
Da Malga Canidi alla Malga Selvadella,
di: Paola Marini Gardin
Scheda Tecnica Riassuntiva
Data: 06-11-2020
Cima: Monte Crep, metri 1346.
Gruppo Montuoso: Prealpi Bellunesi e Trevigiane
Cartina: Tabacco foglio 068 Prealpi Trevigiane e Bellunesi M. Cesen Col Visentin
Segnavia: cartelli in loco, sentiero E7
Tipologia sentiero e difficoltà*: Sentiero Escursionistico: (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1250 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1346 m.s.l.m
Dislivello: m. 100
Tempi di percorrenza*: in giornata
Giro: A/R
Punti di appoggio: bivacchi, Malghe e Rifugio Posa Puner in stagione
Acqua, sorgenti: no
Località: Mel
Copertura cellulare: sì
Parcheggio/i: sì a Malga Canidi
Tappe del percorso andata: Malga Canidi, Malga Mont, Casera Selvadella Nuova e Vecchia, Malga Mont, Monte Crep, Malga Canidi.
Partecipanti: Cristina, Roberto, Paola Z. e l’autrice.
Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.
L’escursione in dettaglio:
oggi ritorno alla scoperta di un’altra parte delle bellissime Prealpi Bellunesi e Trevigiane con una tranquilla e panoramica camminata sulla dorsale prealpina al confine tra il Comune di Mel e quello di Follina. Da Belluno raggiungo i miei amici a Mel, saliamo a Carve e da qui il Passo di Praderadego, 10 chilometri da Mel su strada stretta ma asfaltata. Una parola per questo valico, un tempo molto praticato: sul colmo sorge un piccolo nucleo di case, ora abitate solo stagionalmente, purtroppo l’unico ristorante-osteria ha cessato l’attività. Secondo alcune ipotesi da qui passava una variante della Via Claudia Augusta Altinate, dal lato bellunese, il castello di Zumelle, tuttora esistente, conferma l’importanza di questa via di comunicazione. Il toponimo Praderadego potrebbe significare “prà de radego” = “prato del diverbio”, le contese per i confini hanno sempre caratterizzato nei secoli i rapporti tra bellunesi e trevisani!
Malga Canidi – Malga Selvadella
passeggiate in ogni stagione
dal Passo lasciamo la strada principale che scende verso Valmareno e Follina (è asfaltata, ma il 17 ottobre 2020 una caduta di grossi massi ne ha imposto la chiusura) e voltiamo a destra per Malga Canidi. Proseguiamo per altri 4 km per la stradina sterrata, che nella parte finale più ripida è stata cementata, giungendo alla Malga dove parcheggiamo. La malga è chiusa, ma in stagione è monticata e offre una buona cucina e l’offerta di prodotti caseari e salumi. Sono le nove e quaranta, il paesaggio è ancora avvolto dalla nebbia che dona a questo luogo un fascino surreale, del resto Canidi significa nebbia, nuvole, imprigionate da queste alture, primo baluardo per chi sale dalla pianura veneta. Indossiamo gli scarponi e ci avviamo per la stradina forestale E-7, risaliamo una dorsale prativa arrivando ad affacciarci su una sella con un’ampia e magnifica visuale. Un aiuto non richiesto l’ha dato la tempesta Vaia, troviamo all’opera alcuni boscaioli che con i mezzi stanno accatastando i tronchi abbattuti, una vasta porzione del versante sud è completamente spoglia, i mozziconi dei tronchi e i ruderi di due piccole casere testimoniano la violenza del vento. Dopo aver ammirato il panorama, proseguiamo confortati dal sole, anche se fa ancora piuttosto freddo, superiamo il bivio (a sinistra discesa per Miane TV, a destra Rifugio Boz BL) andando diritti per “Malga Mont – Rifugio Posa Puner” e poco dopo le 11 arriviamo alla bella conca dove sorge Malga Mont, un posto talmente incantevole da suggerirci una pausa.

Gli scorci sono magnifici, due “pose” (grandi pozze circolari di acqua per abbeverare il bestiame) rispecchiano l’azzurro del cielo e rendono magico il panorama su un vasto arco di montagne dolomitiche che si perdono all’orizzonte. Anche questa Malga è ancora in attività in stagione, oltre alla casera e alla stalla è presente un bivacco che però oggi troviamo chiuso (forse a causa covid?) Da qui sono possibili vari itinerari, i cartelli indicano a nord “Casera Beta, Rifugio Boz, Val D’Arc”. Penso con nostalgia a questi posti che conosco e ho frequentato, in particolare al grande arco di roccia naturale, l’Olt de Val d’Arc, nascosto nel folto del bosco: segna il confine tra il Comune di Mel e quello di Miane, due effigi incise su entrambi i lati ricordano l’accordo del 6 giugno 1838 che pose fine alle solite secolari aspre dispute sui confini. Un altro sentiero conduce a sud verso il Santuario della Madonna del Carmine di Miane, deve essere più lungo e impegnativo del nostro, ma mi tenterebbe. Lasciamo Malga Mont con la vicina cima del Monte Crep, che pensiamo di salire al ritorno, e proseguiamo per la stradina giungendo dopo mezz’ora a Malga Salvedella Nova, m. 1249, che a dispetto del nome è un’antica baita di boscaioli, ora ristrutturata e adibita a bivacco, con cucina economica, tavolo e panche e al piano superiore letti a castello.

Speriamo che sia usata con rispetto e educazione! Nemmeno dieci minuti dopo raggiungiamo un bivio, tralasciamo le indicazioni per Casera Pilon, Val Pissador e Scaltir e giungiamo alla vicinissima Malga Selvadella Vecia, m 1247. Restiamo incantati alla vista dei tre fabbricati che sono stati recuperati e restaurati con un lavoro veramente magistrale, finito nel 2019 con il rifacimento dei ruderi della stalla grazie alla collaborazione tra il Comune di Miane e Borgo Valbelluna. I pascoli sono stati in parte occupati dai boschi e la Malga non sarà più monticata, ma è adibita a bivacco per gli escursionisti e luogo di ritrovo, nelle stalle sono esposti numerosi cartelli esplicativi perché era previsto anche un laboratorio didattico: speriamo sia maggiormente valorizzata e conosciuta dopo questo orrendo 2020 pandemico. Lasciamo verso le 13 anche questo posto magnifico e ritorniamo sui nostri passi fino al bivio, dove siamo indecisi: proseguire per Malga Pian a mezz’ora oppure raggiungere il Rifugio Posa Puner. Scegliamo quest’ultimo ma purtroppo ignoriamo il sentierino che sale in mezzo agli alberi il crinale del monte e pensiamo di raggiungerlo seguendo la strada sterrata che continua dal lato trevisano. Rapiti dalla bellezza del bosco di faggi ai lati della stradina ci accorgiamo troppo tardi che il percorso scende fino a raggiungere un tornante della strada asfaltata che dalla pianura sale al Rifugio, da lì in auto non ci metteremmo molto a raggiungerlo, ma a piedi è un’altra storia, Posa Puner è in alto sul dorso del monte, abbiamo sbagliato direzione. Ci consoliamo trovando un belvedere al sole, affacciato su un ripido pendio verso la pianura trevisana, dove oramai alle 14 facciamo il nostro pranzo al sacco e una bella pausa con vista. Meglio così, qui siamo noi soli mentre al Rifugio, oltre agli escursionisti, ci sarà certamente parecchia gente salita in macchina. Dopo la generosa sosta torniamo indietro e raggiungiamo nuovamente Malga Mont.

Io e Cristina decidiamo di salire sulla cima del Monte Crep, metri 1346, mentre i nostri tre amici ci aspettano sulla panchetta vicino alla malga. Qualche decina di metri di salita e arriviamo alla croce di vetta da dove il panorama a 360 gradi è garantito. Sotto di noi, a sud, le colline pedemontane e la distesa della pianura, purtroppo la foschia ci lascia solo intravedere la laguna veneta, ma tutti i rilievi prealpini, il Monte Cesen, Praderadego, San Boldo e Visentin sono ben visibili, a nord la Valbelluna con lo sfondo delle magnifiche cime delle Dolomiti. Il tempo vola, sono passate le 16 ed è tempo di ritornare, ben appagati, a Malga Canidi e alle nostre auto.
Ringrazio i miei cari amici per questa magnifica giornata e spero di tornare in primavera a ricalcare questi sentieri.
Per info:
mangiare e dormire a Malga Canidi
Autore/i: Paola Marini Gardin
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento qui sotto?
Pubblicato da Salvatore Stringari
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Ciao, sotto la prima foto è scritto “Poza” ma in dialetto è posa o lama
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ho corretto… chiedo scusa per l’errore
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Akismet ha bloccato lo spam e io l’ho eliminato…
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