
Le Ei da Lamon
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 03-10-2019
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Coppolo
Cartina: Tabacco foglio 23 Alpi Feltrine Le Vette Cimonega
Segnavia: n. 6, stradine bianche
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero di associazioni private, sentiero non censito.
Sentiero Alpinistico: (E.E.) – o sentiero Escursionistico per Esperti (E.E) Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato. Corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratti attrezzati.
Quota partenza: m. 660 s.l.m.
Quota da raggiungere: m 1324 s.l.m.
Dislivello: m. 700
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: anello
Punti di appoggio: Le Ei (due ristoranti in stagione) – Lamon
Acqua, sorgenti: sì
Località: Lamon (Belluno)
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì lungo la strada
Partecipanti: Amy, Cristina, Paola
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
Oggi capitanati da Amy, guida autoctona che ci porterà per sentieri e mulattiere nei luoghi che frequenta e conosce fin dalla nascita. La nostra meta sarà Le Ei, un bel pianoro prativo sotto il monte Coppolo, poi ritorneremo alla base con un percorso circolare. Siamo solo in tre, la quarta compagna oggi è infortunata.
a Le Ei da Lamon
raggiungiamo Lamon in auto, parcheggiamo lungo la strada poco sopra il paese, in località Sala, a 660 m.s.l.m. Ci incamminiamo lasciando presto la strada in prossimità di un cartello in legno con indicazione “Le Ei” (mi pare anche di ricordare un crocifisso) e prendiamo il sentiero n.6 (non censito CAI) che sale ripidamente nel bosco tagliando le numerose curve della stretta strada comunale asfaltata che porta ugualmente a Le Ei, ma è molto più lunga. Cammin facendo uniamo l’utile al dilettevole raccogliendo finferli e steccherini dorati. Arriviamo ad una bella casera in mezzo ai prati, la “Casera dei Pieroli” e continuiamo a salire, trovando parecchi funghi cappelloni. Il panorama verso valle è bello, ma il vero spettacolo lo abbiamo quando sbuchiamo fuori dai boschi, sulla Costa di Gial, 1250 m.s.l.m.: pascoli ancora verdi sopra cui si staglia il Coppolo con le sue tre cime, pallide sopra la linea verde scuro degli abeti. Da ovest a est abbiamo la cima di San Donato (de San Donà, la più alta 2069 m.s.l.m, che domina l’omonima frazione) quella di mezzo, la più bassa delle tre e l’ultima, detta “de l’Archìl”, posta sopra Lamon.

Passiamo vicino alla “Casera dei Luisi” e ad altre di cui non sappiamo il nome, tutte ben tenute, il panorama si apre sul Pavione, il Tomatico e le Prealpi, il Grappa, la Valsugana. Un giretto tra faggi e abeti ci regala la vista di bellissime amanite, sono tantissime e anche dell’unico porcino della giornata, che intasco, grata per la fortuna inaspettata. Arrivate al punto più alto, Col di Cee m. 1324 s.l.m. scendiamo di poco e giungiamo a “Le Ei”, in bella posizione soleggiata, un posto veramente incantevole con vista delle crode del monte Coppolo, vediamo altre baite circondate dai pascoli, l’albergo “Al Tajol” (rinomato per la buona cucina), la chiesetta e il piccolo, grazioso ristoro in legno, lo “Chalet dalla Pina”.

Il locale è chiuso, approfittiamo del tavolo e della panca esterni per la nostra pausa,pranzo al sacco, l’aria è piuttosto fresca, ma al sole si sta bene. Vicino alla chiesina, in un pascolo recintato, c’è un gregge di caprette belanti, mi avvicino per scattare una foto, stanno seguendo tutte il ragazzo che è sopraggiunto e che evidentemente conoscono, tutte tranne una che indugia e si rivolge proprio a me, mi chiama e mi richiama, devo allontanarmi per convincerla a seguire il branco. Per il ritorno Cristina e io seguiamo la nostra guida che conosce i luoghi a occhi chiusi: prendiamo a sinistra la strada asfaltata che scende, al primo tornante continuiamo su strada bianca verso i Prà della Lobia, altri bei pascoli disseminati di piccole baite. I prati sono fioriti di colchici violetti (velenosi) e di funghi cappelloni (commestibili). La sterrata scende dolcemente in direzione sud-est, passando per altre casere, minuscoli nuclei di cui Amy conosce i nomi antichi: “Scheid”, “casere Casai” … Sia nel percorso di andata che di ritorno vediamo anche tanti “altarioi”, quasi tutti crocifissi di legno, di buona fattura, ce ne sono sugli incroci e vicino alle casere. Arriviamo sulla strada asfaltata, la tagliamo per qualche scorciatoia e alla fine ci troviamo a Furianoi, minuscola frazione oramai alle porte di Lamon. Dopo aver passato la “Baita alla Sega” Amy si sacrifica nel fare l’ultima salita fino a Sala per prendere l’auto e ci dà appuntamento in piazza. Io e Cristina ne approfittiamo per continuare diritte verso il centro di Lamon e fotografare qualche scorcio del paese dove il vecchio e il nuovo si armonizzano e convivono.

L’escursione è finita, la giornata è stata stupenda, dopo un cono di gelato ritorniamo in auto verso Busche, dove ci salutiamo. Per il futuro voglio tornare a Lamon, è un paese grazioso da visitare come anche le frazioni di Arina e San Donato con i dintorni, ho vecchi ricordi da rinverdire.
un ringraziamento per la collaborazione a Amy B.
Attenzione questo itinerario raccontato da Paola e Amy si svolge in ambiente rurale e su strade e tracce di sentieri non più in uso o dimenticati oppure recuperati recentemente. Le indicazioni in loco e la segnaletica su palo molto rara e danneggiata da Vaia l’uragano Tempesta di fine ottobre 2018. Ulteriori info e cartine topografiche rivolgersi presso gli uffici turistici.
Autore/i: Paola Marini Gardin e Amy B.
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
© Copyright By Paola Gardin. | La Traccia, Escursioni e Viaggi