
Trincee del Dosso Talpina
di: Salvatore Stringari
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: il 10 maggio e il 17 maggio 2020
Cima: nessuna cima raggiunta
Gruppo Montuoso: Monte Baldo
Cartina:
Segnavia: la cengia non è segnalata, tracce, sentiero non censito
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
– Escursionisti Esperti (la cengia) Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 220 m.s.l.m
Quota da raggiungere: m.s.l.m
Dislivello: m.
Tempi di percorrenza*: 3 ore
Giro: A/R
Punti di appoggio: Tierno
Acqua, sorgenti: no
Località: Mori, Tierno
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì, non segnato è possibile a bordo strada
Tappe del percorso: Tierno località Talpina, Trincee, Maso Talpina, Cengia e ritorno
Partecipanti: autore con un’amica
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
questa descrizione è frutto di due esplorazioni in luoghi che non conoscevo e che desideravo raggiungere. Per caso vedo su Facebook delle foto senza alcuna descrizione del percorso e mi incuriosisce la foto con la tria e la scritta dei frequentatori di quel tempo ma soprattutto la cengia. Il 10 maggio ho intrapreso un primo sopralluogo, parto da Trento e scendendo per la Valle dell’Adige raggiungo Mori e la frazione di Tierno. Da qui seguendo i cartelli prendo la stradina verso l’agritur Maso Talpina e scopro per caso le trincee del Dosso del Gal, che visito, manco però il mio vero obiettivo: raggiungere la Cengia dei Francesi perché non riesco a individuare il sentiero.
Trincee della Talpina
Ci riprovo il 17 maggio, accompagnato da un’amica, deciso a trovare a tutti i costi la Cengia dove, nel 1703, gli abitanti del paese minacciati dall’invasione francese, vi si rifugiarono trovando riparo sotto le rocce sporgenti al Cronil. Ripartiamo dalla stradina per il Maso Talpina percorrendola fino a prendere il sentiero, segnato, che ci porterà alle Trincee.
Il sentiero corre nel bosco, per lunghi tratti abbiamo una bella vista sulla Valle dell’Adige, passiamo sotto le rocce dove si trovano le cave che fotografo dall’esterno. Continuando percorriamo un tratto in cengia, attrezzato con cordino e raggiungiamo il percorso trincerato, un anello di manufatti della Prima Guerra Mondiale che circonda il Doss Del Gal. Torno a visitare le trincee e il Caposaldo, che la mia amica non conosce, questo luogo storico, restaurato con cura, lo merita in pieno. Terminata la visita dobbiamo trovare il sentiero per raggiungere la Cengia, che individuo dalle trincee, il costone è dalla parte opposta del “dosso del gal” è lì che riconosco la cengia da alcune foto viste appunto su FB la intravedo, tra rocce e vegetazione, ma nessun cartello indica un sentiero per arrivarci.
e la Cengia dei Francesi o del Cronil
attenzione questo sentiero non è censito dal CAI-SAT ed è privo di segnaletica e manutenzione
Non resta che andare per tentativi, raggiungiamo Maso Talpina dove chiediamo indicazioni ad un contadino del posto e ci indica la strada che passa al limite del vigneto, strada comunale ci dice, e prendiamo la traccia che sale in mezzo ai bei vigneti, in direzione sud, scartato il sentiero F.13 che indica “Costa del Tierno” e va in altra direzione.
Dopo le vigne, ci inoltriamo nel bosco e qui proviamo a prendere in salita una stradina-mulattiera, ma arrivati alla croce in ferro, crocevia per “Via Alla Villa”, ci rendiamo conto che siamo troppo all’interno e troppo in alto. Qui non può esserci l’attacco della nostra meta. Torniamo indietro ridiscendendo nel bosco e arrivati nei pressi di uno slargo con una placca rocciosa, prendiamo a destra un sentiero marcato, senza segnaletica, che scende e che ci sembra puntare in direzione delle crode. Dopo aver disceso una costa ripida troviamo, sempre in discesa, una canalino roccioso e scivoloso, attrezzato con cordino di cui non ci fidiamo troppo perché danneggiato. Un breve tratto di arrampicata su roccia non molto stabile giungiamo a un tratto pianeggiante tra alberi e sassi più o meno grandi, caduti da distacchi che sembrano anche recenti e giungiamo alla prima cengia… altro breve tratto attrezzato e attraversiamo in piano alcune cenge, oramai siamo sicuri di essere sul costone roccioso che avevamo visto da lontano. Riconosco alcuni enormi sassi appoggiati alla parete. Finalmente arriviamo alla Cengia dei Francesi, è quella giusta, corre sotto le rocce, esposta e a strapiombo, a volte si restringe e facciamo molta attenzione, assicurandoci che il cordino tenga. Troviamo i graffiti su roccia: un gioco della “tria” e l’iscrizione: “L’ (anno 1703) in questi paesi sono stati li francesi”. Sono felice di aver raggiunto questa cengia storica e poco valorizzata. Sulla cengia noto anche dei fori che sembrano dei appoggi per pali di legno che probabilmente sostenevano un riparo in legno o una sorta di tetto… facciamo qui la nostra pausa pranzo e dopo le foto di rito dobbiamo fare dietrofront a ritroso sul esile sentiero e al Maso Talpina e da qui alla mia auto.
Autore/i: Salvatore Stringari
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Correzione testo di Paola Marini Gardin.
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