271 Slovenia, Lokve Monte Poldanovec


Poldanovec Slovenia
Poldanovec Slovenia © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Loqua (Lokve, Slovenia)

di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 03-11-2017

Città: Lokve
Cima: Poldanovec o Picco di Mezzodì
Quota Partenza: 1000 m.s.l.m.
Quota di Arrivo: 1299 m.s.l.m.
Dislivello: 299 m.
Lingua parlata: Sloveno e anche Italiano
Copertura cellulare:
Aree di Sosta Parcheggio/i: Gorizia Centro
Partecipanti: autori

L’escursione in dettaglio:

Dopo la visita ai luoghi della grande guerra a Caporetto facciamo rientro a Gorizia per la lunga e bellissima valle dell’Isonzo progettando di salire, in futuro, sul monte Nero e su altre cime, quindi raggiungiamo il parcheggio camper verso le 19 e dopo la cena a nanna, trascorriamo la notte tranquillamente.

Poldanovec o Picco di Mezzodì

Il mattino dopo notiamo che un paio di camper se ne sono già andati e ci appare evidente che qualche maiale a due zampe (quelli a quattro sono più puliti e ordinati) ha lasciato sulle griglie di scarico acqua i suoi escrementi e la sua carta non biodegradabile (probabilmente non conosce l’esistenza nemmeno del disgregante) e per il buon nome dei camperisti ripuliamo l’area contaminata. Poi ci dirigiamo verso Lokve dove facciamo una prima sosta al piccolo e grazioso paese. Lokve  per Triestini e Goriziani è un po’ come il Colle del Nevegàl per i Bellunesi o il Monte Bondone per i Trentini, una località facilmente raggiungibile che assicura la frescura in estate per l’abbondanza dei boschi di faggi e la comodità di facili passeggiate anche in inverno, purtroppo gli impianti di risalita sono piuttosto datati e sembrano semiabbandonati. Riprendiamo la strada che si inoltra nella bellissima faggeta, il paesaggio carsico è simile al Bosco del Cansiglio, pieno di doline, raggiungiamo dopo una dozzina di chilometri il rifugio Mala Lazna ma lo troviamo chiuso, un cartello annuncia che in questa stagione è aperto solo nei fine settimana. Un peccato, perché ci hanno detto che qui si mangia bene e a buon mercato. Ritorniamo indietro chiedendoci cosa fare, Paola ha sentito parlare di un bel giro ad anello in loco, ma non conosciamo la zona e non abbiamo trovato delle valide carte topografiche dei sentieri. Parcheggiamo il camper in un piccolo spiazzo, vicino ad un cartello con indicazioni in sloveno. Ci sembra indichi un giro ad anello e la possibilità di raggiungere una cima. Ci fidiamo del nostro istinto e ci incamminiamo per la forestale in leggerissima salita, la stradina ci porta fino alla sella sotto Mojski vrh (1313 m). Da qui scorgiamo verso nord per la prima volta il monte Poldanovec con il suo versante sud coperto da abeti e faggi e la sua parte nord-occidentale rocciosa. Poco dopo raggiungiamo un incrocio: un cartellone illustra il percorso ad anello, praticamente in piano, lungo la forestale e la deviazione per il sentiero, a neanche metà giro, che conduce con una breve salita alla cima del “Monte” Poldanovec, 1299 metri s.l.m.

Poldanovec Slovenia
Poldanovec Slovenia © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Decidiamo di percorrere l’anello in senso orario e prendiamo la forestale verso sinistra in leggera discesa. Oramai non è più stagione per ammirare le fioriture, ci dobbiamo accontentare degli steli secchi e dei settembrini. Dopo circa un quarto d’ora di cammino veloce prendiamo il sentiero, percorriamo dapprima una dorsale in mezzo a faggi e qualche abete e poi “affrontiamo” la salita che in breve ci porta alla piccola, panoramica cima rocciosa. In confronto ai nostri monti questo rilievo non è un granché, ma ha il pregio di ergersi solitario ben al di sopra del resto del paesaggio e di affacciarsi, con la più ripida parete a nord che cade a picco nella valle della Trebuša, sull’incantevole vista di colline verdeggianti a perdita d’occhio, dolci rilievi su cui i paesini sloveni sembrano spuntare come funghetti attorno a piccole chiese. Lontano, catene di alte cime a noi sconosciute: Tarvisio? Alpi Giulie? Triglav? Lo scopriremo solo viaggiando. Ci concediamo una breve pausa per un panino, non siamo molto in alto ma tira un venticello da bora, sono le 14 circa. Ridiscendiamo per un poco “l’erto” sentiero che ci ha condotti in cima e poi imbocchiamo una traccia più ripida che scende a sinistra, per continuare il percorso in senso orario. La forestale gira tutt’intorno al grande “imbuto” boscoso della Mojska Draga che stiamo contornando e che ci riporta all’incrocio col cartellone. Da qui riprendiamo la stradina dell’andata attraverso il bosco di faggi. In tutto, due ore.
Rientriamo a Gorizia per le 17.00 e ne approfittiamo per fare alcune commissioni in centro. Giunge l’ora di riprendere il nostro viaggio e ci dirigiamo verso Cividale del Friuli. Ma questo è un altro post che vi andremo a raccontare.

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola Marini Gardin.
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

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