646 Diga del Gleno




Data: 09-09-2021

di Salvatore Stringari,  

La diga del Gleno 

La Val di Scalve è, a me, sconosciuta; non ho mai preso in considerazione questi luoghi, perché distanti da casa e dal Brenta, ma visto che sono un curioso esploratore, decido di andare alla scoperta di questi monti sconosciuti… la val di Scalve si trova nell’estremità nord-orientale della Provincia di Bergamo, lembo di confine fra le province di Brescia e Sondrio.

Il viaggio e la passeggiata ai resti della Diga del Gleno mi hanno permesso l’immersione nella bellezza della natura della Val di Scalve, senza dimenticare l’immane tragedia del crollo della Diga del Gleno, un tristissimo antefatto del Vajont. Da Vilminore a Pianezza (distante circa 3 km da Vilminore)

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Vilminore Pianezza (BG)

Data: 08/09-09-2021 

Cima: nessuno 
Gruppo Montuoso: Alpi Orobiche 
Cartina: nessuna cartina
Segnavia: C.A.I 411 
Tipologia sentiero e difficoltà:* Sentiero Escursionistico (E) Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro – silvo – pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento fra valli vicine (nella scala di difficoltà C.A.I. è classificato E – itinerario escursionistico privo di difficoltà tecniche).
Quota partenza: 1.265 m.s.l.m
Quota da raggiungere: 1.526 m.s.l.m
Dislivello: 261 m.
Tempi di percorrenza:* in giornata 1 ora per salire 40 minuti a scendere solo lago del Gleno.
Giro: A/R
Acqua, sorgenti: sì in paese, fontana a Pianezza
Località: Vilminore Pianezza (BG)
Punti di appoggio: Camper
Copertura cellulare:
Parcheggio/i: sì a Pianezza solo fuori stagione
Tappe del percorso: Pianezza, sentiero 411 fino ai resti della diga del Gleno, rientro per lo stesso sentiero Brescia
Partecipanti: autore in solitaria

Nota: * i tempi di percorrenza e le difficoltà sono in base alla propria preparazione psico-fisica e tecnico pratica, conoscenza del ambiente alpino, di progressione, movimento in ambiente alpino capacità di orientamento.

L’escursione in dettaglio:

da Pianezza al Lago del Gleno,

Il giorno 8 settembre 2021 raggiungo Pianezza in Val di Scalve dove parcheggio il camper e passo la notte, l’indomani voglio raggiungere il Lago del Gleno.

Il sentiero inizia nell’abitato di Pianezza, mi lascio alla spalle la fontana in Piazza A. Bonicelli e passando per la via tra le case vado a prendere il “Sentiero de li Scali” subito dietro il paese, sentiero CAI 411. Inizialmente attraverso i prati e costeggio alcune baite, fino a raggiungere una mulattiera. Successivamente proseguo nel bosco, costeggiando il tubo della condotta forzata fino a raggiungere la località Pagarulì a m. 1.513 che si riconosce per una costruzione in cemento dalla quale parte la condotta.

A questo punto il sentiero si fa più pianeggiante e in cengia, posso godere una vista mozzafiato sulla Presolana, inizio a intravedere i resti della diga che raggiungo in 30 minuti circa. C’è un ristoro dove mi fermo a prendere un tè e scambiare alcune chiacchiere con il gentilissimo signore del bar che mi racconta la storia del Gleno, ma anche delle difficoltà di tenere aperto un chiosco a questa quota dove nessuna strada lo raggiunge: tutti i giorni deve portare a spalla parte dei viveri e delle bevande e riportare sempre a spalla i rifiuti a valle.

La diga del Gleno 

Proseguo, risalgo la valle del torrente Gleno dove ci sono delle belle cascatelle con pozze color cielo, raggiungo una malga e qui mi fermo: per raggiungere il rifugio più vicino ci vorrebbe ancora un’ora e mezza.

Ci sono tante marmotte e mi piace osservarle e catturale con l’obbiettivo della macchina fotografica. Cerco di convincerle che non sono un predatore e vorrei avvicinarle, ma loro non si fidano, appena mi avvicino troppo scappano e pochi secondi dopo appaiono altre marmotte, lontane, da altri tane sui prati.

La Diga, il Lago e la storia

brevemente vi lascio alcune note storiche della Diga che fu voluta dai Viganò di Ponte Albiate (MI), proprietari di importanti cotonifici ed interessati a disporre direttamente di forza motrice. Il progetto prevedeva, successivamente ad una variante in corso d’opera, la realizzazione di una diga ad archi multipli, all’epoca considerata una delle più moderne concezioni di ingegneria.

Il bacino, a quota 1.510 metri, si riempì interamente d’acqua per la prima volta il 22 ottobre 1923 con una capacità di otto milioni di metri cubi. Questo lago alimentava una prima centrale 400 metri a valle, che a sua volta consentiva il funzionamento di una seconda centrale. Nei mesi precedenti il crollo della Diga del Gleno vennero ripetutamente segnalate perdite d’acqua alla base e nella muratura in calce dello sbarramento. Il primo giorno di dicembre del 1923, alle ore 7:15, la Diga del Gleno crollò e sei milioni di metri cubi di acqua raggiunsero l’abitato di Bueggio travolgendone la Chiesa e distruggendo buona parte del paese di Dezzo. L’acqua raggiunse in seguito Angolo e Darfo, in valle Camonica, riversandosi infine nel lago d’Iseo. Nel disastro del Gleno persero la vita circa 500 persone. Ecco che vi ho raccontato un altra giornata di escursioni in luoghi per me nuovi, conosciuti grazie alla mia innata curiosità e ricerca sul Web. Per il rientro faccio lo stesso sentiero di andata quindi non mi dilungo nel racconto e vi ringrazio per essere arrivati in fondo a questa pagina e se volete potete lasciare un commento, sempre gradito.

con la collaborazione di Paola Marini Gardin.

Autore/i: Salvatore Stringari
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
© By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi

15 pensieri riguardo “646 Diga del Gleno

    1. Ciao Vittyna, conosci questo luogo? è un dovere ricordare le stragi di interesse di pochi a danno di molti, qui ci ho riconosciuto il Vajont e altre stragi come Stava sempre per negligenza degli uomini stragi che si potevano evitare…

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