
Anello Casere di Garès
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 26-10-2019
Cima: nessuna
Gruppo Montuoso: Pale di San Martino
Cartina: Tabacco foglio 022 Pale di San Martino
Segnavia: C.A.I 756, 761,
Tipologia sentiero e difficoltà*: Escursionistico
Quota partenza: 1333 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 2334 m.s.l.m
Dislivello: m. 1000
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: Anello
Punti di appoggio: Cima Capanna Comelle e malghe non gestite
Acqua, sorgenti: non rilevate
Località: Gares (Canale d’Agordo)
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Tappe del percorso: partenza da Capanna Cima Comelle 1333 m. Forcella Cesurette 1801 m. Passo Antermarucol 2334 m Malga Valbona 1783 m. Capanna Cima Comelle 1333 m.
Partecipanti: Autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
oggi è una giornata magnifica e ci mettiamo d’accordo col nostro amico Vito che propone un’escursione in Val di Gares.
Purtroppo incappiamo in un imprevisto, un chiodo infilzato nella gomma dell’auto e possiamo arrivare solo alle 10 al punto di ritrovo, il rifugio Capanna Cima Comelle, 1333 m.s.l.m.
Anello Casere di Garès
Lungo la strada che da Canale d’Agordo porta al piccolo abitato di Gares abbiamo visto con tristezza che anche questa splendida valle, che si snoda lungo il torrente Liera affluente del Boite, ha subito numerose devastazioni dovute alla tempesta VAIA dell’ottobre 2018. Lasciamo l’auto nel ampio parcheggio davanti al rifugio-ristorante e seguiamo le indicazioni sentiero CAI 756 attraversando prima i prati del Pian de le Giare e poi iniziando a salire spediti per il ripido sentiero a tornanti in mezzo al bosco, cercando di raggiungere Vito che, avvisato del nostro ritardo, ha più di un’ora di vantaggio. Al bivio a quota 1620 metri lasciamo a destra il segnavia 756 per Casera Valbona (ritorneremo qui per chiudere il giro ad anello) e proseguiamo a sinistra sul sentiero 761 che sale a Forcella Cesurette.

Nonostante la pendenza sostenuta andiamo veloci, (cercando di recuperare il ritardo accumulato ci riusciamo ma Vito e i suoi amici sono velocissimi) ma non possiamo fare a meno di guardarci intorno, vediamo a sinistra i due salti della cascata che precipita dalle rocce dell’Orrido delle Comelle, in basso il bel paesino di Gares e davanti a noi, piccolissima, la Malga Stia, posta sopra il limite dei boschi e sotto le scure pareti del Cimon della Stia, che ancora ci nascondono le bianche cime del Focobòn.

Arriviamo a Forcella Cesurette, 1801 m.s.l.m. e in breve a Malga Campigat, posta sulla sella prativa tra la Val di Garès e la Valle di San Lucano. Facciamo una breve pausa per rinverdire i ricordi, siamo arrivati qua varie volte anni fa salendo dalla Valle di San Lucano sia in inverno fino alla malga, sia d’estate per un giro ad anello per Casera Campigat, Casera ai Doff e Baita Malgonera.

Il panorama è bellissimo, spazia da Cima Pape e le Pale di San Lucano al magnifico gruppo dell’Agner e alle Pale dei Balconi. Ci riportano alla realtà alcuni forti richiami e vediamo Vito e due amiche oramai molto in alto, sugli ultimi tornanti verso Campo Boaro, decidiamo che sono troppo avanti per raggiungerli e riprendiamo il cammino con più calma, pregustando gli splendidi panorami che si offriranno alla vista innalzandoci sul sentiero. Trascurando le altre indicazioni, riprendiamo il segnavia 761 e proseguiamo attraversando il prato dietro alla stalla della casera, passiamo un ruscello e saliamo per i tornanti della bella mulattiera militare che ci porta al pianoro erboso di Campo Boaro 2200 m.s.l.m. dove notiamo, vicino alla strada, un ricovero mal ridotto. Proseguiamo con una pendenza minore e regolare avvicinandoci ai versanti rocciosi delle Pale dei Balconi, che nascondono il “Cor di San Lucano” (meta ambita che sogniamo da tempo) fra magnifici scenari di monti con scorci su Civetta, Moiazza e Marmolada. Ci colpisce il contrasto dei colori, le rocce nere basaltiche del Sasso Negro, le pareti bianche dolomitiche delle catene delle Pale di San Martino e dell’Agnèr, le vallate e i boschi ancora verdi ai loro piedi, il cielo terso e azzurro, finalmente appaiono anche le articolate cime del Focobon.

Proseguiamo sulla mulattiera, a tratti scavata nella roccia, passato un ponte di legno gettato su una piccola forra giungiamo alla sella, poco marcata, del Passo Antermarucol, 2334 m.s.l.m dove lasciamo a sinistra il sentiero che prosegue per il Rifugio Rosetta e compiamo il giro di boa scendendo a destra per il sentiero CAI 756. Caliamo a zig zag per un ripido canale sassoso e poi lungamente in mezzo ai boschi e giungiamo al bivio col sentiero 756/a per il Viaz del Bus, siamo quasi tentati di prenderlo e tornare in Val di Garès per l’Orrido delle Comelle, ma poi scegliamo di continuare sul nostro percorso e arriviamo a Casera Valbona, a quota 1783 m.s.l.m.

Finalmente facciamo una pausa per il pranzo a sacco e facendo un giretto per i dintorni, notiamo le indicazioni per i siti di vecchie miniere di cui intravediamo un’entrata nella roccia: ci appuntiamo questa meta per la prossima estate. Vicino alla Malga, che un tempo serviva per riparo alle persone, è stato costruito un bivacco “moderno” con quattro moduli abitativi (su cui sospendiamo il nostro giudizio) sorto sul luogo del vecchio “Teaz”, il ricovero del bestiame. Riprendiamo la discesa fino a raggiungere il bivio col sentiero di andata, a quota 1620 metri, superiamo il segnale per il Bus de Stol, altra miniera e in breve torniamo per il ripido sentiero al Pian de le Giare e a Capanna Comelle.
– le Cascate di Gares sono facilmente raggiungibili dal parcheggio di Capanna Cima Comelle, sono formate dalle acque del torrente Liera, proveniente dall’Orrido delle Comelle. In loco sono presenti le indicazioni per il sentiero che porta prima alla Cascata Bassa e poi alla Cascata Alta.
– Le Miniere di Gares erano proprietà della Famiglia Remondini di Bassano del Grappa, furono attive dal 1450 al 1748 e poi abbandonate progressivamente. Vi erano estratti i minerali di ferro, rame, mercurio e le gallerie erano scavate sul versante occidentale del Sass Neghèr (Sasso Nero), di origine vulcanica.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
Rispetta la montagna! Riporta a casa i tuoi rifiuti non lasciarli sui sentieri!
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
Correzione testo di Paola Gardin.
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Bellissima quella panchina _____
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…per fortuna “Vaia” la tempesta di fine ottobre 2018 l’ha risparmiata… molto bella, panoramica, da lì si vede il panorama anche in una notte di luna piena, le cascate delle Comelle, e tutti i contorni delle montagne che sovrastano la verde piana del rifugio cima Comelle.
Sal
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