
Col Margherita Alta Via della Mariotta
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 06-09-2018
Cima: Juribrutto
Gruppo Montuoso: Dolomiti Fassane, Lusia, Bocche
Cartina: Foglio 22 Pale di San Martino
Cartina: Foglio 06 Val di Fassa e Dolomiti Fassane
Segnavia: non censito, a Forcella Juribrutto 628 per il San Pellegrino
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 2513 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2521 m.s.l.m
Dislivello: minimo, Sviluppo lungo,
Tempi di percorrenza*: 4 ore
Giro: Anello
Punti di appoggio: Stazione Col Margherita
Acqua, sorgenti: non censite
Località: Passo San Pellegrino partenza della Funivia Col Margherita
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Partecipanti: autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
siamo “accampati” con il nostro camper al Passo San Pellegrino, il tempo è sempre incerto, ieri abbiamo percorso il sentiero attrezzato Bepi Zac, oggi vogliamo un itinerario più “soft” e pensiamo a un bel percorso ad anello che avevamo intravisto sul Col Margherita facendo l’Alta Via n. 2, l’Alta Via de la Mariotta, ottimamente segnalato.
al Col Margherita l’Alta Via della Mariotta
dal passo San Pellegrino saliamo in funivia fino alla stazione a monte sul Col Margherita che anche se non dimostra i suoi 2550 m.s.l.m. meriterebbe l’appellativo di “Montagna”. Gli escursionisti non mancano ma per alcuni questo belvedere con le rocce a picco sul lato del San Pellegrino e i pendii più dolci verso il Valles è già una meta, per gli altri probabilmente sarà il Rifugio Laresei. Noi prendiamo il sentiero “Alta Via Mariotta”, dagli impianti saliamo per pochi metri fino alla sommità del Col Margherita, i segnavia sono onnipresenti come lo sono gli ometti. Troppi ometti, anche ad ogni metro e a casaccio, perfino sul limite degli strapiombi. Qualche cretino deve averli costruiti per gioco, pensando che servano da “abbellimento” e non che siano necessari in caso di nebbia o neve per segnare il percorso. Camminiamo in un ambiente stupendo, massi grigi rotondeggianti levigati dal tempo e macchiati da licheni verdi e rossastri, sembrano animali preistorici in attesa di risveglio. Siamo sull’altopiano dei Lastei di Pradazzo, in mezzo alle nebbie, a volte il sole fa capolino tra le nuvole e vediamo scorci di panorama: a destra, sotto i precipizi, il fondovalle che va dal San Pellegrino a Moena, a sinistra un grande piano inclinato dove tra rocce lisce e prati radi luccicano piccolissimi laghetti. Con qualche saliscendi raggiungiamo Forcella Vallazza 2521 m.s.l.m, giunti al bivio con la cima Juribrutto valutiamo se salire o meno, ma il meteo non è sicuro, rischiamo di arrivare in vetta per non vedere nulla e prenderci anche la pioggia per ciò rinunciamo.

Continuiamo sul sentiero che costeggia il fianco est della montagna, trascuriamo le vaghe indicazioni per le postazioni italiane e deviando un poco verso sinistra troviamo i ruderi delle postazioni militari austriache, un intero villaggio di cui rimane ben poco, i muri, i perimetri delle costruzioni, alcune scalette in pietra, una mulattiera ben costruita che seguiamo fino alla sommità petrosa del rilievo. Il panorama si apre sulle Pale di San Martino, le cime del Focobon, il Mulaz. Da qui i soliti ometti e alcune croci in legno ci portano ad incrociare nuovamente i numerosi segnavia bianco-rosso del sentiero. Il meteo migliora, troppo prudenti, ci dispiace non aver raggiunto la cima, ma in compenso abbiamo visto le postazioni, in discesa raggiungiamo una piccola sella dove si innesta la traccia che scende dallo Juribrutto e poi sempre scendendo raggiungiamo il passo omonimo m.2381 s.l.m.

Facciamo una breve sosta per il pranzo al sacco, ci aspettavamo come da cartina il Bivacco Juribrutto, troviamo uno spartano ma simpatico “ricovero” appoggiato ad un masso, una tettoia, quattro assi e una panchetta. In compenso, vista su un minuscolo specchio d’acqua e le indicazioni per i futuri itinerari: Cima Bocche, Lago e Malga Juribrutto, Passo Lusia…. Ritorniamo percorrendo il sentiero 628 C.A.I S.A.T dapprima scendendo a zig zag tra i massi di una grande pietraia fino a Forcella Grana m. 2340 s.l.m. e poi trascurando a sinistra la discesa per il sentiero 628°A (Scalet-Negritella) continuiamo a destra a mezza costa passando, rasenti, sotto le alte pareti rocciose. Camminiamo lungamente sulla cengia sempre sicura e mai vertiginosa, con vari saliscendi, da una parte abbiamo le alte e scure pareti che ci sovrastano, dall’altra i ripidi ghiaioni inframezzati da chiazze di prati con le ultime fioriture. Pian piano i prati prendono il posto delle ghiaie, appaiono i larici e abeti, finalmente arriviamo al Col de le Palue m. 2266 s.l.m. Qui ci imbattiamo in altre postazioni militari della prima guerra mondiale, immancabile la visita alle postazioni italiane, caverne che bucano entrambi i lati del rilievo a volte intersecandosi. Riprendiamo il cammino e scendiamo nella valle sottostante, verde e ricca di piante di mirtillo, una scorpacciata di grossi e maturi frutti di bosco ci voleva! Continuiamo in discesa nella verde vallata percorsa da rivoli d’acqua d’argento e infine arriviamo al Passo San Pellegrino. Sono circa le sedici, siamo affamati, entriamo senza molte speranze al ristorante Isabella e troviamo una simpatica accoglienza, due pizze semplicemente fa-vo-lo-se e buona birra. Gioia pura.
E’ stata una bellissima escursione ad anello. Peccato che in questi giorni il meteo non sia rassicurante ma certamente ritorneremo per salire alla cima Juribrutto e Cima Bocche.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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