
Viaggio nel tempo, sentiero Scal
di: Salvatore Stringari
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 05-06-2021
Cima: nessuna cima raggiunta
Gruppo Montuoso: Paganella
Cartina: Tabacco foglio 067 Altopiano della Paganella
Segnavia: Proloco (privati) segni bianco- rossi
Tipologia sentiero e difficoltà*: Escursionistico Sentiero Escursionistico (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Tempi di percorrenza*: in giornata 4 ore andata e ritorno
Quota partenza: 447 m, il punto più basso 392 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 900 m.s.l.m
Dislivello: 508 m.
Giro: anello
Acqua, sorgenti: sì alla partenza e a Margone
Località: Fraveggio Margone
Punti di appoggio: nessuno
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì in centro al paese
Tappe del percorso: Fraveggio, Sentiero dello Scal, Margone e ritorno
Partecipanti: in solitaria
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Il sentiero dello Scal, che intendo fare oggi, è un’antica mulattiera che metteva rapidamente (e anche ripidamente) in contatto frazioni che un tempo erano raggiungibili solo percorrendo questi arditi itinerari, solitamente usati dai postini o dai maestri che dovevano distribuire su più paesi i loro mestieri, ma anche dai residenti.
mulattiera Scal
Parto da Trento e raggiungo Vezzano dove trovo ottime indicazioni per arrivare a Fraveggio dove lascio la mia auto in centro, nel parcheggio pubblico e gratuito.
Sono le 8.30, indosso gli scarponi e con lo zaino in spalla prendo la via San Bartolomeo, che mi porta verso il Lago di Santa Massenza. Scendo fino a incontrare una grande croce di marmo e abbandonando la strada principale vado a destra, seguendo lungamente la carrettiera che passando per le campagne coltivate a melo poi si inoltra nel bosco.

Arrivo ad un altro crocicchio, una traccia scende verso la Centrale Idroelettrica di Santa Massenza e un sentiero sale a destra. Prendo il sentiero in salita e poco dopo mi imbatto in un altro bivio, dove proseguo verso destra. Il sentiero ora si fa ripido e sale sopra la “Crone Basse”, una caratteristica formazione rocciosa, salgo i gradini scavati nella roccia che sono qui a ricordarmi il duro lavoro fatto nel passato per realizzare questa mulattiera.

Alla mia sinistra una scala in ferro e un cordino metallico portano probabilmente alle falesie di arrampicata. (lo segno come altro possibile itinerario per nuove scoperte) io continuo invece sull’ardita mulattiera, il passare del tempo e i fenomeni atmosferici l’hanno rovinata in alcuni tratti l’acciottolato è scomparso.

Dopo un po’ arrivo sulla diramazione della strada provinciale 18, nei pressi della piazzola per l’elisoccorso. Salgo per un tratto sulla strada asfaltata fino all’altezza della finestra – galleria della centrale elettrica. La scritta “Antico sentiero Scal” mi rassicura questa volta. Alcuni gradini in cemento mi portano a imboccare nuovamente la mulattiera che sale, ma un po’ meno ripidamente di prima e salgo lungamente nel bosco fino a giungere ad una zona dove vedo alla mia destra una placca di calcare, sulla quale scivola silenziosamente un velo d’acqua, che alla base forma un laghetto, a dire il vero poco più di una pozzanghera.

Questo è uno dei luoghi frequentati dall’orso e mi diverte pensare che questa sia la sua vasca da bagno… vedo appesa ad un albero una foto-trappola, mi piacerebbe sapere se ha ripreso qualche plantigrado. Proseguo e giungo al Capitello di Sant’ Antonio, qui trovo lungo il sentiero alcune statue di legno, scolpite da vari artisti, che raffigurano alcuni personaggi storici del luogo: il postino, il parroco, San Vigilio, la portatrice di acqua… e in breve arrivo al cimitero di Margone dove termino il mio “viaggio nel tempo” di oggi. Per il rientro faccio a ritroso il sentiero di andata, lo “Scal”, la mulattiera lunga circa 4 km che prende il nome dalla presenza di scalini scavati nella roccia. Fino al 1957 era la sola via utilizzabile per collegare Margone con la valle sottostante. Poi è stata realizzata la strada. Lentamente e con tutta la mia calma alle 15 circa sono di nuovo a Fraveggio.
Ho raggiunto altre volte il villaggio di Margone, fondato nel 1400 da una famiglia di Molveno la quale aveva ottenuto dal vescovo di Trento, Udalrico, il permesso di costruire quassù un maso per la fienagione e il pascolo. Una leggenda narra che il terrazzo verde e prativo di Margone fu colonizzato da pastori venuti dal Tesino (Valsugana), infatti il cognome più diffuso è Tasin (Tesino).
Autore/i: Salvatore Stringari
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione integrazione testo di Paola Marini Gardin.
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Posti davvero incantevoli! Però mi chiedo, non sarebbe meglio andare in due? Potrebbe sempre succedere qualcosa, anche una banale storta! Per favore, fai attenzione!!! 🙂
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Ciao Witty, allerta sempre massima, al momento non mi segue nessuno nelle mie scorribande in montagna, lascio detto dove vado, che poi se vuole succedere succede anche se si è in due e magari ci si trova in una zona non coperta dal segnale… Grazie Witty
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Sempre ottime fotografie 🙂
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Grazie S.
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Ti seguo soprattutto, pur amando la montagna, non ho visitato molte località
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Grazie Marzia, questi sono giretti in giornata vicino a casa o a pochi km …a me fa piacere una visita, un un saluto, un ciao, un mi piace che per me vuol dire moltissimo
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