
al Rifugio Ottone Brentari
di: Salvatore Stringari
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 6 agosto 2016
Cima: Cima D’asta
Gruppo Montuoso: Lagorai Cima D’Asta
Cartina: 626 Kompass
Segnavia: SAT 327
Tipologia Sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 1450 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2480 m.s.l.m. Rifugio Brentari, (2518 m.s.l.m Forcella Soccede).
Dislivello: m. 1030
Tempi di percorrenza*: 6 ore complessive
Giro: A/R
Punti di appoggio: malga Sorgazza, Rifugio Cima d’Asta Ottone Brentari
Acqua/sorgenti: sì
Località: Valsugana Pieve Tesino
Parcheggio/i: Sì a Malga Sorgazza
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
le vie di accesso a questa meta sono innumerevoli, io qui descrivo quella più classica per raggiungere questo rifugio: da malga Sorgazza in val Malene/val Sorgazza. Dalla Valsugana a Strigno raggiungere Pieve Tesino, seguire le indicazioni per la val Malene fino a malga Sorgazza (ampio parcheggio). Percorrere la strada forestale che conduce fino alla teleferica di servizio del Rifugio Brentari quindi prendere il sentiero 327 (considerato facile) o 327b valutato difficile e consigliato a esperti alpinisti. In realtà la difficoltà consiste in una placca rugosa non esposta ma abbastanza difficile. Il tempo di percorrenza è di 3 ore solo andata. Noi ci siamo permessi due piccole digressioni. Una in andata: dalla Valsugana, a Grigno siamo saliti per l’ardita strada che per una strettissima gola porta a Pieve Tesino e quindi come sopra per Val Malene. Una al ritorno: da Pieve Tesino siamo saliti un poco in direzione passo del Broccon e preso la strada che per un’altra gola porta a Lamon e poi siamo scesi verso Feltre. Bellissimi posti, nuovissimi per noi. L’Avventura dietro l’angolo di casa!
al Rifugio Ottone Brentari
raggiunta Malga Sorgazza lasciamo l’auto nel comodo e ampio parcheggio, i gestori della malga sono molto gentili, con grande cortesia vi sapranno dare giuste info su tutta la zona. Dalla malga passiamo davanti al ex cimitero militare costruito nel 1916 dal Battaglione alpini “Val Brenta” con il cippo eretto a ricordo dei militari morti in guerra, seguiamo la forestale di val Sorgazza, chiusa al traffico, superando un primo bivio col sentiero 386 (il sentiero della Compagnassa, che attraverso Forcella Passetto condurrebbe anch’esso al rifugio Brentari ma in tempi più lunghi), noi proseguiamo sulla strada passando per il ponte di Val Vendrame e arriviamo alla teleferica Brusà che serve il rifugio. Qui imbocchiamo il sentiero 327 che ripidamente e con numerose svolte (una vera serpentina) ci porta a quota 2000 al Bualon di Cima D’Asta, dove si incontra anche il sentiero che proviene da Forcella Magna. La vista è rapita, oltre che dalla visione delle cime, delle rocce, dei lastroni che incombono a volte sopra di noi, dalla presenza di tantissimi rivoli d’acqua che formano salti e cascatelle e talvolta corrono anche lungo il sentiero. Saliamo ancora e arriviamo ai lastroni granitici, seguendo i segni rossi sulla roccia. Facciamo attenzione, il sentiero e valutato difficile ma è evitabile, per chi non e molto pratico di placche granitiche, prendendo a destra il più facile Trodo dei Aseni.

Noi abbiamo deciso di fare la grande placca granitica, molto bella. Il sentiero ci porta a pochi metri dal placido laghetto di Cima d’Asta a 2450 m. Dopo pochi passi si giunge al rifugio Ottone Brentari, m. 2480 s.l.m. Da qui sono possibili numerosi itinerari tra cui la salita a Cima d’Asta. Noi dopo esserci rifocillati con un buon piatto di strangolapreti al formaggio fuso raggiungiamo il passo Soccede (m. 2518) dando un’occhiata alla Forcella Col del vento alla nostra destra e all’inizio della Via Ferrata Gabrielli alla nostra sinistra…quante cose ci piacerebbe fare ma è ora di ritornare a valle. Scendiamo dalla Forcella e sul ripido prato scorgiamo una marmotta di vedetta, anzi è lei che avvista noi per prima e lancia il fischio di allarme. Ci ricongiungiamo col sentiero di andata ma qui decidiamo di scendere per il “Trodo dei Aseni”. Ripido anche questo (il pensiero corre ai poveri asini caricati di materiali) però senza placconate, ma in caso di pioggia piuttosto scivoloso. Rieccoci al “Bualon” e quindi giù per la ripida serpentina. Ritorniamo verso la malga, strada facendo ci attardiamo per fare un’onesta scorpacciata di mirtilli, generosamente disposti lungo il cammino. Questa valle e le montagne che la coronano meritano una visita per la loro bellezza e la loro maestosità. Fuori dagli itinerari più turistici il Lagorai è anche capace di regalare silenzi, natura selvaggia, libertà. È immenso e grandioso il Lagorai, non per niente denominato Catena del Lagorai- Cima d’Asta. Come ho già detto, i sentieri che lo percorrono sono molti. Io avevo tempo fa percorso anche l’Alta via del Granito. Ricordo a tutti che la montagna non è un parco divertimenti ma presenta rischi e pericoli da non sottovalutare mai, perché la distrazione di un attimo può portare a conseguenze irreparabili per tutta la vita.
Buona montagna a tutti.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola Gardin.
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