
Il Tentativo in Val Settimana
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 13-09-2017
Cima: nessuna cima raggiunta
Gruppo Montuoso: Dolomiti Friulane
Tipologia sentiero e difficoltà*: strada sterrata della Val Settimana
Tempi di percorrenza*: 2 ore
Giro: A/R
Punti di appoggio: camper
Acqua/Sorgenti: no
Località: Claut
Copertura cellulare: sì parziale
Parcheggio/i: sì a Claut inizio paese
Partecipanti: Salvatore Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
terminata l’escursione al Bivacco Molassa ci congediamo dagli amici e, lasciato il parcheggio di Barcis, nel tardo pomeriggio con la nostra casa viaggiante ci portiamo a Claut. Paola ha proposto la scoperta della Val Settimana. Troviamo un ampio parcheggio appena fuori dal paese per fortuna abbastanza lontano dalle campane della chiesa…così dormiremo sonni tranquilli. Nonostante sia un po’ tardi e il tempo minacci pioggia prendiamo le biciclette per una perlustrazione della Val Settimana, l’obbiettivo è arrivare al Rifugio Pussa.
in Val Settimana
non conosciamo per nulla questo luogo, ci vorrebbe del tempo e il meteo favorevole per un’uscita in sicurezza in questa lunghissima valle, parallela alla Val Cimoliana, ma tentiamo ugualmente inforcando le nostre bici e partendo alle 18 circa da Claut la scoperta della Val Settimana. Ci inoltriamo per una stradina nella valle con il bel torrente omonimo che scorre alla nostra sinistra: il cartello posto all’inizio segna 10 km per raggiungere il Rifugio Pussa, sta bene, 10 km non sono molti, in un’ora dovremmo farcela, proviamoci! La strada inizialmente è pianeggiante e asfaltata, passiamo davanti ad un Parco originale, le casette per i turisti e visitatori sono poste sugli alberi, una trovata geniale. Poi inizia lo sterrato in saliscendi, lo percorriamo tra visioni di cascatelle, frane, case e casere, improbabili precari “ponti” di tronchi d’albero gettati sull’acqua impetuosa, fino ad arrivare a Casera Sette-Fontane. Sono le 19.30 e inizia a fare buio, non avendo portato uno straccio di cartina topografica non sappiamo quanto manca al Rifugio Pussa e decidiamo di rinunciare, nel frattempo le grigie nuvole diventano nere e minacciose. Lasciamo correre le bici nelle discese e arriviamo al camper prima che faccia del tutto buio. Forse domani riusciremo a fare qualcosa di più se il meteo a cui siamo legati ci grazia…ma se dovesse piovere a dirotto secondo me questa valle diventerebbe pericolosa, i cartelli che indicano caduta sassi, le pareti strapiombanti e franose non ci rassicurano. La strada con prudenza sarebbe percorribile anche con il camper ma non con il rischio di precipitazioni.
Il giorno dopo le previsioni sono desolanti, per cui ci dedichiamo ad un tranquillo giro a piedi per il bel paese di Claut, portando prudentemente l’ombrello. Scopriamo guardando una cartina turistica che ieri, a Casera Sette Fontane, eravamo arrivati solo a circa due terzi del percorso. Scartando l’opzione “siamo stati delle schiappe” ne deduciamo che o avevamo perso troppo tempo a guardare questo e quello o che i friulani hanno un modo tutto loro di misurare tempi e chilometraggi di percorrenza.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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Correzione testo di Paola Gardin.
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