini sono molto tranquilli e continuano a brucare l’erba della pala erbosa. Giungiamo alla selletta (per la terza volta!) e scendiamo per il sentiero 153 fatto in mattinata.

al bus del Refos

Quasi alla fine del sentiero notiamo sulla sinistra il cartello “Bus de Refos” posto su una curva, scendendo è ben visibile, ma in salita non si nota! Andiamo a vedere la gola, purtroppo dove solo 15 giorni fa c’era una copiosa cascata, oggi c’è pochissima acqua, colpa della siccità di questo periodo. Ormai il parcheggio è vicino, ci concediamo però altre due deviazioni, una al Sacello di san Liberale (dove vedo l’indicazione per il sentiero panoramico Milena Gallina, che mi appunto per un giro futuro) l’altra per visitare le numerose caverne, opere della Grande Guerra: Gallerie Antigas e Ricovero, Stanza di Pompaggio, Acquedotto. Finalmente arriviamo alle auto, dopo una giornata di cammino togliersi gli scarponi è sempre un sollievo! Alzando lo sguardo vediamo in alto la Chiesetta a Cima della Mandria, che non avevamo notato al mattino.

a conclusione della giornata propongo di fermarci a bere qualcosa, ma Stella e Claudio hanno un’offerta migliore, ci ospitano a casa loro per una merenda “frugale”: salame, patatine, formaggi, bozze (bottiglie) di Cartizze e … poca acqua. Una bellissima giornata, ringrazio tantissimo tutti i miei amici di avventura.

Autore/i: Paola Marini Gardin
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