442 da Gubbio al Monte Ingino


Gubbio Monte Ingino © Copyright By Salvatore Stringari

da Gubbio al Monte Ingino

di Salvatore Stringari Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 23-05-2019

Città: Gubbio
Provincia: Perugia
Regione: Umbria
Tipologia: escursione
Punti di appoggio: camper all’Area sosta di Gubbio
Località: Gubbio
Copertura cellulare:
Aree di Sosta o Parcheggio: a cura del Club Camperisti di Gubbio
Partecipanti: autori

In viaggio:

Gubbio è bellissima, una di quelle città finora visitate che più mi attira per questo ci ritorniamo.
Ci siamo ritornati anche perché avevamo lasciato in sospeso alcune mete: dopo il percorso alla Gola del Bottaccione e la salita alla chiesa di S. Ubaldo fatte ieri, oggi abbiamo intenzione di vedere il Mausoleo Romano, salire sul Monte Ingino e visitare il Palazzo dei Consoli. 

al Monte Ingino

Di buon mattino partiamo a piedi dall’area camper e, con un lungo giro, andiamo alla ricerca del Mausoleo di Pomponio Grecino (I secolo a.C.). Troviamo il “rudere” del monumento funerario in mezzo a un campo di frumento, il mausoleo ha avuto una vita difficile per via dei terremoti e per la depredazione delle sue pietre squadrate usate per la costruzione di “nuove” dimore urbane. Lo stesso destino subito dal vicino Teatro Romano e da altre vestigia antiche. E’ restaurato ma chiuso, per visitare l’area archeologica il biglietto è di soli 3 euro, ma noi non ne abbiamo il tempo. Raggiungiamo il centro, passiamo sotto Porta Romana e dopo poco, sulla sinistra, troviamo la funicolare. Ci risparmiamo per oggi la lunga strada a tornanti che sale fino alla basilica di Sant’Ubaldo, fatta ieri. La funivia “Colle Eletto” in soli sei minuti con un balzo di 270 metri ci porta alla stazione superiore, è stato piacevole salire nella gabbietta guardando i tetti di Gubbio che si allontanano mentre il panorama si allarga sempre più. Raggiunto il parcheggio retrostante alla Basilica di Sant’Ubaldo imbocchiamo la facile mulattiera per la cima, poco prima di raggiungerla incontriamo un’enorme costruzione di metallo, non capiamo a cosa possa servire, se sia abbandonata o in corso d’opera.

Gubbio Monte Ingino © Copyright By Salvatore Stringari

Da qui arriviamo sul culmine del colle, dove si trovano i ruderi di una rocca su cui possiamo salire, è un punto panoramico favoloso sulla cittadina e la pianura umbra. Proseguendo lungo le creste del monte abbiamo la vista anche sulla Gola del Bottaccione, il Monte Foce, il Monte d’Anscione e gli Appennini umbri fino al lontano Monte Cucco.

Gubbio Monte Ingino © Copyright By Salvatore Stringari

Il sentiero CAI 251 prosegue e incontriamo altre rovine, ci sembrano i resti di trincee e postazioni o forse di qualche altra torre di avvistamento. Ci sono fiori come sulle nostre Alpi, orchidee, muscari, timo, piccole felci, globularie, un giardino botanico! Il sentiero prosegue scendendo verso i prati e le radure, dove intravediamo le strutture del Parco Coppo. Torniamo verso la funivia scendendo da questo versante fino a incrociare la strada carrozzabile che porta alla stazione superiore e, visto che è vicina, facciamo una deviazione alla Basilica di Sant’Ubaldo. Ci siamo stati ieri, ma per l’ora tarda non avevamo potuto visitare il piccolo museo, con entrata gratuita. Ci fermiamo a guardare il video della Festa dei Ceri, avvenuta pochi giorni fa, il 15 Maggio. E’ impressionante vedere la corsa dei portantini stretti in mezzo ad una folla che urla, spinge e incita le tre squadre che sempre al galoppo portano i tre ceri di 7 metri d’altezza dal centro di Gubbio su per la strada del Monte Ingino fino alla basilica dove è custodito il corpo del Santo, un evento che si ripete fin dal 1160, senza nessuna interruzione. 

Gubbio Monte Ingino © Copyright By Salvatore Stringari

Scendiamo a Gubbio con la funicolare, è tardi per visitare il Palazzo dei Consoli e andiamo alla ricerca della chiesa della Vittorina dove San Francesco ammansì la perniciosa lupa di Gubbio. Rientrando al camper ci imbattiamo in un altro mausoleo dedicato a 40 innocenti cittadini di Gubbio fucilati per rappresaglia da parte dell’esercito nazista. 

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Nel tardo pomeriggio visitiamo il Palazzo dei Consoli, trottando per l’ennesima volta dall’area sosta al centro storico. Girando per Gubbio non ci si annoia di certo avendo voglia di conoscere e scoprire cose nuove! E a noi due piccoli esploratori questa qualità non manca e il viaggio continua

Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
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7 pensieri riguardo “442 da Gubbio al Monte Ingino

  1. E se non l’avete già fatto vi consiglio di salire sul monte Cucco, c’è una piccola area di sosta, le camminate in val di Ranco con il bosco “madre dei faggi” rendono il posto speciale. Vale inoltre la pena visitare la grotta BV del monte Cucco, è un vero giro speleo, facile ma appagante. Trovi orari e modalità cercando su internet “grotta del monte Cucco” e escursioni Monte Cucco val di Ranco”

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      1. Peccato che oltre al meteo non abbia letto la mail, magari potevamo incontrarci. Da Ancona in poco più di un ora sono a Gubbio o sul Cucco, che in questo periodo nei fine settimana è molto frequentato e merita sicuramente (se piace anche l’esperienza del deltaplano è interessante, vogliono 90€ per un volo). Alla prossima che venite da queste parti, anche zona Conero o. Frasassi, fammi sapere ma metti pure in messaggio sul mio blog

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  2. Aggiungo solo che il monumento in memoria dei “Quaranta Martiri” è un sobrio edificio che ricorda i cittadini egubini, 38 uomini e due donne, fucilati per rappresaglia dai tedeschi nella Seconda Guerra. Per ogni persona c’è una foto e una breve biografia. Appena fuori dalla costruziione c’è il muretto con i segni dei proiettili.

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  3. Ancora un cenno alla magnifica “Piazza Grande” la bellissima “terrazza ” da cui abbiamo ammirato Gubbio e al Palazzo dei Consoli, due elementi da vedere assolutamente visitando la cittadina. La visita alla Pinacoteca e alle altre opere custodite nell’imponente costruzione del Palazzo occupa un bel po’ di tempo, ma ne vale veramente la pena.

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  4. La chiesa della Vittorina fu donata a San Francesco nel 1213 e divenne il primo convento francescano a Gubbio. La tradizione vuole che proprio qui il Santo ammansì la “perniciosa lupa” che imperversava sul circondario e che poi divenne un animale domestico. Le pareti del piccolo edificio sono completamente affrescate, purtroppo alcuni di questi dipindi cinquecenteschi sono molto rovinati.

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Scrivi una risposta a opinioniweb - Roberto Nicolini Cancella risposta

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