823 Cave di Pila




Data: 12-09-2021

di Salvatore Stringari,

storia e industria mineraria a Trento,

settembre del 2021…
Da Trento mi dirigo verso Villamontagna, una frazione a circa 5 km dalla città, poco prima di arrivare al centro del paese imbocco Via per Pila e raggiungo il parcheggio. Lascio l’auto e mi incammino, visito il parco che si trova poco distante dalla Cava, è una facile e breve passeggiata. Esploro il sito e i dintorni dove ci sono alcuni resti archeologici, non impiego molto tempo per la visita a questa cava.  Mi sposto per raggiungere il Parco delle Coste, anche questo recuperato da un ex Cava.

Dall’epoca dell’Impero Romano fino a metà del ‘900 la città di Trento fu costruita e arredata con la pietra, estratta soprattutto dalla collina di Cognola e dal monte che domina a est Villamontagna, la frazione posta alle pendici del Monte Calisio. È questo il nome del monte dal quale proviene la preziosa pietra, monte che in passato veniva sfruttato anche per le miniere d’argento, tanto da essere chiamato Argentario. Oggi approfittando della mia passeggiata vi racconterò la storia della pietra rossa di Trento.

Scheda Tecnica Riassuntiva

Geologia, la pietra di Trento Cave di Pila,

Gruppo montuoso: monte Calisio
Cartina: nessuna cartina,
Segnavia:
Ecomuseo Argentario sentiero n° 1
Tipologia sentiero e difficoltà: * Sentiero Escursionistico Tematico: E’ un itinerario a tema specifico prevalente (naturalistico, glaciologico, geologico, storico, religioso) di chiaro scopo didattico formativo. Usualmente attrezzato con apposita tabellatura e punti predisposti per l’osservazione è comunemente adatto anche all’escursionista inesperto e si sviluppa in aree limitate e ben funzionali, molti all’interno di parchi o riserve (generalmente è breve e privo di difficoltà tecniche T oppure E)
Quota di Partenza: m. 590 s.l.m.
Quota da raggiungere: m. 590 s.l.m.
Dislivello: minimo
Tempi di percorrenza: *  il tempo di visita alla cava
Giro
: A/R
Acqua, sorgenti: no, portare acqua
Località: Villamontagna, Via per Pila- 38121 Trento
Punti di appoggio
: locali in zona
Copertura cellulare: sì
Parcheggi: sì alla partenza e vicino alla cava
Costo della visita: gratuita
Tappa del percorso: giro della cava
Partecipanti: autore in solitaria

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.


L’escursione in dettaglio:

la pietra di Trento

per la città di Trento, più del prezioso metallo che veniva estratto dalle viscere della montagna, forse furono importanti proprio le pietre, le rocce calcaree di colore bianco, grigio e rosso. Il Rosso ammonitico è un calcare che si è formato nei fondali marini del giurassico. La colorazione di questa roccia è dovuta agli ossidi di ferro e alla presenza frequente di fossili di ammoniti, molluschi cefalopodi che popolavano quell’ antico mare.

La Cava di Pila

dalla Cava di Pila si estraevano due varietà di rosso ammonitico: il verdello che era più chiaro e il rosso di Trento, sfruttati nei secoli per decorare la citta di Trento. Fu il principe-vescovo Bernardo Clesio, ordinato nel 1515, che dette impulso al rifacimento della città e quindi alla sua trasformazione, così come la vediamo oggi, in vista del Concilio della Controriforma di metà Cinquecento; la Trento rinascimentale è ancora oggi davanti ai nostri occhi. La pietra rossa di Trento venne usata per costruire torri, case, il Duomo, il Castello del Buonconsiglio, per altre chiese sparse sul territorio trentino e anche per i Forti della prima guerra mondiale. Della cava oggi rimane poco, anche se si estrae ancora la pietra, ma solo per la manutenzione di vie e palazzi.

Il Parco

Oggi la cava è riadattata a parco pubblico grazie all’intervento delle amministrazioni locali e dall’Ecomuseo Argentario, anche Cognola ha la sua area verde con il Parco delle Coste, ricavato all’interno di una cava da dove sono state estratte le pietre con cui sono state realizzate alcune ville del ‘500 sulla collina di Trento.

 con la collaborazione di Paola Marini Gardin

Autore/i: Salvatore Stringari 
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