
Monte Coro
di: Salvatore e Paola
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 14-07-2019
Cima: Monte Coro 1985 m.s.l.m
Gruppo Montuoso: Dolomiti Bellunesi La Schiara
Cartina: Tabacco foglio 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi
Segnavia: CAI 537
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1245 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1985 m.s.l.m
Dislivello: m. 740
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: Andata / Ritorno
Punti di appoggio: Rifugio Furio Bianchet
Acqua, sorgenti: no torrenti
Località: Pian de i Gat
Copertura cellulare: no in cima solo s.o.s
Parcheggio/i: sì
Partecipanti: Autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
domenica mattina ci svegliamo al Rifugio Bianchet, nella pace e nel silenzio della conca del Pian de i Gat. Dopo una sostanziosa colazione siamo pronti per la nostra escursione al Monte Coro, lasciata a mezzo un anno fa quando, nel tardo pomeriggio, dopo aver fatto il tratto più duro eravamo tornati sui nostri passi.
dal Rifugio Furio Bianchet al Monte Coro
ci incamminiamo per il sentiero 503 che porta alla Schiara e al Bivacco Della Bernardina, dopo poco, al bivio, prendiamo a destra il 537 per il Monte Coro. Iniziamo con una traversata in leggera pendenza nel bosco, poi ci aspetta in costante e ripida salita il lungo tratto erto, sempre nel bosco, fino ai ruderi di Malga Castelaz. Continuiamo sul sentiero e perdiamo un po’ di quota, sapendo che la riprenderemo tutta! Passiamo il greto di un torrente dove la traccia è scarsa e poi saliamo una ripidissima pala erbosa e franosa, sopra le nostre teste una parete di calcare che incombe …sembra che dica” attenti, passate in fretta che se no arrivo giù io” … Risalito l’erboso “Boral” raggiungiamo una dorsale di creste, finalmente un po’ di tregua in piano tra enormi sassi a strati sovrapposti di roccia, fatti come le pagine di un libro. Qui il panorama sulle pareti settentrionali della Schiara, del Burel, della Pala Alta e Bassa è immenso e selvaggio, verticalmente sotto i nostri piedi le profonde, ostili valli boscose scendono verso la Valle del torrente Cordevole che si snoda come un nastro verso il Piave. Andiamo via spediti, superiamo la forcella del Boral de l’Ors e puntiamo verso la cima fino a raggiungere una spaccatura-camino che d’improvviso ci troviamo davanti.

Non consideriamo nemmeno la possibilità di andare alla sua destra e affrontare la Cengia del Re, (almeno per oggi) riservata agli alpinisti dal piede di camoscio, saliamo più che soddisfatti per il breve camino. Superato questo, il più è fatto, un altro passaggio su rocce, leggermente esposto, poi ci aggrappiamo a un sorbo alpino che ci aiuta ad alzarci sui prati sommitali. Camminiamo in mezzo ai cespugli di rododendro, purtroppo la meravigliosa fioritura era a maggio, abbiamo ancora un po’ di “strada” prima di arrivare alla cima, ma oramai la vediamo avvicinarsi. Giunti in vetta siamo felici e emozionati, la vista è stupenda, non ci stanca il fantastico panorama attorno a noi e sotto i nostri piedi. Impieghiamo meno di tre ore dal Rifugio, contro le due indicate, ma ci paiono tempi un po’ stretti! Come tante altre volte, ci sembra di stare in cima al mondo.

Le Valli del Cordevole e del Piave sono giù in basso, punteggiate da tanti paesi da Santa Giustina a Taibon, le catene dei monti, Schiara, Monti del Sole, Agnèr e Pale di San Lucano, Moiazza e Civetta, San Sebastiano e tanta altra roba ci fanno girare la testa. Mentre facciamo uno spuntino sogniamo e ci scambiamo altri progetti, altre cime… sogni che forse un giorno riusciremo ad avverare. Ora purtroppo è doveroso il ritorno a ritroso fino al Rifugio Bianchet per altri 750 m di dislivello. Raggiunto il rifugio, dopo una birra e una fetta di torta gustate in santa pace sulle sedie a sdraio, ritorniamo a valle. Il dislivello totale in discesa è di 1.499 metri, percorriamo la strada sterrata che ci sembra infinitamente lunga e poi il sentiero fino alla nostra auto.
Al Ristorante La Stanga abbiamo una bella sorpresa, troviamo gli amici di tante escursioni e festeggiamo insieme, altri giri di birra con polpette di rinforzo.
Bella conclusione di due stupende giornate.
Abbiamo affrontato 2.875 metri di dislivello in due giorni, non calcoliamo le ore impiegate, ma la soddisfazione di essere riusciti nella nostra impresa!
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola G.
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