
da Toblino a Ranzo e in Cima Garzolet
di: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 24-02-2018
Cima: Garzolet
Gruppo Montuoso: Paganella- Monte Gazza
Cartina: Tabacco foglio 055 Valle del Sarca Arco Riva del Garda
Segnavia: O-631 C.A.I-S.A.T.
Tipologia sentiero difficoltà*: sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 245 m. s.l.m.
Quota da raggiungere: 971 m s.l.m.
Dislivello: m. 726 (da segnalare lo sviluppo in lunghezza del percorso)
Tempi di percorrenza*: 4.00 ore in giornata
Giro: A/R
Punti di appoggio: Castel Toblino, Ranzo
Acqua, sorgenti: no
Località: Lago di Torbole, Vezzano, Ranzo
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Partecipanti: Paola e Salvatore
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino, capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
il viaggio inizia venerdì sera, prima di partire ci rimpinziamo con una cena a base di sushi a Belluno in Piazzale della Stazione. Alle 21.00 il via per il Lago di Garda. Facciamo sosta al lago di Toblino, nottata tranquilla anche se abbiamo parcheggiato in un ansa della statale 45 (148 Km).
da Toblino a Ranzo e in Cima Garzolet
il 24-02-2018, sabato, è una giornata mite e bellissima, abbiamo deciso di fare un’escursione tranquilla visto che Salvatore è guarito da poco da una brutta influenza. Costeggiamo brevemente il Lago di Toblino m. 245 s.l.m. percorrendo un pezzo di ciclabile fino al romantico Castello (ora Hotel Ristorante) che si erge su una penisola. Proprio di fronte, attraversando la statale, prendiamo il viale di maestosi storici cipressi. La stradina, pavimentata, sale lungamente abbandonando il fantastico scenario del lago per inoltrarsi in una stretta e ombrosa forra fino all’isolato paese di Ranzo, 739 m. s.l.m. Passiamo vicino ad alcune case e casere, in genere usate solo nel periodo estivo, superiamo il punto più stretto della forra dove le falesie permettono numerose vie di arrampicata e diamo un’occhiata alla piccola forra della Val Busa, ma la scarsità d’acqua non ci permette di ammirare la successione di cascatelle. Alla fine sbuchiamo in cima: non ci aspettavamo che questo paesino in capo al mondo si trovasse su un così bel pianoro solatio tra le pareti del Garzolet (o Piccolo Dain 971 m.s.l.m.) e le propaggini del Monte Gaggia (catena della Paganella 2125 m).

Ci dirigiamo verso una croce e raggiungiamo una piccola cappella, sul versante che dà sulla Valle del Sarca e la forra del Limarò, dove fu sepolto San Vigilio, il Vescovo martirizzato in Val Rendena. Poi invece di seguire in costa la “via di San Vili”, che ci ripromettiamo di scoprire in futuro, facciamo dietro front e saliamo, prima per la forestale e poi per il sentiero più ripido, il Garzolet m. 971 fino al punto, con panoramica da urlo, dove arriva la ferrata Rino Pisetta che sale fin qui diritta dalle Sarche.

Vista spettacolare sul lago di Toblino, sulle Tre Cime del Bondone e molto altro ancora. Il rientro lo facciamo per lo stesso sentiero di salita.
Scendiamo per il lago di Garda fino al Lago di Garda, il Vittoriale degli Italiani
Vi lasciamo alcune Note per escursionisti curiosi:
a) Il viale di cipressi che una volta portava al Castello di Toblino senza essere interrotto dalla statale, è citato in un testo del 1645 per cui si può supporre che gli stessi alberi che vediamo oggi fossero già grandi 373 anni fa. La stradina, ora pavimentata, era un tempo l’inizio dell’impervia mulattiera “dello Scal”.
b) Il paese di Ranzo, isolato benché a soli 22 km da Trento, posto in alto tra la Valle dei Laghi e quella del Sarca è stato abitato fin dall’antichità in quanto passaggio strategico e obbligato che collegava le due valli, pur con un percorso impervio. Fino al 1957 era raggiungibile solo attraverso mulattiere, assai faticose, tra cui quelle “dello Scal” e del “Rio de la Val” che lo portavano a Vezzano e Toblino. Dal 1957 una strada dal tracciato ardito e panoramico, tagliando ripide pareti, lo collega a Vezzano.
c) Lungo le sponde del Lago di Toblino si possono ammirare, oltre ai numerosi uccelli acquatici, folaghe, morette, germani ecc. anche grandi esemplari di alberi tra cui platani e cipressi calvi. Interessanti questi ultimi: sono conifere originarie del Nord America, ma perdono le foglie e vivono in zone paludose, le radici “respirano” allungando verso la superficie dei tubi detti pneumatofori.
d) Castel Toblino offre sempre una vista affascinante, sorge massiccio e fiabesco su una piccola penisola protesa sul lago. Ha una storia molto antica, dovuta alla sua posizione strategica e facilmente difendibile: castelliere preistorico, fortificazione dei Reti e Celti, “castellum” dei Romani e poi dimora dei Principi Vescovi. Molte sono le leggende legate a questo luogo. Attualmente è di proprietà privata ed è stato trasformato in ristorante.
Autore/i: Salvatore Stringari, Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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