
Il Sengio Alto
Via Vicenza Verona
di: Salvatore Stringari
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 7 – luglio – 2001
Sottogruppo: Baffelan, 1793 metri S. L. M.
Via: Vicenza e Verona
Difficoltà della via: III / III+ con un passaggio di IV
Sviluppo della via: 180 circa.
L’arrampicata in dettaglio:
Eccomi qui ad assaporare l’armonia colma di una brezza mattutina. Mi incammino verso la meta di questa giornata che ci è stata regalata. Lassù sulle crode ci aspettano le ali spiegate di una croce per fare volare la voglia di libertà e di vita sulle crode…
Via Vicenza Verona
Siamo in 4 e facciamo 2 Cordate, Io a comando alternato della cordata.
Il programma della sera prima 06/07/01 discusso con gli amici, prevedeva la salita alla cima della Paganella per la via normale salendo alla cima con la M.T.B. e scendendo per il canale Battisti all’attacco della via, ma il meteo non prometteva nulla di buono. Temporali, pioggia, insomma niente di ottimale per un arrampicata in sicurezza.
Decidiamo per cui di sentirci telefonicamente il mattino successivo per programmare qualcosa di più sicuro in base alle condizioni del tempo al mattino. Il mattino seguente viene lanciata una proposta, andare nelle Piccole Dolomiti, monte Baffelan via Vicenza Verona. Li il meteo sembra essere favorevole. Accetto. Prepariamo in fretta i zaini e carichiamo le M.T.B. sul tetto della macchina Partiamo alle dieci circa da Trento prendiamo l’autostrada fino a Rovereto e ci portiamo verso Vicenza fermandoci al passo Pian delle Fugazze perché la strada che porta al passo di campo Grosso e chiusa alla circolazione dopo le ore 8 e a pagamento, ma noi avevamo già pensato alle M.T.B. scarichiamo zaini e biciclette ultimi piccoli preparativi e via in sella alle nostre bici verso la metà: il monte Baffelan. Ci portiamo al rifugio Giuriolo 1456 m.s.l.m (con la M.T.B. da passo del Pian delle Fugazze). Dopo aver bevuto un caffè al bar del rifugio ancora in sella alle nostre bici giungiamo sotto la parete dove parcheggiamo le biciclette dietro a dei cespugli seguiamo il sentiero che ci porta all’attacco della nostra meta. Attacchiamo la parete alle 13 circa, inizia l’arrampicata la cordata è composta dai due amici che superano il primo tiro con eleganza e tecnica perfetta. Ora tocca a noi. Inizia il mio amico che apre la scalata, fa il primo tiro alzandosi su delle rugosità trovando subito dopo un chiodo, dove mette il primo rinvio dentro il quale passa la corda di sicurezza, arrampicando con certezza e precisione assoluta supera un leggero strapiombo e lungo un diedro si porta in sosta, dalla quale mi recupera. Salgo con altrettanta tranquillità, recupero le protezioni che sono state inserite nei chiodi e supero lo stesso passaggio che il mio compagno di cordata a superato in precedenza e in breve mi trovo in sosta anch’io. Questa volta parto io da capo cordata, per il secondo tiro e supero un aperto canalino metto le protezioni, obliquo a destra salgo per 5 metri percorro un leggero traverso entro in una fessura-camino e raggiungo una larga cengia dopo circa 40 metri di arrampicata su roccia ottima giungo in sosta, dove già altre cordate stanno affrontando la salita provenienti dalla via Verona, recupero il mio compagno di cordata che mi raggiunge questa volta con un po’ di fatica ma superate le piccole problematiche per il recupero delle protezioni posizionate mi raggiunge con il solito entusiasmo e velocità. Un altro tiro di corda ora riparte lui, che supera elegantemente una parete breve ma verticale, poi la roccia si fa meno ripida e raggiunge un altro terrazzino di sosta dopo una bella arrampicata di altri 40 metri. Il tiro successivo lo faccio io, che a mia volta supero un’altra parete, breve passaggio verticale, non sotto valutabile per poi entrare in un camino dove mi arrampico facilmente e raggiungo un’altra sosta da dove recupero il mio compagno di cordata che questa volta mi raggiunge molto velocemente. Ora ci troviamo davanti uno stupendo diedro-camino molto aperto sul quale si inizia gli ultimi due tiri della “nostra” via. Lo affronta il mio compagno di cordata questo stupendo diedro dove sono presenti alcuni chiodi arrugginiti ma decisamente sicuri, molto prudentemente decide di integrare con qualche dado messo nelle fessure e un Friend, e in un attimo raggiunge la sosta da dove poi io effettuerò l’ultimo tiro e uscirò in vetta dove gli altri due amici sono già arrivati ad ammirare il panorama. Eccomi ancora una volta ricongiunto con il mio amico che mi incita ad uscire in cima ed allora non perdo neanche un minuto e mi accingo a tirare questo ultimo tiro di corda, ballando sulle rocce toccandole dolcemente sia con le mani che con i piedi. Superando un altro passaggio non “banale” in breve mi trovo in cima ad ammirare il panorama e lo spazio tutt’attorno, però ci troviamo su una cima che di spazio non ne riserva molto. Invito il mio compagno di cordata a partire per raggiungerci in vetta il quale non impiega a sua volta molto tempo a raggiungerci in vetta alla fine della via, dove ci scambiamo una stretta di mano, dopo una bevuta veloce dalle borracce mangiamo un po’ di cioccolata mettiamo tutto nello zaino, e facciamo il rientro per il sentiero della via normale di salita al monte Baffelan, ci guardiamo attorno, circondati da pareti, che ancora ci chiamano, e la voglia di salire un’altra via e immensa ma s’è fatto tardi e non ci resta che sognare la prossima meta ammirando altri arrampicatori sparsi qua e la per tutte le pareti e le cime e stanno anche loro portando a termine la loro scalata.
Autore/i: Salvatore Stringari
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