
Monte Brione
di: Salvatore Stringari e Paola Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 23-02-2020
Cima: monte Brione 374 m.s.l.m
Gruppo Montuoso: Monti del Garda Monte Baldo
Cartina: Tabacco foglio 061 Alto Garda Ledro Monte Baldo Nord
Segnavia: C.A.I Sentiero della Pace
Tipologia sentiero e difficoltà*: mulattiera e trincee e camminamenti Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 70 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 374 m.s.l.m
Dislivello: m. 304
Tempi di percorrenza*: in 2 ore
Giro: Andata e Ritorno possibilità anche di fare un Giro ad Anello
Punti di appoggio: nessuno sul percorso
Acqua, sorgenti: no
Località: Torbole San Nicolò
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì
Tappe del percorso: Torbole-porto di San Nicolò (Riva del Garda) – Monte Brione – porto San Nicolò
Partecipanti: autori
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
alla ricerca…
ritorniamo sul lago di Garda in cerca di altre fortificazioni della I Guerra, una in particolare che ci attira per le pochissime informazioni a riguardo, Dosso Tenin con la Galleria di Guerra, opera che non è segnata su nessuna carta topografica attuale. Sappiamo che si trova su un rilievo tra Torbole e Nago, ma non è segnalata da cartelli e in paese nessuno ci sa nemmeno indicare quale sia Dosso Tenin. Speranzosi partiamo comunque da Torbole e ci inoltriamo nella bellissima valletta di Santa Lucia percorrendo l’antica strada romana, che sale a Nago in mezzo agli uliveti, guardiamo le pareti rocciose alla nostra sinistra in cerca di un’apertura, ma giungiamo in vista di Castel Penede senza alcun risultato. Ci portiamo allora al Parco delle Busatte per ispezionare un altro rilievo e in effetti notiamo in alto alcune finestre nella roccia, ma non troviamo nessuna traccia per salire alla parete, nessun segno che indichi la presenza di gallerie di guerra. Scoraggiati, abbandoniamo il progetto, ma solo per ora, torneremo a giorni a indagare.
Monte Brione
Passiamo all’opzione B: è tanto che vorremmo salire al Monte Brione, la mezzaluna rocciosa posta sulla piana del Basso Sarca, una punta a nord nella pianura verso Arco, una a sud a toccare il lago, protesa come uno scoglio. L’abbiamo ammirata tante volte dall’alto, sembra una fetta di polenta (se la polenta fosse verde) scivolata giù a valle dal Monte Creino, ma abbiamo sempre rimandato l’escursione, troppo facile per impegnare un’intera giornata, ne approfittiamo oggi avendo perso la mattinata. Il Monte Brione è un cuneo roccioso, con pareti scoscese nel versante a est, mentre verso ovest scende dolcemente come un piano inclinato, coltivato a ulivi. La sua quota è modesta, circa 370 m.s.l.m. ma per il Genio Austroungarico rivestì una grande importanza strategica e fu fortificato a partire dall’anno 1860 con numerosi interventi successivi. Da Torbole andiamo verso Riva del Garda giungendo a Porto San Nicolò. Lasciamo l’auto nel parcheggio sopra la strada e prendiamo il sentiero gradinato che inizia accanto al Forte San Nicolò, vicino al porticciolo. E’ segnato dal cartello” Sentiero della Pace”, esiste anche una strada militare che sale sul Brione che eventualmente si può fare al ritorno. Rasentiamo Villa Favancourt, ora del demanio militare, che ospitava nel piazzale la Felsbatterie san Nicolò, purtroppo le visite alle gallerie, come pure ai forti del Brione, saranno possibili a partire dal mese di aprile. Il sentiero continua inerpicandosi agevolmente sul crinale, tra boschetti verdi, il panorama sul Lago di Garda è bellissimo, siamo a picco sopra il nastro della strada costiera, alzandoci vediamo l’insenatura verso Torbole, la catena del Baldo e…tanta altra roba (cit. Gino). Dopo un quarto d’ora raggiungiamo Forte Garda, la fortificazione principale del Monte Brione, scavato nella roccia per una migliore mimetizzazione e con il tetto protetto da circa 3 metri di cemento armato e dotato di un sistema di gallerie.

Poteva ospitare fino a 200 uomini. Proseguiamo sul sentiero di cresta, sempre con un bel panorama sul Lago di Garda, passiamo per trincee e camminamenti incontrando i ruderi dei bunker, delle piazzole per i mortai, una fuciliera e un osservatorio da cui individuiamo i Monti Stivo e Altissimo. Il percorso è facile e molto panoramico, siamo quasi sempre sul crinale che guarda il lago. In breve giungiamo alla Batteria di Mezzo, poco prima della cima del Monte Brione. Il Forte era dotato di due piani, più uno sottoterra e poteva ospitare una guarnigione di un centinaio di uomini. Fu costruito in parte con grandi pietre squadrate, la copertura invece è in calcestruzzo, molto resistente dopo oltre un secolo, vista la presenza, oggi, di tante persone sul vasto tetto. Noi evitiamo di saltare le transenne, il panorama è ugualmente vasto standone accanto, spazia a 360 gradi su tutta la Valle del Sarca e sui monti che la circondano. Lasciamo il Forte, troppo affollato, e proseguiamo per il sentiero arrivando alla croce di cima e al belvedere. Facciamo una breve sosta per il nostro panino al sacco e poi proseguiamo fino ai tralicci. Il sentiero ben tracciato si interrompe, un’esile traccia continua sul crinale oltre le antenne, evidentemente non è frequentata, dovrebbe portare ai ruderi della Batteria Nord, ma noi ci fermiamo qui.

Per il ritorno scartiamo la sottostante strada asfaltata (ma chiusa al traffico) del Monte Brione che riporta a Porto San Nicolò passando in mezzo agli uliveti e rifacciamo lo stesso percorso di salita, godendoci nuovamente il panorama. Scendiamo al porticciolo e arriviamo a Forte San Nicolò, costruito tra il 1860 e il 1862 e in seguito ampliato negli anni precedenti la I^ Guerra Mondiale. Era una “tagliata” cioè un forte che controllava il traffico tra i paesi di Riva e Torbole, la strada poteva essere chiusa da un portone di ferro, fucileria e mitragliere erano puntate verso Torbole.

Per il rientro a Trento potremmo sceglier sia di risalire la Valle del Sarca sia quella dell’Adige, ma noi preferiamo un itinerario più lungo e tortuoso, ma molto remunerativo: passiamo per la Val di Gresta, una deviazione necessaria per poterci fermare a Pannone a gustare la birra alla Birreria il Giardino, cosa che consigliamo vivamente a tutti.
nota: per informazioni sulle aperture e sulle visite libere o guidate ai Forti del Monte Brione consultate il sito del MAG – Museo Alto Garda.
La Valletta di Santa Lucia prende il nome da un’edicola dedicata alla Santa di Siracusa. Si trova alle spalle del paese di Torbole, è percorsa da un’antica strada romana che per tutto il Medioevo restò l’unica via che permetteva di passare dalla Valle dell’Adige al Lago di Garda. Da qui passò San Vigilio, Vescovo di Trento nel IV secolo e transitarono i numerosi eserciti che poi dilagavano nella Pianura Padana. Nel 1439 i Veneziani, per accorrere in aiuto di Brescia contro i Visconti che miravano al controllo del Lago di Garda, risalirono l’Adige con 25 barconi e 6 galere fino a Mori, smontarono le imbarcazioni che furono trasportate con duemila buoi per la Valletta di Santa Lucia fino al Porto di Torbole e sconfissero con la loro flotta i milanesi nel 1440. Una targa ricorda questa incredibile impresa.
Autore/i: Salvatore Stringari e Paola Marini Gardin
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Correzione testo di Paola M.G.
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