Data: 01-07-2010
di Salvatore Stringari,
ferrata Brigata Tridentina,
oggi giornata di ferie, è un giorno lavorativo, Montagna Arrivo! oggi partiamo presto da Trento sono le 7.00 e con un amico, prendiamo l’autostrada e ci dirigiamo verso nord. Arriviamo dopo circa 40 minuti a Chiusa (BZ). Raggiungiamo il Passo Gardena, la partenza dell’escursione è l’ottavo tornante della strada statale 243 a 1956 metri s.l.m. Vi si accede da: Ponte Gardena – Chiusa, autostrada A 22 e per la strada statale 242.

Scheda Tecnica Riassuntiva
Ferrata “Tridentina”
Cima: Pisciadù non raggiunta
Gruppo Montuoso: Sella
Cartina: Kompass foglio 616
Segnavia: CAI/SAT 666
Tipologia sentiero e difficoltà:* Escursionisti Esperti Attrezzati (E.E.A). Itinerario che conduce l’alpinista su pareti rocciose o su creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e/o scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Richiede adeguata preparazione ed attrezzatura quale casco, imbrago e dissipatore E.E.A – itinerario per escursionisti esperti con attrezzatura.
Quota partenza: 1956 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2585 m.s.l.m
Dislivello: m. 629 m 400 sono il dislivello percorso in ferrata
Tempi di percorrenza:* in giornata
Giro: anello
Acqua, sorgenti: no portarsi acqua
Località: Passo Gardena 8 tornante verso Colfosco
Punti di appoggio: Rifugio Pisciadù
Copertura cellulare: sì parziale
Parcheggio/i: sì
Tappe del percorso: parcheggio sentiero di avvicinamento via ferrata Rifugio Pisciadu e rientro per la Val Setus
Partecipanti: Roberto e autore
Nota: * I tempi di percorrenza e le difficoltà dipendono dalla propria preparazione psico-fisica e tecnico-pratica. È importante avere conoscenza dell’ambiente alpino e delle tecniche di progressione e movimento in montagna. Inoltre, la capacità di orientamento è fondamentale.
L’escursione in dettaglio:
via ferrata Brigata Tridentina
Dal Passo Gardena scendiamo fino all’ottavo tornante verso Colfosco raggiunte le indicazioni del parcheggio, lasciamo qui la macchina. Ci incamminiamo seguendo le indicazioni del sentiero 666 che, si imbocca sulla sinistra, quasi subito. Superiamo facilmente una parete attrezzata. Questa ci porta sopra una cengia. Incrociamo il sentiero che proviene dal passo Gardena e continuiamo alzandoci fino all’attacco vero della ferrata. Preparativi per la partenza.
Ci alziamo tranquillamente alla destra di una piccola ma bella cascatella con l’aiuto di funi e pioli. Io cerco di tralasciare l’aiuto della fune. La uso solo per assicurarmi con i moschettoni. Per la progressione, uso le mani sulla roccia e i piedi. Cerco anche di non usare i pioli. (enormi chiodi di ferro)…

Che bello sentire la calda roccia sulle mani. Le dita stringono energicamente le prese e i piedi spingono sugli appoggi. Nel frattempo, il mio amico Roberto si è portato avanti e mi ha lasciato solo. Salgo con ritmo lento ma continuo ci vogliono circa 40 minuti per superare lo sbocco del vallone. Arriviamo ora a un bivio, un sentiero a z porta facilmente al rifugio Pisciadù che tralasciamo per continuare la ferrata. La difficoltà non è proibitiva con un po’ di allenamento si può superare facilmente il tratto più impegnativo della via.

Ora il tratto attrezzato si sposta a destra verso la torre Exner. È il più bello. Quello del ponte sospeso. Questo tratto è leggermente verticale e strapiombante in certi punti. È articolato e protetto molto bene. C’è anche una scaletta che aiuta a superare i punti più critici. Io lo affronto tralasciando la maggioranza di appigli artificiali. Mi aggrappo a buoni appigli di roccia. Anche qui, mi aiutano a superare sempre in sicurezza questi ultimi passaggi. Questi passaggi mi portano al ponte sospeso. Con un traverso in discesa su roccia, arrivo al ponte sospeso. Trovo Roberto ad aspettarmi, il mio compagno di questa avventura bellissima. Facciamo alcune foto sul ponte e poi riposiamo un attimo. Da qui un facile e ampio sentiero ci conduce al rifugio Pisciadù a 2586 m. s.l.m. passiamo però prima davanti ad una piccola cascatella formata dalla fusione della neve ci abbeveriamo. Riprendiamo ancora una volta il cammino verso il rifugio raggiungendolo alle 12.30 circa. Facciamo una meritata pausa scambiandoci le impressioni sulla ferrata appena percorsa… Ammiriamo il panorama che ci circonda. Il posto dove il rifugio è posizionato è a dir poco incantevole. Più in basso, si nota un laghetto ancora parzialmente ghiacciato. Mangiamo un panino enorme, a testa, che ha portato Roberto. Io tiro fuori dal mio zaino delle mele. Porto una tavoletta di cioccolata e del succo di frutta. Condividiamo tutte queste cose. Facciamo così uno splendido pranzo. Dopo circa un’ora dal nostro arrivo ripartiamo. Il viaggio è ancora lungo. Prendiamo in direzione ovest l’imbocco della valle Setus. Attraversiamo rocce facili munite di cordini fissi di sicurezza. Scendiamo nella valle del Setus. Percorriamo la valle fino al ritorno al parcheggio.
Autore/i: Salvatore Stringari
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