
Anello di Brica
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 21-08-2016
Cima: Forcella Brica
Gruppo Montuoso: Dolomiti Friulane
Cartina: Tabacco Foglio 021 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave
Segnavia: 361 369 C.A.I.
Tipologia sentiero e Difficoltà*: E.E. difficoltà per la lunghezza
Quota partenza: 1160 m.s.l.m.
Quota raggiunta: 1778 m.s.l.m.
Dislivello: m. 600
Tempo*: 3 ore
Giro: A/R
Punti di appoggio: Rifugio Pordenone, Casera Valbinon (o Valmenon)
Acqua, sorgenti: sì
Località: Cimolais
Parcheggio/i: sì a pagamento ultimi 10,5 km di strada dalle ore 7 alle ore 16
Partecipanti: autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Cimolais è la località di partenza per questa escursione nelle Dolomiti Friulane. E’ un piccolo e caratteristico paese all’imbocco della Val Cimoliana e permette molte belle escursioni sia a piedi che in mountain bike, oltre alla possibilità di arrampicare. Parcheggiamo in una bella e comoda piazzola per camper, un punto di sosta con 8 posti dove si può sostare per 48 ore a 10 euro al giorno, compresa la corrente, l’acqua e lo scarico per i camper. Qui accanto il paese offre ( 5 euro per il tavolo) una bella e comoda area pic-nic, completa di giochi per bambini. Abbiamo con noi le biciclette ed essendo arrivati a mezzogiorno del sabato optiamo per percorrere la Val Cimoliana in bici, un po’ di allenamento non fa male, più di 10 km stupendi lungo il corso del torrente Cimoliana fino al rifugio Pordenone. Ma arriviamo al escursione dell’anello di Brica. Domenica ci portiamo con il nostro camper sotto al rifugio Pordenone, parcheggio Pian Meluzzo, punto di partenza per il giro che intendiamo fare e per innumerevoli altre escursioni, la più nota per il Campanile di Val Montanaia vero gioiello della natura.
Anello di Brica
Partenza dal parcheggio sotto al rifugio Pordenone e ci si incammina sulla strada che porta a Casera Meluzzo, il sentiero è pianeggiante e si supera la Casera dopo circa 10 minuti per continuare sulla mulattiera che si inoltra in val Meluzzo fino a dove scende la Val Postegae: sul pianoro a 1195 m.s.l.m. le due valli si incontrano, noi seguiamo il sentiero 361 sulla sinistra seguendo per un bel tratto il torrente fino a giungere alla “Caseruta dei Pecoli” (dei Pechi o Cason), un ricovero ricostruito ex novo sui resti di una precedente struttura. Si trova allo sbocco della Val Monfalcon di Forni, piccolo e interamente in legno, contiene solo alcune panche e un focolare di fortuna.

Un libro fotografico del Parco illustra la storia della ricostruzione avvenuta nel 2009. Qui altri sentieri portano in val Monfalconi e in val di Brica. Noi continuiamo, da qui il sentiero è tutto in salita e non molla mai, verso Casera Binon chiamata anche “Menon”, gestita solo nel periodo estivo da un simpatico e originale gestore. La casera offe servizi spartani, adatti a chi vuole pace e solitudine: non c’è “campo” per cellulari, non c’è internet che tenga! Per vedere gli sms di prenotazione l’uomo due giorni a settimana sale fino a Forcella Brica dove riesce a contattare il resto dell’umanità. Da qui è ben visibile anche il sentiero per il Rifugio Giaf da dove provengono alcuni escursionisti, noi vorremmo proseguire fino a Forcella Brica e completare il giro ad anello ma il meteo è estremamente incerto, il gestore ci sconsiglia di proseguire e sospendiamo l’escursione. Piantiamo un paletto, dovremo ritornare per terminare il giro. Riscendiamo per il ripido sentiero fino alla Caseruta e rifacciamo il percorso dell’andata. Nonostante tutto abbiamo visto uno stupendo e meraviglioso luogo magico delle Dolomiti Friulane
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Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
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Correzione testo di Paola Gardin.
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