350 Cima e anello del Set Sass


Cima Set Sass
Cima Set Sass Set © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Cima e anello Set Sass,

di: Salvatore Stringari e Paola Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Data: 24-06-2018

Cima: Sett Sass 2571 m.s.l.m 
Gruppo Montuoso: Dolomiti Ampezzane Marmolada Sett Sass
Cartina: Tabacco, foglio 07 Alta Badia Arabba Marmolada
Segnavia: CAI 24-23
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 2200 m.s.l.m.
Quota da raggiungere: 2571 m.s.l.m.
Dislivello: m. 370 m
Tempi di percorrenza*: circa 7 ore
Giro: Anello
Punti di appoggio: Rifugio passo Valparola
Acqua, sorgenti: no
Località: Passo Valparola
Copertura cellulare:
Parcheggio/i:
Partecipanti: Autori

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, alla conoscenza dell’ambiente alpino, alla progressione movimento, alla capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

dopo l’escursione al Sass di Stria abbiamo pernottato in camper al Passo Valparola, la mattina decidiamo di compiere il giro intorno ai Sett Sass salendone anche la cima.

alla Cima Sett Sass

partiamo dal parcheggio vicino al Museo Tre Sassi e raggiungiamo il Rifugio Valparola, alla nostra sinistra il bel laghetto di Valparola, ancora parzialmente in ombra, attende i primi raggi del sole. Dietro al rifugio imbocchiamo il sentiero n. 24 che sale leggermente portandoci sul versante nord del gruppo montuoso dei “Sett Sass” e subito siamo rapiti dal panorama sulla Val Badia e sulle Conturines che ieri sera già ci avevano incantato al tramonto. Raggiungiamo una piccola sella dove vicino a un rudere pascolano alcune tranquille mucche, su un rilievo notiamo alcune croci: certamente procedendo sulle creste troveremmo testimonianze della Grande Guerra. Noi proseguiamo sul sentiero camminiamo lungamente con diversi saliscendi, ora in mezzo a prati ora in ambienti più rocciosi, ma senza difficoltà, ovunque ci sono magnifiche fioriture di rododendri, di botton d’oro, genziane e altri fiori. Percorriamo tutto il lungo vallone, in vista delle creste Le Pizades una traccia marcata si stacca sulla sinistra (cartello) del sentiero n. 24 (non occorre raggiungere il bivio per Pralongià) e sale la ripida pala erbosa fino a raggiungere la lunga dorsale che porta alla vetta. Una volta sulle creste seguiamo la traccia e gli ometti segnavia, alcuni a dire il vero giganteschi “omoni” di pietre, fino a salire per rocce e sfasciumi fino alla cima.

Cima Set Sass
Cima Set Sass © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Con le numerose soste per le foto e senza fretta, circa tre ore dalla partenza. Il panorama che vediamo dalla croce è semplicemente incredibile, non sappiamo dove posare gli occhi. Si vedono il Col di Lana, il Sief, la Marmolada, gli interi gruppi montuosi del Sella e del Gardena, voltandoci ecco l’Antelao, il Pelmo, l’Averau. Ci pare di riconoscere il Sass d’la Crusc e sicuramente la Croda de Beco, il Puez, il Lagazuoi, il Sass di Stria, i Lastoi di Formin e poi il Civetta con il lago di Alleghe ai suoi piedi e tanta, tanta altra roba! “citazione Gino da Via”

l’anello del Set Sass

Lasciamo a malincuore il posto ad altri escursionisti che stanno salendo e torniamo indietro verso Le Pizades scendiamo lungo il pendio, alcune scorciatoie si staccano sulla sinistra ma noi vogliamo compiere il giro completo e raggiungiamo il bivio per Pralongià. Il sentiero aggira i Sett Sass dal lato sud-ovest, proseguiamo in un ambiente franoso e sassoso, a volte passando vicino a grandi massi, sotto i ghiaioni invece si stendono i bei prati verdi che guardano verso la Marmolada, vediamo la stradina che porta al Rifugio Pralongià e ad alcuni masi. Raggiungiamo un bivio, ma non ci dirigiamo certo al lontano Rifugio – Hutte, proseguiamo sul sentiero n° 23 verso est e il Piccolo Sett Sass. Il cammino è ancora lungo e vario, ora in piano ora con modesti saliscendi passiamo dai prati sempre ricchi di fiori, in prevalenza bellissimi cespugli di rododendro, a macereti e frane su cui bisogna fare un po’ di attenzione a come mettere i piedi.

Cima Set Sass
Set Sass © Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Alla nostra sinistra abbiamo sempre le pareti del Sett Sass, sette pilastri che si susseguono, ma noi tra guglie e cime ne contiamo anche di più! Seguiamo sempre il sentiero principale, una deviazione porterebbe alla forcella del Piccolo Sett Sass e ad alcune postazioni di guerra, ma la trascuriamo e aggiriamo le pareti che incombono sopra di noi fino a raggiungere il valico erboso e l’incrocio col sentiero per il Sief-Col di Lana. Ci allontaniamo per un poco dal sentiero per raggiungere un crocefisso di legno, poi puntiamo a una piccola graziosa baita che può servire da ricovero in caso di maltempo, ha panca e sedie ma non è provvista di cuccette. Riprendiamo il sentiero n° 23 in leggera discesa e raggiungiamo un cartello, leggiamo: “ Il caos di massi a est della Sella del Sief era il Roccione degli Italiani. Venne occupato dagli Austriaci il 31 luglio 1916. All’estremità orientale della frana la roccia bifida dove si trovava la Blockvache”. Non possiamo fare a meno di girarci e guardare quanto descritto, le frasi ci ricordano che siamo sempre sui luoghi dei combattimenti della Grande Guerra, per un poco, ammirando monti, prati e violette, ce l’eravamo dimenticato. Andiamo avanti, aggirato un costone scorgiamo ancora lontano e in alto rispetto a noi il Forte Valparola, il cammino sembra non finire mai! Raggiungiamo un tratto attrezzato con cordino, nulla di difficile, alcuni pioli ci aiutano a risalire i gradoni di un breve canale roccioso dove scorre l’acqua, che rende scivoloso il percorso.

e il ritorno al passo Valparola

Finalmente arriviamo nella valle sotto il Passo Valparola, tagliamo per i prati umidi, percorsi da ruscelli che provengono dal laghetto e passiamo velocemente per il Museo all’aperto ”Edelweiss Stellung” con i baraccamenti, trincee e postazioni che abbiamo già visitato l’anno scorso. Ultima fatica, la breve salita fino al parcheggio e poi raggiungiamo il nostro camper e le nostre birre fresche. Una bellissima escursione, in tutto quasi sette ore di cammino con le dovute soste, i luoghi meritano di essere ammirati (meteo permettendo) con calma senza l’ansia di prestazioni e orari.

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola Marini Gardin.
© Copyright By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

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