468 Malga Erera Brendol


Lago della Stua
Lago della Stua © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Malga Erera Brendol Val Canzoi

di: Paola Marini Gardin

Scheda Tecnica Riassuntiva

Data: 19-07-2019

Cima: nessuna cima raggiunta
Gruppo Montuoso: Alpi Feltrine
Cartina: Tabacco Foglio 023 Alpi Feltrine Le Vètte Cimonega
Sentiero numero: 802 C.A.I.
Tipologia sentiero e difficoltà: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche). Lunghezza e dislivello
Quota di partenza: 660 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1788 m.s.l.m
Dislivello: m. 1128. (20+20 Km)
Tempi di percorrenza: 6 ore
Giro: A/R
Punti di appoggio: malghe non gestite
Acqua/Sorgenti: no
Località: Val Canzoi Belluno
Copertura cellulare: non rilevata
Parcheggio/i: sì spiazzo sotto ex-Albergo Boz
Partecipanti: Silvano, Carmen, Giuliano C., Waltraud, Brigitte, Paola

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

oggi ritorno per l’ennesima volta a malga Erera – Brendol partendo dal Lago de La Stua in Val Canzoi e come sempre mi chiedo “perché mi sto sfiancando su per questa interminabile erta?” La risposta arriva puntuale 1000 metri più in alto, quando mi affaccio dalla Covolada e lo sguardo si perde verso i Piani Eterni.

a Malga Erera Brendol dalla Val Canzoi

da Belluno ci dirigiamo a Santa Giustina, giriamo verso Cesiomaggiore e poi per Sorazen fino a imboccare la stradina che porta in Val Canzoi, una valle incastonata tra le Vette Feltrine che offre itinerari selvaggi e bellissimi. Parcheggiamo nello spiazzo poco sotto l’ex-Albergo Alpino Boz (ora bed and breakfast) a circa 680 m.s.l.m. e saliamo verso la diga che sbarra il corso del tumultuoso torrente Caorame formando il Lago de la Stua, a metri 715. Il nome evoca lo sbarramento (stua) che tratteneva il legname tagliato dai boschi e che, una volta aperto, permetteva ai tronchi di fluitare a valle con la corrente. Percorriamo la stradina lungo il lago, alcuni operai stanno sistemandone una parte franata e sono all’opera con i mezzi meccanici, la tempesta Vaia ha colpito anche qui, devastando varie porzioni di bosco.
Andiamo avanti fino all’inizio del lago, passiamo il torrente sul ponte di legno e dopo poco prendiamo il sentiero 802 in implacabile e costante salita.
E’ sempre faticoso salire per questa interminabile erta stradina che con i suoi tornanti s’inerpica in mezzo ai boschi, non consola ricordare che questa era (ed è ancora) la strada di lavoro per i malgari che vi conducevano le mandrie su fino ai pascoli. A circa 1400 metri, sulla sinistra, si stacca una scorciatoia, il “Sentiero del Porzìl”, che imbocchiamo con sollievo, per quanto non sia certo pianeggiante! A destra la stradina continua, ripidissima, per Pinea, la faremo al ritorno. Il sentiero è ripido, ma meno noioso: saliamo per sassi e roccette, passiamo la piccola radura con il riparo, sempre più in rovina, del “Porzìl”, a volte il sentiero pare solo una traccia in mezzo agli alberi o ai sassi del canalone erboso e fiorito e continuiamo a guadagnare quota.

Malga Erera Brendol
Malga Erera Brendol © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Tutta la fatica è ripagata quando ci affacciamo sulla forcella del Porzìl (o Covolada, m. 1780) e ci appare la magnifica piana erbosa di Erera-Brendol, circondata dalle Vette Feltrine. E’ il Paradiso, o il luogo più simile a quello che immagino possa essere l’Eternità.
Pascoli a perdita d’occhio che poi salgono lievemente fino ai piani sassosi e ricoperti dai mughi che nascondono cavità profonde e poco esplorate. Potrei salire qui mille volte e sempre proverei lo stesso stupore e la stessa felicità. La vista di questo luogo mi sorprende sempre, con i suoi colori, i suoi profumi, i suoi animali domestici o selvatici. Ci dirigiamo verso la malga (m. 1708 s.l.m.) passando vicino alla stalla settecentesca, i cavalli riposano all’ombra sotto la lunga serie di archi. Le madri proteggono con tenerezza i loro puledrini dalla curiosità di noi estranei, le marmotte fischiano l’allarme dalle loro tane sassose, piccoli branchi di camosci scendono dai declivi fino alla piana e ai rivoli d’acqua, tenendoci d’occhio. Che pace. Siamo gli estranei che calpestano il loro mondo e ci muoviamo in silenzio. In una piccola forra ci attira il rumore di una cascatella, l’acqua sgorga dall’alto di un intaglio di rocce e sparisce subito sotto il greto sassoso di un torrente in secca. Non c’è solo una casera, ma un complesso di strutture: oltre alle stalle c’è la malga in pietra con la cucina, i servizi, il caseificio, il bivacco estivo e invernale.

Malga Erera Brendol
Malga Erera Brendol © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Un’altra costruzione è riservata al Corpo Forestale dello Stato, ma ha una stanza sempre aperta per bivaccare in caso di emergenza. Finalmente ci sediamo sulle panche all’aperto, abbiamo una fame da lupi e ci “accontentiamo” del pasto a doppia portata, caldo e invitante, preparato da Novella e servito da un simpatico ragazzo. Il menù comprende polenta e schiz, tagliere di salumi e formaggi, dessert con ricotta e marmellata.

Malga Erera Brendol
a pranzo Malga Erera Brendol © Copyright By Paola Marini Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi

Una delizia. Wally scopre una piccola, timida vipera dietro il muro della malga, provo a fotografarla mentre cerca di nascondersi, ma la bestiola è più veloce. Dopo esserci rilassati ci accomiatiamo, tagliamo per la grande piana e prendiamo la stradina per Pinea, il percorso si allunga un po’ però è bello. Comincia a piovigginare, ma le gocce non ci danno per niente fastidio, Wally trova un’altra vipera sulla carrecciata, è incredibile come le piacciano questi rettili e non ne abbia paura, questa volta riesco a scattare le foto, la temperatura è calata e la vipera è più lenta nei movimenti. Continuiamo a scendere, passiamo il bivio per il Porzìl e pian piano torniamo al punto di partenza. Terminiamo come al solito la giornata con un giro di birre, la compagnia si scioglie progettando altre avventure.

Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
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