741 Occhio di San Mamante  




Data: 03-09-2022 

di Salvatore Stringari con Paola Gardin, 

Occhio di San Mamante,

oggi sono a Belluno, ai piedi delle Dolomiti Bellunesi e contatto Paola Gardin per qualche escursione. Mi dice che è invitata alla presentazione di un nuovo libro di Giuseppe Micheletto “L’occhio di San Mamante”. Ne sono incuriosito. Accetto di andare anch’io alla serata, visto che se ne parla anche su Facebook.

io e Paola abbiamo parlato parecchie volte, in questo blog, di questo lembo delle montagne Bellunesi, che nasconde luoghi inaspettati. Il Col Nevegal e il Visentin, nei loro versanti settentrionali, sembrano digradare dolcemente verso la piana del Piave. Questi versanti sono ricoperti da pascoli e boschi. Riservano molte sorprese: valli e forre selvagge, solcate e scolpite dai torrenti. Ci sono anche cavità e grotte nascoste, cascate e salti d’acqua.

Scheda Tecnica Riassuntiva 

Occhio di San Mamante 

Città: Belluno. 
Tipologia sentiero e difficoltà:* sentiero Pericoloso, Forra, Torrente, non segnato CAI.  
Tempi di percorrenza
:* 2 ore 
Giro: Anello 
Quota di Partenza: 900 m.s.l.m  
Quota da raggiungere: 800 m.s.l.m 
Dislivello: negativo m. 100,  positivo m.100.  
Punti di appoggio: nessuno. 
Parcheggi: sì a lato strada.  
Acqua, sorgenti: no, portare acqua. 
Tappa del percorso: Strada per il Nevegal, Bivio con un crocifisso, sterrata, discesa al torrente Turriga. e rientro per lo stesso itinerario.  
Partecipanti: Salvatore e Paola 

Nota: * I tempi di percorrenza e le difficoltà dipendono dalla propria preparazione psico-fisica. Inoltre, sono influenzati dalla preparazione tecnico pratica e dalla conoscenza dell’ambiente alpino. Anche la progressione e il movimento in ambiente alpino incidono, così come la capacità di orientamento sono importanti. 

L’escursione in dettaglio:

la valle di San Mamante 

Tutto questo è a pochi chilometri da Belluno. 

Uno di questi luoghi sconosciuti e poco frequentati è la Valle di San Mamante. San Mamante è un santo martire della Cappadocia. Gli è stata dedicata la chiesetta all’ingresso della valle, sulla strada che porta al Nevegal. Il suo culto è molto antico. Probabilmente si diffuse nel Veneto quando i bizantini occupavano la Valle del Piave. San Mamante è invocato per la protezione contro il morso dei serpenti. La sorgente che sgorga nei pressi della chiesa è ritenuta miracolosa. È consigliata alle puerpere per la lattazione. La chiesetta fu probabilmente eretta al posto di un precedente santuario pagano. Era legato alla stessa sorgente terapeutica. Custodisce numerosi ex voto. Sono offerti dai fedeli per una grazia ricevuta. 

Ma non è questo il punto di partenza per raggiungere l’occhio. Infatti, la valle custodisce gelosamente i suoi segreti. Pochi conoscono il sito dove si trova il misterioso occhio. Non si conosce né chi l’abbia scolpito né il perché. La presentazione del libro ci incuriosisce più che mai. Il masso su cui era accuratamente scolpito si trovava nella parte alta della valle, sul greto del torrente Turriga. Recentemente, dopo una piena, era introvabile. 

L’autore del libro e alcuni volonterosi amici, dopo pazienti e avventurose ricerche hanno ritrovato il masso che era stato trascinato dalla corrente per parecchi metri e rovesciato. Con un paziente le faticoso lavoro collettivo hanno rigirato il grande sasso così che l’occhio tornasse visibile. Dopo la presentazione del libro sono ancora più incuriosito, vorrei anch’io vedere questo occhio. Chiedo a Paola, conoscitrice di questi luoghi, di andare insieme alla ricerca, lei ricorda di averlo visto molti anni fa, accompagnata da alcuni soci del CAI di Belluno. 

Occhio di San Mamante 

Purtroppo è passato molto tempo e non si pensa più del posto preciso da cui scendere nella forra. Così decidiamo di cominciare dall’alto, ci portiamo in Nevegal, voltiamo per la strada che porta a Pian dei Longhi e scendiamo a piedi per la stradina bianca che porta in Val di San Mamante (la strada è chiusa al traffico perché dissestata dopo Vaia). Giungiamo nei pressi di alcune casere e incominciamo a cercare qualche traccia, decidiamo di non scendere dove il versante è più ripido e franoso, potremmo trovare un salto di roccia o altre insidie, scegliamo di percorrere il torrente seguendone il corso, percorrendo la strada e prima o poi dovremmo trovare il punto d’accesso al torrente e al masso! subito dopo un piccolo casolare con un prato verde troviamo un punto di accesso al Turriga. Fatichiamo ad avanzare per via di una recente piena che ha accumulato piante, tronchi, foglie, rami che nascondono pozze più profonde. Affrontiamo la discesa stando attenti a dove mettiamo i piedi e le mani, superiamo cascatelle e passaggi obbligati su massi e sassi scivolosi, usiamo un enorme tronco incastrato di traverso come ponte per attraversare un salto e guadagnare il greto del torrente in un punto più facile, dove l’acqua è bassa e possiamo camminare senza bagnarci troppo. 

Passiamo vicino ad una cavità semisepolta dalla ramaglia, dove un cartellino artigianale segna ”antica grotta di San Mamante” e speriamo di essere vicini alla meta. Improvvisamente ci siamo, notiamo recenti lavori di pulizia del torrente e il taglio di alcune piante e arriviamo all’Occhio di San Mamante: il masso è adagiato sul letto del torrente dove l’acqua l’ha depositato e dove è stato ritrovato dagli appassionati di questa valle selvaggia. Siamo felici di averlo trovato, è un semplice ma perfetto occhio scolpito per chissà quale ragione, sembra dirci: “Vi tengo d’occhio!”. Dopo le foto risaliamo da qui l’erto versante e poi per traccia ritorniamo sulla stradina, poco distante dalle casere. Già che ci siamo, prima di tornare all’auto percorriamo la stradina bianca in discesa fino al suo sbocco sulla strada per il Nevegal, proprio sulla curva caratterizzata dalla presenza di un crocifisso di legno. Poi facciamo a ritroso la stradina fino a raggiungere la nostra auto. Consigliamo il percorso solo a chi è esperto di questi luoghi. La sera prima di lasciarci Paola mi propone il sas Ciampac ma questo ve lo raccontiamo in un altro articolo. 

con la collaborazione di Paola Marini Gardin

seguiteci… 

Autore/i: Salvatore Stringari
E voi ci siete stati? Mi lasciate un commento?
© By Salvatore Stringari | La Traccia, Escursioni e Viaggi 

22 pensieri riguardo “741 Occhio di San Mamante  

  1. davvero curiosa questa escursione, non conoscevo per niente questo masso, ero stato a Belluno alcuni anni orsono, ma questa località non l’avevo proprio immaginata..👍👍👍👍👍

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    1. Ciao Max pochi conoscono l’occhio di San Mamante, io ne ho sentito parlare su Facebook in un gruppo che seguivo quando ancora frequentavo più assiduamente la zona Bellunese tramite la mia ex compagna Paola, che è la persona che mi ha accompagnato nella scoperta, di questo posto… molto bello misterioso e suggestivo… bisogna avere un po’ di buona esperienza nell’esplorazione di luoghi in forra e torrenti.

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