
Casere Saladen, Val Canzoi
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 10-02-2019
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Alpi Feltrine
Cartina: Tabacco Foglio 023 Alpi Feltrine Le Vette Cimònega
Segnavia: da Fraina al primo bivio CAI 819, poi sentiero non censito
Tipologia sentiero e difficoltà*: stradina sterrata, sentiero, tracce.
Quota partenza: 663 m.s.l.m.
Quota da raggiungere: 1191 s.l.m.
Dislivello: 528 m.
Tempi di percorrenza*: 3 ore (con calma)
Giro: anello
Punti di appoggio: nessuno, Agriturismo in stagione estiva
Acqua, sorgenti: sì non sul percorso
Località: Cesiomaggiore BL
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: diversi parcheggi ai lati strada, esiguo a Fraina Bassa.
Partecipanti: Silvano, Giuliano, Giulianet, Paola, Rita, Sal.
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Giuliano ci propone di rivisitare un angolo dimenticato della Val Canzoi, questa escursione ad anello ricalca infatti quella fatta circa un anno fa e descritta in questo blog, il periodo è lo stesso e perfino il tempo: nuvoloso e piovigginoso, ma anche questa volta siamo determinati a raggiungere la nostra meta. Per evitarvi ricerche “storiche” riportiamo tra virgolette quanto descritto in precedenza, l’itinerario infatti è lo stesso, i partecipanti invece sono aumentati, sei al posto di tre. “da Belluno ci dirigiamo verso Santa Giustina e poi Cesiomaggiore. Superati i piccoli paesi di Marsiai, Can e Toschian ci inoltriamo per la stretta strada asfaltata che risale la Val Canzoi seguendo il corso del torrente Caorame. Questa è una valle molto antica, appartata e affascinante ed è compresa nel territorio del Parco delle Dolomiti Bellunesi”.
La Val Canzoi si inoltra spettacolare e selvaggia lungo il torrente Caorame, sbarrata a nord dall’anfiteatro roccioso del Sass de Mura, del Piz de Mez, del Piz di Sagron e del Comedon. Al centro un lago artificiale, Il Lago de la Stua, 710 m.s.l.m. si allunga in due rami. In prossimità del lago partono numerosi sentieri che con un notevole dislivello portano sopra i 2000 metri ai Piani Eterni, al Bivacco Feltre, al passo Alvis… più su alle vette, per chi ha capacità e gambe. Il torrente che scorre ha inciso un profondo canyon che sbocca sulla Val Belluna. Noi percorreremo questa valle laterale per inoltrarci in un territorio un tempo frequentato da pastori, taglialegna, carbonai e oggi dimenticato.
Casere o Case Saladen,
Riprendiamo la descrizione, sorpassiamo l’Agriturismo Orsera, ora chiuso (buona cucina, ampio parcheggio, anche per camper) e “Lasciamo la stretta strada “principale” voltiamo a sinistra salendo lungo la stradina asfaltata con indicazioni per Fraina. Raggiunto il bel pianoro con alcune case e casere di Fraina Bassa, m.663 s.l.m. l’asfalto finisce e lasciamo l’auto in un esiguo spazio a bordo strada. “ Vediamo che una casa è abitata anche d’inverno, le altre sono chiuse o abbandonate”. Anche oggi, come un anno fa, il tempo è incerto, ma siamo fiduciosi: indossiamo gli scarponi e ci avviamo lungo la stradina a tratti insidiosa per il ghiaccio. Al primo bivio trascuriamo l’indicazione a sinistra “sentiero 819 Forcella San Mauro” e proseguiamo a destra (strada privata) salendo comodamente fino alle poche case disabitate (tranne una) di Fraina Alta m. 713 s.l.m. e qui ci colpisce la visione dell’immenso pianoro che, invaso da abeti cresciuti negli anni di abbandono dei prati, ci presenta ora la devastazione del cataclisma di ottobre 2018.

Pochissimi abeti sono rimasti in piedi, alcuni operai stanno segando e accatastando i tronchi caduti, tutto il bosco è diventato un cimitero di piante rovesciate o spezzate. Ci alziamo di qualche metro, lasciamo la stradina e raggiungiamo a sinistra la casera più in alto, dietro a questa ritroviamo la mulattiera. Qui non si notano differenze con quanto trovato lo scorso anno: “La salita si fa più erta e con qualche ostacolo: legname ammucchiato proprio sul sentiero, piante schiantate di traverso da superare ora passandoci sotto, ora sopra, tratti scivolosi…ma niente ci può fermare.” Saliamo nel bosco mentre scende il nevischio, passiamo qualche piccolo torrente in secca e un tratto di facile cengia e raggiungere un altro piccolo bivio: un sentiero scende, piegando a sinistra, per il “Cogol de le Segale” (lo faremo al ritorno) il nostro a destra sale inesorabile verso Saladen. Continuiamo in salita, raggiungiamo a circa 1000 metri un altro bivio, piccoli cartelli di legno indicano a sinistra la Forzeleta e la Busa dei Gai, a destra le Casere Saladen. La neve è farinosa, bellissima, la calpestiamo con soddisfazione. “In poco tempo sbuchiamo fuori dal bosco su pascoli abbandonati e arriviamo alla meta, Case Saladen m. 1191 s.l.m. qui inizia a nevicare.

Le costruzioni sono mal ridotte, una è completamente senza il tetto, l’altra è in miglior stato, la copertura è stata rifatta, ma la porta è crollata e la stanzetta è ingombra di materiali vari: sacchi di cemento, una vetusta falciatrice, assi, taniche… pare che il restauro sia rimasto incompiuto. Due enormi faggi sovrastano le costruzioni, il terzo si è schiantato, ma resta al suo posto col suo tronco spezzato e poderoso. Sosta per il pranzo naturalmente al sacco.” La neve ha smesso di cadere, tutt’intorno è bianco, immacolato e silenzioso, il paesaggio acquista contorni fantastici, potrebbero spuntare all’improvviso Hansel e Grethel in cerca della casetta di cioccolato… Mangiamo il nostro panino ravvivato come al solito da un ottimo vino, in allegria e poi “Scendiamo per lo stesso sentiero fino al bivio per il “Cogol”. Il sentiero scende nel bosco dove ogni tanto spuntano i cartelli gialli del Parco con divieto di Caccia, Pesca e Pascolo…la pesca? qui ci pare improbabile e scherziamo sulla presenza di trote e salmoni che arrancano tra rocce e faggete. Presto arriviamo al Cogol de le Segale, la parete rocciosa ha dei modesti incavi in cui uomini e bestie dovevano trovare un precario riparo in caso di intemperie. Troviamo un piccolo cartello illeggibile, il sentiero continua in discesa ed è evidentemente poco o per niente frequentato, nessun segno di passaggi umani recenti, le piante incominciano a crescere in mezzo. Per fortuna gli animali ci passano e lo tengono aperto come vediamo dalle numerose “olive nere” depositate un po’ dovunque.

Alla fine arriviamo a incrociare il sentiero 819 che scende da Forcella San Mauro, lungo il corso di un torrente, e lo seguiamo in direzione Fraina.” In basso ritroviamo la neve e poi il ghiaccio e “Raggiungiamo uno slargo con la partenza di due teleferiche e poi un primo bivio, proseguiamo diritti in direzione Fraina, nel bosco ci attira la presenza di una “Calchera” una fornace per produrre la calce, ce ne sono molte in Val Canzoi. Presto superiamo l’ultimo bivio il primo trovato in andata ritornando così nella piana di Fraina Bassa”. Alla fine della passeggiata, ci accordiamo per una sosta nel primo bar a portata di mano, per una buona birra, purtroppo non scegliamo l’osteria di Toschian della volta precedente ma un altro esercizio, la birra non è fredda al punto giusto e l’accoglienza non delle migliori: mai lasciare il bar vecchio per il nuovo! Ci lasciamo con il proposito di ritrovarci martedì 12 per un altro giretto, ma questo ve lo racconteremo se ci seguite nel prossimo racconto…
vi lasciamo la nota del Lago de la Stua; la “Stua” era una diga di tronchi di legno posta sul corso di un torrente. Un uomo coraggioso provocava un’apertura in modo che la diga crollasse permettendo che il legname accumulato fluitasse a valle. A volte l’uomo ci rimetteva la vita.
Attorno al lago è possibile fare una passeggiata alla portata di tutti, gli altri sentieri sono più impegnativi. La natura è stupenda, fiori, fauna, acque, marmitte, orridi, cenge, pascoli, vette e tanta, tanta altra roba.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
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Correzione testo di Paola G.
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