469 Col Visentin




Dati: 05-08-2019 

di Paola Marini Gardin, 

Col Visentin, 

il sentiero delle Creste del Visentin è un itinerario al quale nessun bellunese può sottrarsi, per sentirsi tale. Io lo ripeto ogni anno, d’inverno con le ciaspe o gli sci e d’estate a piedi. E’ un giro adatto a tutti, ma non da sottovalutare in caso di ghiaccio, neve e soprattutto nebbia, il versante trevisano è molto ripido e più di qualcuno si è perso o è precipitato. Con condizioni avverse meglio prendere la stradina che da La Casera porta al Rifugio Visentin passando per il rifugio Bristot. 

oggi è in programma una bella camminata zia-nipote dal piazzale de La Casera m. 1398 per le Creste del Visentin fino al Rifugio 5^ Artiglieria Alpina, m. 1765.

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Col Visentin 

Cima: Visentin 
Gruppo Montuoso: Prealpi Bellunesi e Trevigiane 
Cartina: Tabacco foglio 024 Prealpi e Dolomiti Bellunesi 
Segnavia: 13 CAI 
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche). 
Quota partenza: 1398 m.s.l.m. 
Quota da raggiungere: 1765 m.s.l.m. 
Dislivello: 365 m. 
Tempi di Percorrenza:* due ore scarse 
Difficoltà: facile, attenzione in caso di nebbia o neve 
Giro: Anello 
Punti di appoggio: La Casera, Rifugio Bristot, Rifugio Visentin 
Acqua, sorgenti: no 
Località: Nevegàl 
Copertura cellulare: sì 
Parcheggio/i: sì gratuito 
Partecipanti: Alessandra e Paola 

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento. 

L’escursione in dettaglio: 

Col Visentin o Creste del Visentin 

Partiamo seguendo inizialmente la mulattiera che inizia al parcheggio, poi la lasciamo al primo tornante prendendo il sentierino che ci porta a affacciarci sul Lago di Santa Croce attorniato dalla corona dei monti dell’Alpago, di cui non imparerò mai i nomi (a parte il Cavallo e il Millifret, dove sono arrivata) finché non li salirò a piedi. 

Seguiamo la traccia in cresta fino a scendere verso una casera che sorge in mezzo ad un pascolo, poi invece di salire a destra in direzione di Malga Faverghera continuiamo un poco diritte, percorrendo il sentiero sul versante trevisano, con vista sulla Val Lapisina, il Lago Morto e il Lago del Restel. Saliamo poi verso la cima prativa del Col Toront, m. 1655, la giornata è ora soleggiata, ora nuvolosa, le brume si addensano dal lato trevigiano per poi varcare lentamente il confine col bellunese (i soliti trevisani invadenti!). Il percorso continua sul dorso collinoso, con tratti in vera cresta tra le roccette, proseguiamo spedite sul panoramico sentiero, a strapiombo sul Fadalto e i laghetti di fondovalle. Persino la vista dei viadotti dell’autostrada da qui ha il suo fascino, anche se non come quella delle Prealpi e delle Dolomiti che ci circondano. Incontriamo un gregge di pecore, avanzano rapide come dei rasa erba, seguite da un vecchio pastore con i suoi cani. 

Arriviamo al Rifugio Visentin col sole e possiamo bere le nostre birre sedute all’aperto. Purtroppo la pianura è invasa dalla nebbia, peccato perché da qui, con il cielo terso, si possono vedere i Colli Euganei e la laguna di Venezia. Ritorniamo velocemente seguendo la stradina-mulattiera con il magnifico panorama sulla vallata bellunese e le sue montagne, io con invidia guardo le persone che colgono mirtilli accucciati tra i cespugli, mi trattengo a stento dal dire a voce alta “Vi hanno detto che questa è la zona di ripopolamento vipere?” Chissà che fuga, meno concorrenti per me che adoro i mirtilli. 

La stradina scende leggermente, passiamo dal Rifugio Bristot, m. 1612, tocchiamo l’ex Rifugio Brigata Cadore, la stazione di arrivo della seggiovia (chiusa), rasentiamo l’Orto Botanico al Col Faverghera, m. 1608 (da visitare a maggio), poi scendiamo fino al parcheggio. Ritorniamo in città scendendo per i tornanti del Nevegàl: la mattinata termina davanti a un bel piatto di spaghetti aglio-olio-peperoncino preparati dalla mia preziosa mamma e nonna di mia nipote (nipote, figlia di mia sorella). 

Autore/i: Paola Marini Gardin
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