
Tarquinia, città e necropoli
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 11-09-2019
Città: Tarquinia
Provincia: Viterbo
Regione: Lazio
Tipologia: in viaggio
Punti di appoggio: Camper
Località: Tarquinia (Viterbo) Lazio
Copertura cellulare: sì
Aree di Sosta o Parcheggio: Parcheggio vicino le mura.
Partecipanti: Autori
in Viaggio:
siamo nell’Alto Lazio, dove tantissime sono le testimonianze del popolo Etrusco che visse tra il IX e il I secolo a.C. in un’area che comprendeva non solo vaste parti di Toscana, Umbria e Lazio ma anche zone in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Campania. Un popolo i cui manufatti, opere artistiche e costumi ci hanno affascinato.
Tarquinia, città e necropoli
nella sera del 10 settembre lasciamo Tuscania, dove abbiamo visitato la cittadina e il Romitorio di Poggio del Conte, per portarci a Tarquinia. Qui giunti ci mettiamo alla ricerca di un area sosta che utenti internet dislocano ovunque, ma sono solo parcheggi per auto e anche se in teoria un camper potrebbe parcheggiare, ciò non è consentito da molti comuni, compreso questo. Mancano le aree sosta, come spesso constatiamo girovagando in Italia. Mentre siamo quasi alla disperazione, impegnati in manovre nel traffico di Tarquinia, una gentile signora ci viene in soccorso, ci chiede se stiamo cercando un area sosta e ci dice che anche lei è camperista si offre di accompagnarci in un parcheggio sotto le mura. Il posto è quasi all’ingresso della città, vicino a una scuola e benché piccolo e pieno di auto ci permette di sistemarci e a passare tranquillamente la notte.
Il mattino dopo, 11 settembre, ci rechiamo alla Necropoli di Monterozzi e acquistiamo il biglietto cumulativo (€ 15,00 a testa) che comprende oltre a questo sito, la visita al Museo di Tarquinia e quelle al Museo e alla Necropoli di Cerveteri.

Seguiamo il percorso tra le numerose tombe a tumulo, scavate nella roccia, per visitare ognuna dobbiamo scendere per parecchi metri la scala che porta sottoterra, poi possiamo osservare la camera funeraria, scolpita in modo da riprodurre l’interno di un’abitazione col tetto a capanna e vivacemente decorata. Le pareti dipinte a fresco su uno strato d’intonaco, purtroppo a volte deturpate dai vandali di tombe, presentano scene di banchetti in cui è presente il defunto, danzatori, giocolieri, suonatori, vivaci rappresentazioni di caccia e pesca… In alcune tombe invece dei dipinti che descrivono armoniosamente vita e costumi etruschi sono impresse figure paurose e demoniache, sono le sepolture più “recenti” quelle dopo il V secolo a.C. quando la minaccia delle guerre con Roma si faceva pressante.
Ci rendiamo conto di quanto sia ricco questo patrimonio giunto a noi grazie alla loro usanza, ben diversa dalla nostra, di inumare i defunti insieme con le loro cose più preziose, oggetti, gioielli, suppellettili. Questo ci ha permesso di poter ”dare uno sguardo” al passato arcaico di queste genti. Vi nominiamo alcuni dei tumuli che abbiamo visitato: Tomba del Guerriero, la tomba delle Leonesse, della Caccia e della Pesca, dei Giocolieri e dei Leopardi, ma sono decine quelle cui si può accedere. Lasciamo il sito archeologico e ci dirigiamo verso il Palazzo Vitelleschi, un magnifico edificio del 1400 sede del Museo Nazionale Etrusco di Tarquinia, ospita la più grande raccolta di opere etrusche, vasi, buccheri, sarcofaghi, ceramiche monete… Troviamo oltre ai bellissimi reperti custoditi nelle teche e portati in salvo da tombe non depredate, anche alcuni dipinti staccati da alcune tombe allo scopo di preservarli, come la tomba delle Bighe, del Triclinio, del Letto Funebre e della Nave.

La cosa più bella, per noi, è stata ammirare l’altorilievo dei famosi Cavalli Alati, simbolo del Museo, provenienti dal Tempio dell’Ara della Regina, dove erano dispersi in decine di frammenti, splendidamente ricostruiti. Una volta usciti, frastornati dalle meraviglie che ci hanno trasportato nei secoli avanti Cristo, ritorniamo gradatamente al nostro tempo passando per l’età medioevale…il centro storico di Tarquinia con la cinta muraria, le porte, le vie, i palazzi e le chiese in cui si respira l’atmosfera dei tempi antichi, una per tutte, la Chiesa di Santa Maria in Castello, in stile romanico, vicina alla Torre di Matilde di Canossa.

Ci sono tantissime altre cose da scoprire a Tarquinia, aree archeologiche nell’entroterra e lungo la costa, come l’antico Porto di Gravisca, ora Porto San Clementino in onore del Papa che lo fece restaurare nel 1700, ma nel pomeriggio vogliamo visitare la Necropoli di Cerveteri e ci affrettiamo col nostro camper verso l’antica (nuova per noi) destinazione.

per Paola questa è la terza volta che visita Tarquinia e Cerveteri, ma ci ritornerebbe ancora! Una curiosità che non vuole mancare di vedere la prossima volta sarà Etruscopoli, la creazione di un artista e sognatore, Omero Bordo (1918-1943), affascinato dal mondo etrusco fin da giovanissimo. Ex – tombarolo convertitosi a collaboratore della Sovraintendenza ai Beni Culturali, non solo riuscì a riprodurre fedelmente, usando impasti arcaici da lui riscoperti, vasi, sculture e bronzi, ma realizzò il sogno di ricreare la civiltà etrusca in una vasta zona di antiche cave. L’itinerario sotterraneo offre un’ampia visione del mondo etrusco e culmina con la ricostruzione, fedele agli originali, delle tombe affrescate. Ingresso a pagamento, possibilità di visite guidate.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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