493 Anello del Tiarfin


Anelo del Tiarfìn
Anello del Tiarfin © Copyright By Paola Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Anello del Tiarfìn

di: Paola Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 25-10-2019

Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Alpi Carniche
Cartina: Tabacco foglio 02 Forni di Sopra Ampezzo Sauris Alta Val Tagliamento
Segnavia: CAI 208 211 224
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: m. 1733 s.l.m.
Quota raggiunta: m. 2185 s.l.m.
Dislivello: m.452
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: anello
Punti di appoggio: Casera Razzo, Casera Tartoi, Casera Tragonia
Acqua, sorgenti: sì alle casere
Località: Valico di Cima Ciampigotto
Copertura cellulare:
Parcheggio/i: sì a Casera Razzo
Partecipanti: Giuliano D.M, Silvano, Giuliano C, Waltraud, Paola, Lorenzo, Adriana, Roberto, Edda

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

Anello del Tiarfìn

le Alpi Carniche sono un territorio per me quasi sconosciuto, colgo al volo l’occasione di unirmi all’escursione proposta da Giuliano, l’Anello del Tiarfin.
Partiamo da Belluno, siamo in nove con tre auto, la strada da fare è piuttosto lunga e, come se non bastasse, alcune gallerie sulla statale 51 di Alemagna sono chiuse per lavori e dobbiamo percorrere la vecchia strada impiegando molto più tempo. Longarone, Ospitale, Pieve di Cadore, Calalzo, Domegge, Laggio, superato il Piave sul “Ponte Nuovo” al bivio prendiamo a destra la SS 52 e passiamo Pelos, Vigo di Cadore, Laggio, continuiamo lungamente per la strada fino a imboccare la SP 619, affrontiamo i tornanti (sette in due km, molto amati dai motociclisti) che ci portano a Sella Ciampigotto, m. 1790 s.l.m., il valico che unisce il Bellunese alla Carnia e qui ci fermiamo alla “Baita” Bar-Ristorante per una deliziosa colazione.

alla ricerca del sentiero

Giuliano aveva intenzione di partire da qui, seguendo le piste da sci e un vecchio sentiero, ma la gentile signora che gestisce la Baita ce lo sconsiglia vivamente, le tracce sono labili, perfino lei che frequenta da sempre quei luoghi ha avuto difficoltà a orientarsi. Non ci scoraggiamo e cambiando leggermente l’itinerario proseguiamo per Casera Razzo, m.1739 s.l.m. dove giungiamo oramai alle 10 del mattino. Dal parcheggio scendiamo di un centinaio di metri lungo la strada fino a trovare il cartello con segnavia C.A.I. 208 per Casera Tartoi e incominciamo a salire in mezzo all’erba oramai secca dei prati, proseguendo poi per radi boschi di larice. Alzandoci di quota il panorama sulla Terza Grande, i Brentoni e il Tudaio, già ammirato da Casera Razzo, è ancora più bello e si allarga sulle altre catene delle Alpi Carniche. Un altro cartello C.A.I, su un larice, ci indica “208 Forca Rossa-Malga Tartoi” seguiamo il sentiero e arriviamo a una selletta che si affaccia su una conca sassosa con vista su una infinita teoria di valli e monti. A sinistra abbiamo il Col de le Marende, nome invitante per una sosta, ma non abbiamo proprio il tempo di risalirlo, continuiamo a destra verso ovest, sul versante nord del Tiarfin che troneggia sopra di noi. Il sentiero percorre un ghiaione, la salita non è faticosa finché non arriviamo in vista della Forca o Forcia Rossa: ci aspetta un ripido canalone ghiaioso e sdrucciolevole, superato il primo pezzo alcune roccette rendono più facile arrivare alla sella, m. 2185 s.l.m.

Anello del Tiarfin
Anello del Tiarfin © Copyright By Paola Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Vale la pena salire fino a qui e sostare per ammirare il panorama, sulla destra della forcella, abbiamo la cima piramidale del Tudaio di Razzo, che sembra a portata di mano, davanti a noi il massiccio del Monte Tiarfin e nel mezzo la spettacolare “Busa del Tiarfin” con i suoi ghiaioni e le pietraie che degradano verso le praterie alpine, inframezzate da macigni e piante di larice che in questo periodo si colorano di giallo-oro. Trascuriamo il sentiero 224 che sale a sinistra per Forcella Tragonia e proseguiamo sul 208 scendendo nella Busa in direzione di Malga Tartoi, con vari saliscendi tra sassi e zone pratose, sempre circondati dai colori autunnali dei boschi. La mulattiera va prima verso destra, in direzione del Monte Piova, scorgiamo anche in lontananza il Col Rosolo, poi piega a sinistra scendendo più decisamente in mezzo al bosco, con una splendida vista della cima ovest del Tiarfin. Il silenzio è meraviglioso, si sente solo il cinguettio degli uccelli, finché non si avvicina un rumore fastidioso. Motoseghe al lavoro?

Anello del Tiarfin
Anello del Tiarfin © Copyright By Paola Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

No, incrociamo un gruppo di quattro motociclisti rigorosamente su mezzi senza targa e ci guardiamo reciprocamente storto. Sanno di non poter transitare sul sentiero e non vorrebbero che li fotografassimo, ma li immortaliamo lo stesso. Finalmente vediamo dall’alto la bella costruzione di Malga Tartoi, scendiamo più rapidamente e al bivio lasciamo sulla destra il sentiero 243 per Forcella Tartoi – Casera Val di Lavazeit e raggiungiamo per il 208 la malga, m. 1711 s.l.m., che sorge in mezzo a bei pascoli. Attualmente è adibita a agriturismo estivo, ma ci offre un inaspettato servizio di toilette, completo di acqua e illuminazione. Nel prato tra la casera e le lunghe stalle ci sono giochi per bambini e un curioso grande pozzo lastricato, privo di acqua. Ci sistemiamo all’esterno, su uno dei tavoli con panche e dopo un lauto banchetto la compagnia si divide: cinque proseguiranno per il lungo giro ad anello verso Malga Tragonia e ritorno a Casera Razzo, gli altri quattro faranno un percorso più breve scendendo verso Forni di Sopra, dove aspetteranno di essere raccolti da due autisti del primo gruppo.

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Anello del Tiarfin © Copyright By Paola Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Io sono una dei cinque che han scelto l’anello, scendiamo dapprima per la stradina bianca segnavia C.A.I. 211 e poi prendiamo sulla sinistra il sentiero segnalato da una grande “T” incisa su un tronco abbattuto e poi dal segno bianco rosso C.A.I 211 su un abete più in alto. Il sentiero prosegue in salita in mezzo al bosco, in parte provato dagli schianti, proseguiamo fino a ritrovarci sulla stradina che porta a Malga Tragonia, m. 1749 s.l.m., altra bella costruzione che ci stupiamo di trovare aperta, nonostante all’interno ci siano calderoni e attrezzi per fare il formaggio. Andiamo avanti sulla mulattiera verso una sella, proseguendo noi tre di testa (non di cervello, però) sbagliamo sentiero in località Risumiela, m. 1950 s.l.m., lasciando la comoda stradina in discesa per Casera Mediana (segnavia C.A.I 209) e prendendo allegramente a sinistra il sentiero 224 per Forcia Rossa. Ci rendiamo conto dell’errore e tagliando per prati e colli scendiamo per un canalone con una “variante Satana” in mezzo a mughi e sassi. Ci ricongiungiamo dopo un bel pezzo con i nostri due compagni che hanno proseguito giustamente per la stradina e risaliamo insieme a Casera Razzo, oramai si è fatto buio, ma non rinunciamo a una breve sosta per rifocillarci e comperare burro e formaggio.

In tre ritorniamo a Belluno con la nostra auto, i nostri due amici prendono le altre e si dirigono a Forni di Sopra, passando per Sauris, per prendere il resto della compagnia.
E’ stata per tutti una lunga, magnifica giornata, voglio ritornare ancora in questi luoghi, molti percorsi mi aspettano: Tudaio di Razzo, Lavazeit, Monte Piova, Malga Doana e chissà, una delle tre cime del Tiarfin.

Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
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