
Monte Serva Croda de i Fior
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 12-02-2019
Cima: Crode de i Fior
Gruppo Montuoso: Serva Dolomiti Bellunesi
Cartina: Tabacco foglio 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi
Segnavia: C.A.I 517, sentieri non censiti
Tipologia sentiero e difficoltà*:Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: 980 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1600 m.s.l.m
Dislivello: m. 610
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: Andata e Ritorno
Punti di appoggio: nessuno, Rifugio Col di Roanza in stagione.
Acqua, sorgenti: no
Località: Col di Roanza
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: Rif. Col di Roanza, pochi posti al Cargador o bordo strada.
Partecipanti: 11 – Giuliano, Giulianet, Sal, Paola G., Luigia, Rita, Paola A., Rita, Giovanni, Silvano, Paolo.
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
il Col di Roanza, propaggine del Monte Serva, è un bellissimo colle a nord di Belluno, verde d’estate e innevato d’inverno, che offre la possibilità di avere a portata di mano un eccezionale belvedere. Da qui parte questa escursione invernale sui prati scoscesi del monte. Un solo sentiero sale ufficialmente fino alla cima del Monte Serva, il 517 CAI che non presenta difficoltà ma ha un notevole dislivello. Un nutrito numero di “troi”, i sentieri usati in passato dai cacciatori e dai pastori, lo avvolgono però in una fitta ragnatela, percorsi in parte riservati ai soli esperti, come quello che cala a ovest della vetta per i Pradusei (Alta Via dei Bellunesi), in parte accessibili ai normali escursionisti. Giuliano ci propone uno di questi percorsi oramai poco battuti.
Croda de i Fior
da Belluno saliamo verso la frazione di Sopracroda, sorpassato l’abitato la strada asfaltata si fa più stretta e sale a tornanti fino al Bar-Rifugio Col di Roanza, 850 m.s.l.m. (chiuso, possibilità di parcheggio). Proseguiamo per la stradina che si restringe ancora, ma non andiamo lontano per la presenza di tratti ripidi e completamente ghiacciati. Lasciamo le auto in una piccola rientranza a bordo strada e raggiungiamo a piedi, salendo i tornanti, la località Cargador m. 1035 s.l.m. Qui parte una variante del sentiero 517 che porta in vetta, ma per oggi non sarà questa la nostra meta. Imbocchiamo la mulattiera innevata, costruita su una vecchia cava di lastre di pietra (la vena barpea), un centinaio di metri più avanti trascuriamo il sentiero 517 alla nostra sinistra che, salendo per il panoramico Col Cavalin, porta alla cima. Noi continuiamo diritti verso est e arriviamo, in salita, al pianoro da dove si lanciano gli amanti del parapendio. Poco lontano, su terreno privato a m. 1177, è stata innalzata una croce, che di notte si illumina.

Sostiamo un attimo per ammirare il panorama sulla valle del Piave, il Visentin e le Prealpi e poi riprendiamo a salire su una traccia molto evidente che si inerpica a serpentine sul costone del monte, la “Croda del Sal”. Il versante è ricoperto di neve, ma il solco è ben marcato e la neve tiene. Il sentiero ad un certo punto svolta in direzione est e da questo momento proseguiremo sempre in cengia. Siamo sul “troi” che corre in quota in direzione delle “Crode dei Fior” e passiamo in fila indiana alcuni canali innevati che precipitano verso valle. I pendii sono ripidi e innevati, privi di vegetazione, incontriamo solo qualche raro abete per cui il panorama sulla valle del Piave è continuo, possiamo vedere benissimo anche i Monti dell’Alpago e il Lago di Santa Croce, più lontani.

La nostra compagnia si ferma nei pressi di un abete solitario (dovremmo essere sul “troi del Pez ma’el” = sentiero del pino solitario) e decide di tornare indietro, noi due vogliamo proseguire ancora un poco, almeno superare qualche costone e vedere la “Busa dei Vedei” che avrebbe dovuto essere la nostra meta. Dalla Busa un sentiero a sinistra porta alle malghe del Monte Serva e poi alla cima, proseguendo e scavalcando una sella ad un altro bivio un sentiero scende a destra verso il Pian de Staol e volgendo verso ovest permette di ritornare al Cargador o al Col di Roanza. Per stavolta possiamo solo guardare i possibili itinerari, promettendo di ritornare a calcare queste tracce quasi dimenticate. Torniamo indietro e raggiungiamo la compagnia appollaiata su un pendio privo di neve. La sosta pranzo, al sole, è molto gradita da tutti e ci permette perfino di radunare un bel numero di ossa, ben levigate, appartenute a qualche sfortunato ovino. Il rientro avviene lungo lo stesso percorso dell’andata.

Nota: il Serva è la montagna dei bellunesi, ci salgono tutto l’anno. Il suo versante sud, verso Belluno, è largo e rassicurante, coperto da boschi fino a metà e per l’altra parte costituito da pale erbose che in alto si trasformano in conche ghiaiose dividendo in tre cime la mole imponente del monte. I suoi pascoli vengono ancora sfruttati per l’allevamento degli ovini in estate. Dalla vetta m. 2124 s.l.m. si vede un panorama vastissimo sulla pianura veneta a sud, ma è a nord che la vista è stupenda: le pareti di dolomia del Pelf, Schiara e Pale dei Balconi sembrano vicinissime. Il versante nord, che guarda verso queste più alte cime, è roccioso e precipita ripido e verticale per poi collegarsi con la Caiada e il gruppo della Schiara. Sul Serva non si trovano sorgenti, l’unica piccola fonte di acqua è il Lavèl, nella conca sotto la Bocca del Rospo, un caratteristico roccione che guardato dalla parte di Belluno sembra un enorme rospo che si arrampica sul fianco del monte.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola G.
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scusa, il nome delle Crode è “Crode de For” ( credo significhi Crode di fuori) e non Crode dei Fior, che è più romantico
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la cartina della Tabacco la identifica come “Crode De i Fior” e sulla guida di Piero Rossi non viene nominata… cerco e ti faccio sapere
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