
Case Saladen, Val Canzoi
di: Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 18-02-2018
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Alpi Feltrine
Cartina: Tabacco foglio 023 Alpi Feltrine Le Vette Cimònega
Segnavia: da Fraina al primo bivio CAI 819, poi sentiero non censito
Tipologia sentiero e difficoltà*: stradina sterrata, sentiero, tracce, sentiero non censito. Difficoltà di orientamento Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: m. 663 s.l.m.
Quota da raggiungere: m. 1191 s.l.m.
Dislivello: m. 528
Tempi di percorrenza*: 3 ore (con calma)
Giro: anello
Punti di appoggio: Agriturismo Sass de Mura – Orsera (vedere orari)
Acqua, sorgenti: no
Località: Cesiomaggiore BL
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: diversi parcheggi ai lati strada, esiguo a Fraina Bassa.
Partecipanti: Silvano, Giuliano, Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
bel giro ad anello in una valle laterale della Val Canzoi, oggi il tempo non è l’ideale per un’escursione, ci sono molta nebbia e umidità, ma le previsioni danno un miglioramento e noi partiamo fiduciosi. Siamo solo in tre, gli altri amici assenti più o meno giustificati. Il tempo non migliorerà, ma la neve ha reso ancora più affascinante questo ambiente montano solitario e dimenticato. Testo e Foto Di Paola G.
Case Saladen, Val Canzoi
da Belluno ci dirigiamo verso Santa Giustina e poi per Cesiomaggiore. Superati i piccoli paesi di Marsiai, Can e Toschian ci inoltriamo per la stretta strada asfaltata che risale la Val Canzoi seguendo il corso del torrente Caorame. Questa è una valle molto antica, appartata e affascinante ed è compresa nel territorio del Parco delle Dolomiti Bellunesi. Superiamo l’Agriturismo (aperto) Sass de Mura e il Bar Pizzeria Posto di Ristoro Orsera (chiuso) e poco dopo, lasciata la strada “principale” voltiamo a sinistra salendo lungo la stradina asfaltata con indicazioni per Fraina. Raggiunto il bel pianoro con alcune case e casere di Fraina Bassa, m.663 s.l.m. l’asfalto finisce e lasciamo l’auto in un esiguo spazio a bordo strada. Il tempo è sempre incerto e pioviggina un po’, ma confidiamo nel promesso miglioramento e indossiamo gli scarponi per poi incamminarci per la stradina sterrata. Al primo bivio troviamo l’indicazione per Forcella San Mauro a sinistra, sentiero 819, noi invece prendiamo a destra salendo comodamente fino alle poche case disabitate (tranne una) di Fraina Alta m. 713 s.l.m. Qui la nostra guida Giuliano consulta la cartina, dietro alla casera più in alto ritroviamo il sentiero, una piccola tabella in legno, buttata in terra, indica la direzione per Case Saladen-Busa dei Gai-Forzeleta. La salita si fa più erta e con qualche ostacolo: legname ammucchiato proprio sul sentiero, piante schiantate di traverso da superare ora passandoci sotto, ora sopra, tratti scivolosi…ma niente ci può fermare. Saliamo nel bosco mentre la pioggerellina diventa nevischio, neve anche sul sentiero ma non ci crea inconvenienti. Qualcuno ci ha preceduti tempo fa, le orme di un paio di scarponi sono visibilissime, sia quelle di andata che quelle di ritorno. Passiamo qualche piccolo torrente in secca e un tratto in cengia (comoda) prima di raggiungere un altro piccolo bivio: un sentiero che scende, piegando a sinistra, per il “Cogol de le Segale” che trascuriamo (lo percorreremo al ritorno) e il nostro che sale inesorabile per Saladen. Continuiamo in salita, rallegrandoci per l’improvvisa apparizione di un pallidissimo sole che però presto scompare, raggiungiamo a circa 1000 metri un altro bivio, piccolissimi cartelli indicano a sinistra per Forzeleta e Busa dei Gai (le orme degli scarponi vanno da questa parte) a destra per le Casere. La neve sul terreno è bellissima e abbondante, la calpestiamo con soddisfazione, qui siamo i primi a passare e fare la traccia. In poco tempo sbuchiamo fuori dal bosco su pascoli abbandonati e arriviamo alla meta, Case Saladen m. 1191 s.l.m. Le costruzioni sono mal ridotte, una è completamente senza il tetto, l’altra è in miglior stato, la copertura è stata rifatta, ma la porta è crollata e la stanzetta è ingombra di materiali vari: sacchi di cemento, una vetusta falciatrice, assi, taniche… pare che il restauro sia rimasto incompiuto. Due enormi faggi sovrastano le costruzioni, il terzo si è schiantato ma resta al suo posto col suo tronco spezzato e poderoso a far la guardia al luogo dove è nato. Piccola sosta per il pranzo al sacco e il vino al sacco e poi scendiamo per lo stesso sentiero fino al bivio per il “Cogol”. Il sentiero scende nel bosco dove ogni tanto spuntano i cartelli gialli del Parco con divieto di Caccia, Pesca e Pascolo…la pesca qui ci pare improbabile e scherziamo sulla presenza di trote e salmoni che arrancano tra rocce e faggete. Presto arriviamo al Cogol de le Segale, la parete rocciosa ha dei modesti incavi in cui uomini e bestie dovevano trovare un precario riparo in caso di intemperie. Troviamo un piccolo cartello illeggibile, il sentiero continua in discesa ed è evidentemente poco o per niente frequentato, nessun segno di passaggi umani recenti, le piante incominciano a crescere in mezzo. Per fortuna gli animali ci passano e lo tengono aperto come vediamo dalle numerose “olive nere” depositate un po’ dovunque. Alla fine arriviamo a incrociare il sentiero 819 segnato che scende da Forcella San Mauro, lungo il corso di un torrente, e lo seguiamo in direzione Fraina. L’occhio di falco di Silvano scorge, in alto nel bosco, dei quadrupedi che non riusciamo a identificare: camosci, mufloni? Sono tre, quattro, cinque…ne contiamo almeno otto, da fermi sono perfettamente mimetizzati tra le loppe e gli arbusti, li possiamo vedere meglio in movimento ma è un attimo e si dileguano. Siamo oramai quasi in piano, raggiungiamo uno slargo con la partenza di due teleferiche e poi un primo bivio, proseguiamo diritti in direzione Fraina, nel bosco ci attira la presenza di una “Calchera” una fornace per produrre la calce, ce ne sono molte in Val Canzoi. Presto superiamo l’ultimo bivio (il primo trovato in andata) e guadagniamo la piana di Fraina Bassa e la nostra auto. Breve sosta a Toschian (Cesiomaggiore) al “Bar Pizzeria da Rosario” per una buona birra e rieccoci nella civiltà, ma presto torneremo su questi sentieri nella montagna dimenticata.
Autore/i: Paola Gardin
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Pubblicato da Salvatore Stringari
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